Giovanni



Vuoi bere? Portati il bicchiere



Via dalla tavola la plastica usa e getta

Siamo gentili con il Pianeta

VUOI BERE? PORTATI IL BICCHIERE!
Via dalla tavola la plastica usa e getta

Un piccolo gesto per un uomo
Un gigantesco beneficio per l'umanità

Nelle nostre città la sensibilità ambientale è senz'altro in crescita.
È un fatto molto positivo, nonostante permangano ancora alcune contraddizioni; anche, spiace dirlo, proprio fra chi si propone di promuoverla.
 
Osservo con soddisfazione che, negli ultimi tempi, perfino negli ambiti ecclesiali si stanno moltiplicando iniziative finalizzate ad accrescere nei credenti la consapevolezza che non si può più prescindere da un maggiore rispetto del "Creato".
Per limitarmi ad un solo esempio, è evidente a tutti l'impulso alla promozione di suggerimenti per stili di vita responsabili di cui si fanno promotrici anche diverse aggregazioni ed organizzazioni in Diocesi di Milano.
Si tratta di raccomandazioni, rivolte non soltanto a chi frequenta le parrocchie ma all'intera cittadinanza, per accompagnare, con atteggiamento costruttivo, EXPO 2015.
 
Ottime iniziative, che tuttavia possono correre il rischio di risultare ripetitive di indicazioni che già altri, come le associazioni ambientaliste, danno da decenni.
Nel chiedere alla città di cambiare abitudini, le parrocchie e chi le frequenta potrebbero, invece, essere davvero incisivi e credibili come nessun altro, se soltanto riuscissero a dare l’esempio, traducendo questo impegno in piccoli gesti concreti, semplici ma significativi: corretta manutenzione degli alberi, superfici nel perimetro parrocchiale non ossessivamente pavimentate, installazione di pannelli solari, riduzione della produzione di rifiuti e puntuale raccolta differenziata, abbandono della pratica del lancio di palloncini in plastica ad ogni appuntamento di festa…
 
Se dunque nella Chiesa ci si impegnasse per primi a mettere in pratica, sistematicamente, comportamenti eco-sostenibili anche nei propri ambienti e nelle proprie attività, il risalto sarebbe enorme.
Non per nulla il papa Paolo VI ammoniva che «L'uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, o se ascolta i maestri lo fa perché sono dei testimoni».
 
Ma simili incongruenze sono possibili anche in ambito extraecclesiale.
Più volte ho assistito a conferenze, relative alle battaglie per il diritto all'acqua, in cui i relatori non provavano imbarazzo nello schiarirsi la voce bevendo da bicchieri di plastica a perdere, acqua contenuta in bottigliette anch'esse di plastica.
Ho partecipato a recenti giornate di riflessione contro gli sprechi terminate con bei momenti di condivisione del pranzo, purtroppo con stoviglie di plastica usa e getta... poi finite fra i rifiuti indifferenziati.
E, ancora, manifestazioni ambientaliste in bicicletta per richiamare i Governi del Mondo al rispetto degli Obiettivi Planetari del Millennio si concludevano con l'immancabile lancio di palloncini (che quando ne sono protagonisti gli adulti diventa addirittura patetico).
 
 
UNA PROPOSTA MOLTO SEMPLICE
 
Portarsi il bicchiere da casa per i momenti conviviali che si vivono in parrocchia (ma anche in altre situazioni e realtà aggregative) è, ad esempio, una modesta proposta, facile da adottare (per limitarsi a qualche esempio: tre Consiglieri Comunali di Cusano Milanino, 2 di 5 Stelle e 1 di Forza Italia, hanno fatto proprio il suggerimento portandosi in Consiglio un bicchiere da casa! - Il Centro Helder Camara di Milano ha acquistato stoviglie in plastica riutilizzabili per offrire un'apericena ad alcune decine di amici - e poi ancora... Consiglieri Comunali a Cinisello Balsamo, il Museo della Scienza e Tecnologia di Milano, Parrocchie, Decanati e Zone Pastorali, famiglie... - leggi qui), che ha duplice valenza: riduce gli sprechi e, contemporaneamente, sensibilizza all’uso rispettoso dell’acqua.
Meglio ancora se l’iniziativa fosse estesa anche a posate e stoviglie: i protestanti in Germania lo fanno per raduni con decine di migliaia di persone.
Senza doversi impegnare in chissà quale clamorosa iniziativa, questo piccolo gesto sarebbe perfettamente in linea col tema "Nutrire il Pianeta" di EXPO 2015 ed attuabile con un coinvolgimento su larga scala.
 
Ma, operativamente, come fare? Non è difficile, basta aumentare il costo delle bevande e delle pietanze di un importo pari al prezzo delle stoviglie compostabili (che si possono riciclare assieme ai rifiuti organici) con le quali saranno servite, ed avvisare che questo incremento sarà scontato per chi non ne avrà bisogno perché si porterà il necessario da casa.
Allo stesso modo, durante gli oratori estivi, si potrà far pagare a prezzo pieno per tutti la prima settimana poi, per ogni giorno in cui il bambino avrà le proprie stoviglie personali (che dovrà lavarsi da solo facendo, per di più, un'esperienza educativa), gli si contabilizzerà un buono che sarà detratto dal costo dell’iscrizione per la settimana successiva o per eventuali altre attività a pagamento (gite, piscina...) nella settimana corrente.
 
Analoghe iniziative potrebbero essere attivate nelle mense scolastiche o aziendali (dove c'è addirittura chi, per il fatto che tanto non le paga, utilizza doppia confezione di posate, per il primo e per il secondo, e doppio bicchiere: per l'acqua e per... il succo di frutta!) e nei centri estivi comunali dove, fra bicchieri, posate e piatti, lo spreco di plastica (per non dire di altro) è quotidiano.
 
Con un poco di buona volontà quanto suggerito non è difficile da mettere in pratica.
Diversamente, come si può pensare di stigmatizzare comportamenti di governi e complesse realtà economiche e produttive, quando non si è in grado, per primi, di adottare semplici comportamenti coerenti con quanto si va dicendo e che, per diventare una buona abitudine, richiedono soltanto di essere presi in considerazione ed un minimo di organizzazione?
 
NB
Qualcuno obbietta che "i veri sprechi e problemi sono altri e molto più gravi".
Questo modo di pensare induce a vedere i problemi ambientali come talmente grandi da far sentire le persone impotenti a porvi rimedio, ed a far loro ritenere che siano sempre e solo altri a dover cominciare il cambiamento... e così si continua a tenere la testa sotto la sabbia ed a discendere la china del disastro.
Al contrario, cominciare ad agire da una piccola cosa (come sopra dimostrato per niente difficoltosa) ha il valore di far capire che anche il singolo può cambiare le cose cambiando sé stesso.
Gandhi diceva "Sii il cambiamento che vuoi nel mondo".
E Madre Teresa di Calcutta: "Quello che noi facciamo è solo una goccia nell'oceano ma se non lo facessimo l'oceano avrebbe una goccia in meno".