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Il Mozambico e la maledizione delle risorse



IL MOZAMBICO E LA MALEDIZIONE DELLE RISORSE

Non sprecare energia è sempre la più efficace azione di pace


“Le guerre del futuro si combatteranno per l’acqua” ricordo si diceva a fine Novecento. Ed è vero, naturalmente. Però si continua a combatterle anche per le fonti di energia fossile, nonostante il loro utilizzo stia portando la Terra verso il disastro climatico: per il genere umano, s’intende, perché altre forme di vita potranno magari, al contrario, giovarsene mentre al pianeta, in quanto tale, non farebbe, è il caso di dirlo, “né caldo né freddo”.

Non è difficile verificare quanto il risparmio energetico abbia attinenza con le crisi geopolitiche e ambientali internazionali.

Abbiamo visto tutti, anche nei TG in prima serata, il gas invenduto dalla Russia bruciato nelle ciminiere degli impianti: per giunta generando gas serra senza alcun beneficio per nessuno. Ma la stessa cosa succede anche in Iran e, di certo, anche altrove.

Abbiamo visto di meno (noi ne abbiamo letto su Missioni Consolata – ottima rivista missionaria) come in Iraq, a Bassora, zona di campi petroliferi, la gente vive… cioè muore… per le malattie causate dall’inquinamento che subisce perché noi si possa sprecare energia elettrica… per esempio per illuminare inutilmente chiese e monumenti tutto l’anno (eccetto il giorno in cui ci si sente bravi perché si partecipa a “M’illumino di meno”).

E, forse, pochi poi avranno intuito che tutta la recente passione dei governi italiani per l’Africa (prima con le missioni di Di Maio, ora col “piano Mattei”) non è così disinteressata come la si vuol far credere.
Se infatti prima, in sede di incontri Onu sui cambiamenti climatici, si premeva perché le economie in via di sviluppo si orientassero verso fonti di energia rinnovabili, ora che a noi serve rimpiazzare il gas non più acquistabile dalla Russia gli investimenti che facciamo in Africa sono finalizzati a portarvi la tecnologia necessaria per garantire le nostre forniture. Almeno fintanto che non saremo riusciti ad emanciparcene. Poi… “chi s’è visto s’è visto” e chissà se verranno rispettati gli impegni per sostenere l’adattamento ai cambiamenti climatici: che hanno effetti più disastrosi proprio nei paesi che meno ne sono responsabili.

Un esempio? Il Mozambico. A quanto già qui abbiamo scritto (maggio 2022: Clima, guerra, energia >>>) aggiungiamo notizie del gennaio 2024 secondo le quali ENI ha realizzato una piattaforma in alto mare per estrazione e liquefazione del gas (ma nel nostro mare le trivelle non le vogliamo! - Il campanile e la trivella giugno 2016 >>>).
Uno dei pregi vantati? La posizione la mette al sicuro dai terroristi che, attratti dalle ricchezze individuate, non hanno tardato ad arrivare anche qui.
Ma nella provincia di Cabo Delgado, nel nord del paese, attorno agli impianti di estrazione sulla terraferma è guerra aperta. A fronteggiare le milizie jihadiste di Al-Shabaab (già tristemente note in Somalia), che avevano sconfitto i mercenari della Wagner, risulta siano ora arrivati i militari Rwandesi. Purtroppo con più interesse alla protezione degli impianti che a difendere la popolazione civile, spesso vittima degli scontri armati.

Giovanni Guzzi, marzo 2024
© Riproduzione riservata
Rilanciato da L'Amico del Clero, aprile 2024

 

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