Campanili Verdi



La signora Nice costruisce la pace



Col calorifero e l’assidua preghiera

LA SIGNORA NICE COSTRUISCE LA PACE

Col calorifero e l’assidua preghiera


Con mutevole personale coinvolgimento, in relazione ai disagi energetico-economici che ci comporta o alla paura per possibili conseguenze dirette, da un anno seguiamo tutti le vicende della guerra di aggressione con cui una potenza nucleare vuole appropriarsi dei territori di uno stato indipendente.

Al momento in cui scriviamo, i problemi legati all’approvvigionamento di gas ed al suo costo esorbitante sembrano meno gravi rispetto ai mesi scorsi.
Ma con una guerra del genere in corso, e con le sue implicazioni internazionali, è impossibile prevedere come la situazione si evolverà in futuro. Analogamente non è questa la sede per esplicitare tutte le concause che hanno determinato la situazione attuale.

Due di esse, però, si può evidenziarle. Una buona, l’altra preoccupante. La seconda è il cambiamento climatico, per cui le temperature di inizio inverno sono state miti, riducendo il fabbisogno energetico per riscaldamento.
La prima è stata il risparmio energetico che molti hanno adottato per contenere le spese.
Un’attenzione che dovremmo continuare a mantenere anche quando / se il costo dovesse tornare stabilmente più basso.
Perché ciò che l’economia non contabilizza (portandoci all’attuale grave condizione ambientale planetaria) sono i costi ambientali di ogni attività umana: caricati sulla collettività e sulle future generazioni, mentre si tengono stretti i profitti.

Ridurre il consumo di energia deve quindi avere una spinta etica, motivata dalla volontà di proteggere la nostra casa comune e non soltanto da ragioni di bilancio. Entrambe convergenti in un miglioramento ecologico utile anche a compensare i danni diretti della guerra.

E finalmente si sente parlare di tariffe vantaggiose che il governo in carica sta studiando per incentivare chi consuma meno energia (un tempo era il contrario!). Come hanno fatto qualche consorzio di gestione rifiuti, per chi produce meno “indifferenziato”, e i datori di lavoro che riconoscono, anche economicamente, il positivo contributo ambientale di chi utilizza la bicicletta e il trasporto pubblico.

In questo modo magari si farà cambiare idea ai gestori del negozio di abbigliamento che tengono la porta aperta in pieno inverno e poi chiedono il rimborso per le spese di energia e riscaldamento.
Augurandoci che, assieme a tutti quelli che fanno altrettanto, prendano esempio dalla signora Nice e dai tanti come lei di cui sappiamo dalle lettere ai giornali in questi mesi.

Appena è scoppiata la guerra e ha saputo che anche ognuno di noi la finanzia per l’acquisto del gas Russo, ha subito spontaneamente detto “allora spegniamo prima il calorifero, accendiamolo più tardi e teniamolo più basso”, non spreca gas tenendo la fiamma alta fuori dalla base della pentola, non lascia bollire l’acqua senza coperchio, accende la luce solo quando è proprio necessaria…

E prova un sincero dispiacere se le capita di dimenticarsi di spegnerla! Non perché ha speso qualche euro in più, ma per il consumo inutile che ha provocato, per le sue conseguenze sul pianeta e per chi, in tutto il mondo, paga il prezzo di guerre e violenze legate al controllo delle fonti di energia.

Così ogni giorno costruisce la pace, accompagnando con azioni concrete la sua assidua preghiera.

Giovanni Guzzi, febbraio 2023
© Riproduzione riservata
Rilanciato da L'Amico del Clero, marzo 2023

 

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