Senza Confini



Invitate il giornalista



Le belle notizie fanno bene alla pace

Al di là della risonanza che hanno in chi vi assiste, ragione non secondaria per la quale da undici anni “vanno in scena”, il bello dei Dialoghi di Pace, lettura a più voci e con musica del Messaggio Pontificio per la Giornata Mondiale della Pace, è che sono un piacere prima di tutto per chi in scena ce li porta.
E questo accade non solo per il loro lato artistico ma anche, molto più semplicemente, per le relazioni positive che si instaurano fra i protagonisti delle diverse edizioni, che si sostengono vicendevolmente nelle loro rispettive sedi: di lunga tradizione o nuove.

È il caso dei Dialoghi di Pace tenutisi a Barbaiana di Lainate (MI) a inizio aprile: la prima data dell’iniziativa (che ormai ne conta numerose che si susseguono incalzandosi l’una dopo l’altra - e già ve ne sono altre in programma: più info su www.rudyz.net/dialoghi) successiva alla visita di Papa Francesco in persona alle terre ambrosiane.

Nell’occasione il Pontefice, in una delle sue risposte ai presenti in Duomo, ci ha esortati dicendo: “Siamo minoranza? Sì, va bene! Siamo pochi? Sì, va bene! Siamo rassegnati? No, mai! Non è il Papa che vi deve dire quali periferie raggiungere. Non abbiate paura delle sfide ed avviate processi secondo l’ispirazione che lo Spirito vi detta. Gettate le reti e non vi preoccupate se non raccoglierete pesci. Ci penserà Chi vi ha detto di farlo a raccoglierli, come e quando vorrà”.
Parole che ci hanno incoraggiati a continuare in questa iniziativa, nonostante le difficoltà che spesso mettono alla prova anche la più determinata volontà, ed a volte inducono a pensare che sia il caso di porle fine perché non diventi l’obiettivo di una sorta di “ambizione personalistica”.

Nella chiesa di San Bernardo di Barbaiana, anticamente comune autonomo ed oggi amministrativamente inglobato in Lainate e perciò non riconosciuto dal navigatore stradale che ci voleva portare al “Bar Iana” (sic!), il coro Out of Time che vi è di casa (un bel lusso per una parrocchia avere un simile coro in servizio permanente per l’animazione della messa domenicale) ha così pensato di portare i Dialoghi di Pace, dei quali già era stato protagonista musicale a Novate Milanese nel 2016, per fare di essi uno degli appuntamenti per la Quaresima 2017 della Comunità Pastorale Beati Paolo VI e Alfonsa Clerici.

Proposta accolta con grande disponibilità da don Francesco Vitari, sacerdote di altrettanto grandi dolcezza ed umanità alle quali non riteniamo essere estranea l’esperienza scoutistica sotto il “totem”, che ci ha confidenzialmente rivelato - e sottoscriviamo in pieno divulgandolo ai lettori ed ai suoi parrocchiani che forse lo ignorano - di “Gufo generoso”: “Gufo”, per la capacità di vedere nel buio dove altri non vedono, quanto al “generoso”… chi lo conosce sa il perché.

Un mondo scout presente a Barbaiana anche grazie al gruppo MASCI (Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani) Azimut di Cinisello Balsamo che, dall’edizione principale dei Dialoghi di Pace nella chiesa di San Pio X, e più precisamente dalla Comunità Cristiana Copta che nel territorio di questa parrocchia ha sede e la custodisce dallo scorso Natale, ha portato con sé la Luce della Pace di Betlemme.

Questa fiamma arde perennemente, già dai primi secoli dopo la venuta di Cristo, nella chiesa della Natività, sul punto ove si presume sia stata la mangiatoia nella quale fu deposto il Salvatore in fasce. È alimentata dall'olio donato dalle nazioni cristiane della Terra ma la Pace è patrimonio di tutti e la Luce deve andare a tutti.

Portarla nell’ambito dei Dialoghi di Pace è perciò un invito a vigilare affinché il desiderio di pace, fratellanza ed amicizia resti acceso nei cuori anche al termine della serata così come si tiene accesa la fiammella nella lampada.

Ed il momento in cui la Luce è stata moltiplicata, diffondendola in tante fiammelle davanti alla croce posta al centro della chiesa e, successivamente, portata nelle proprie case da tanti fra i presenti, è stato uno dei momenti più intensi e commoventi, anche grazie alle note di "What a Wonderful World", col suo altrettanto meraviglioso testo, che l’hanno accompagnato nella cullante esecuzione offerta dal coro.

Altro momento focale della serata è sempre il Padre Nostro: sempre recitato dall’intera assemblea dei presenti (ma a Barbaiana sulle note eseguite dal coro a bocca chiusa) che in questo passa dall’ascolto ad essere a sua volta protagonista in prima persona, esplicitamente ricordando Francesco nella preghiera, come lui stesso sempre chiede, perché vederlo da vicino per le nostre strade, in mezzo alla folla che lo cerca e si appoggia spiritualmente a lui fa davvero capire quanto ne abbia proprio bisogno.

Protagonisti sono stati anche i lettori, nell’arduo compito, sostenuto con successo, di essere all’altezza della coinvolgente energia del coro al quale si sono alternati facendo proprie le parole di pace del Papa. Presupposto e struttura portante dell’iniziativa che ha l’intento di superare l’emotività dei “selfie” all’unico scopo di aiutare Papa Francesco a raggiungere più persone possibili anche con i contenuti del suo magistero e non solo con la simpatia umana che suscita.
Senza nulla voler togliere a Viviana Croci, incisiva e sempre con il controllo della situazione anche nel ruolo di presentatrice - quando necessario anche rimediando a piccole imprecisioni altrui nello svolgimento del copione - ed ai toni solidi e profondi di Lorenzo Alegnani, una particolare nota di gratitudine va indirizzata a Gianfranco La Dolcetta convocato d’urgenza nell’immediata vigilia, ed a sua volta “prestato” dall’edizione di Novate Milanese dei Dialoghi di Pace per sopperire all’indisposizione che ha messo fuori causa il terzo lettore titolare. Ulteriore conferma di quanto si è detto in apertura.

