Campanili Verdi



Energia: scampato pericolo?



Non ha capito la lezione chi spinge sul “via libera” ai consumi

ENERGIA: SCAMPATO PERICOLO?

Non ha capito la lezione chi spinge sul “via libera” ai consumi


Come non fosse successo niente…
Al momento in cui scriviamo, i costi di elettricità e gas sono in discesa e tendono a riavvicinarsi a quelli precedenti la “crisi economico-energetica” in vario modo dipendente dalla guerra che la Russia ha portato in Ucraina.

E, complici le poco lungimiranti convinzioni della maggioranza di chi svolge attività economico-politica (nel senso più ampio del termine e con i più vari ruoli: governo, opposizione, imprenditori, parti sociali, media…), che erroneamente continuano ad individuare nei “consumi” (di cui si auspica la ripresa) l’obiettivo da perseguire per garantire migliori condizioni di vita alla collettività, questa diminuzione dei prezzi energetici induce nell’opinione pubblica nazionale la sensazione di “pericolo scampato” e relativo “via libera” a consumare di nuovo non solo come prima… ma anche di più!

Nemmeno le conseguenze catastrofiche dell’alternanza di siccità e alluvioni (le une e le altre archiviate tacitando la coscienza sotto la voce “emergenze” imprevedibili) bastano a ricordarci il costo ambientale (e di conseguenza sociale) intrinseco a ciascuna delle modalità con cui oggi si produce energia.

Nessuna esclusa, tutte hanno “passività ambientali” i cui effetti - dai meno immediatamente evidenti, come le emissioni di anidride carbonica e l’inquinamento di aria, suoli e acque “accettabile per legge”, ai più eclatanti come nubi tossiche o sversamenti in mare causati da incidenti - non concorrono alla formazione del prezzo all’utenza ma vengono scaricate sulla collettività senza che questa possa averne piena e “quantificata” coscienza.

Inoltre, ognuna di esse richiede disponibilità di acqua: direttamente per la produzione, come nel caso dell’idroelettrico, o per esigenze indirette - come, ad esempio, il raffreddamento degli impianti - nelle centrali a gas, a biomasse, a carbone e nucleari, che ne richiedono enormi quantità. Senza dimenticare che, seppure in volumi di molto inferiori rispetto a quelle appena citate, serve acqua anche per i “campi” alimentati da fonti di energia rinnovabili, quali solare ed eolico.

In Europa sono soprattutto le nazioni mediterranee, come l’Italia, a doversi confrontare con questa realtà.
A causa della siccità estiva del 2022 la Francia, in precedenza esportatore netto di energia, ha dovuto importarne dagli stati confinanti essendo stata costretta a ridurre il funzionamento dei propri reattori nucleari non potendo attingere dai fiumi in secca la necessaria acqua di raffreddamento.

Giovanni Guzzi, giugno 2023
© Riproduzione riservata
Rilanciato da L'Amico del Clero, luglio-agosto 2023

 

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