Incastonata fra i rintocchi della campana della chiesa, delle 21 e delle 22, la serata dei Dialoghi di Pace a Barbaiana si è quindi dipanata leggera e sempre tenendo desta l’attenzione grazie allo studiato dosaggio di alternanza tra il testo del messaggio, comunque proposto nella sua interezza, e la scelta di un repertorio di canti suddiviso in due sezioni ciascuna omogenea al suo interno.
Per l’introduzione quattro brani sacri e Mariani, come “Dell’aurora tu sorgi più bella” in una versione apprezzata anche da chi, prima di ascoltarla eseguita dal coro Out of Time, era diffidente nei confronti di questo genere e seguita, canticchiandola a mezza voce dalle proprie panche, anche da molti fra i presenti in chiesa.
Nella parte intercalata alle letture, invece, la scelta musicale del maestro Hopes ha privilegiato gospel e spiritual, fra i quali le celeberrime "Old time religion", "Swing low sweet chariot" o la trascinante "O happy day", cantate con brillante sicurezza anche nei passaggi più difficili e che il pubblico ha ascoltato trattenendo a fatica gli applausi, ma sempre attento a mantenere fino alla fine l’intenso clima di meditazione creato in chiesa anche con l’espediente di tenervi le luci appositamente abbassate.

Giovanni Guzzi, aprile 2017

Fotografie di:
Angela Bartolo (Dialoghi di Pace a Barbaiana), Francesca Caccia (Papa Francesco a Monza), Giovanni Mezzacasa (Papa Francesco in Piazza Duomo a Milano)

APPENDICE

Cos’ha detto chi c’era

E siccome quel che conta è quel che dice il pubblico, andiamo a presentare quanto emerso dalle schede di rilevazione del gradimento dell’iniziativa compilate da quasi il 50% degli intervenuti: non lontani dal centinaio, un numero che diremmo buono, visto che alcuni se lo aspettavano superiore mentre altri erano meno fiduciosi e sono dunque stati positivamente sorpresi dalle presenze.
Provenienti principalmente da Barbaiana e dalle altre frazioni, Grancia e Pagliera di Lainate, ma anche da comuni vicini come Vanzago e Rho, e perfino dalla Bergamasca, i presenti, per il 20%, hanno apprezzato “tutto” senza distinzioni.
Il 50% ha individuato nel coro e nei canti
, con un paio di menzioni speciali per l’Ave Maria di Hans Nyberg, che ha chiuso la lettura in risposta all’invocazione alla Vergine di Francesco, quel che “è piaciuto di più”.
Il restante 30% di preferenze se lo sono suddiviso: “i lettori e l’efficacia della loro lettura” scenica rispetto a quella personale, “l’alternanza di musica e parole” foriere di “spunti di riflessione sulla pace” e, in definitiva, “il clima di pace e l’atmosfera” che l’insieme di tutti questi fattori ha determinato.
Un “dialogo bello ed una collaborazione ottima”, fra i lettori ed il “molto coinvolgente ed emozionante” sestetto delle giovani cantanti, che ha fatto della serata “veramente un importante momento di riflessione”.
Infine, osservando che “le brutte notizie fanno male alla pace”, affinché si facessero conoscere anche serate come questa dei Dialoghi di Pace, c’è chi ha dichiarato “avrei invitato qualche giornalista”. Peccato non l’abbia fatto davvero ma, ad ogni modo, un giornalista era presente: chi scrive e ne sta qui riferendo!

Per quanto si è ritenuto da migliorare, qualcuno ha lamentato le “troppe letture” (che tuttavia non sono durate più di mezz’ora netta, un tempo tutto sommato “sopportabile”), altri avrebbero voluto fossero accompagnate da immagini (cosa che però complicherebbe la realizzazione di una proposta che ha la sua forza nell’agilità e nella semplicità dell’allestimento), due schede hanno rilevato la “mancanza di una presentazione iniziale” (dimenticando come queste presentazioni troppo spesso debordino in poco interessanti lungaggini, sottraendo tempo alla vera ragione che ha richiamato i convenuti), altrettante avrebbero preferito che il coro si fosse posizionato al centro della chiesa e tutto rivolto verso il pubblico, corretta osservazione ma la scelta è dipesa dal fatto di non voler togliere la centralità alla croce posta davanti all’altare a dare il senso ultimo della proposta: che non era un concerto o uno spettacolo teatrale, bensì un momento di elevazione spirituale presentato in una forma adeguata ad essere vissuta come preghiera dai Cristiani e come tempo di meditazione da chi non lo fosse.
Ancora un paio di schede richiamano ad una maggiore cura nella pubblicità, ma per questo sappiamo bene che gli organizzatori fanno sempre tutto il possibile… ed anche di più, ed auspicano proprio una più ampia disponibilità a sostenere questa attività, fondamentale per decretare il successo dei Dialoghi di Pace e forse il loro aspetto più difficile da attuare.
Ciò detto occorre anche segnalare i molti che hanno ritenuto non vi sia “niente da migliorare” e questo spiega il fatto che il giudizio complessivo sulla serata abbia totalizzato la valutazione “buono” al 100%.
Risultato che, all’11° anno di esistenza dell’iniziativa, comincia ad essere ricorrente, naturalmente con soddisfazione sia di chi l’ha ideata sia di chi la organizza e collabora ad ognuna delle sue diverse edizioni.