Campanili Verdi



Ingiustificate giustificazioni



A quale vita aspira chi “deve pur vivere”?

INGIUSTIFICATE GIUSTIFICAZIONI

A quale vita aspira chi “deve pur vivere”?


“Devo pur vivere” si scriveva su queste pagine (luglio 2022, leggi di più >>>) elencando abitudini che, oltre a non far bene a noi, non fanno bene al pianeta… ma alle quali non si vuole rinunciare: giustificandosi col fatto che “bisogna pur vivere”.
Torniamo sull’argomento perché può suggerire anche riflessioni sulla qualità della vita alla quale aspiriamo.

Una particolare sottolineatura merita il consumo di carne, la cui produzione è noto quanto sia impattante sull’ambiente. Ma le festose grigliate possono essere facilmente sostituite con altre pietanze altrettanto gustose e portatrici di gioia, mentre la carne sempre disponibile nella dieta quotidiana non è un obiettivo di equità sociale da perseguire, sebbene invocato da alcuni, pur lodevolmente impegnati nel contrasto della povertà.

E se è sempre positivo ritrovarsi a tavola, in famiglia e con gli amici, nel quotidiano o per momenti di festa, non lo è, però, eccedere e cibarsi di cibo “spazzatura”: visto che comporta la necessità di “smaltire calorie” o assumere farmaci per le patologie che questo consumo induce.
Eventualità contrastabili conducendo una vita più attiva e meno sedentaria.
Evitare l’automobile ma camminare, almeno per i brevi percorsi, e salire le scale anziché usare l’ascensore garantiscono un duplice risparmio: alla collettività di energia ed effetti ambientali per la sua produzione, ed al diretto interessato di tempo, denaro e faticosi esercizi in palestra.

Eppure “Devo pur vivere”, dice chi va a Messa in auto per non dover uscire di casa qualche minuto prima pur avendo la possibilità fisica di spostarsi a piedi o in bicicletta.
E gli fa eco chi è sempre in ritardo ed alla cronica incapacità di organizzarsi o alla mancata volontà di fare un piccolo sforzo di migliore organizzazione e gestione del proprio tempo (magari soltanto per cercare il giorno prima la fermata dell’autobus per arrivare in orario al treno) supplisce con la disponibilità dell’auto, indifferente alle conseguenze ambientali del suo utilizzo in alternativa ai mezzi pubblici: consumo di benzina, inquinamento per gas di scarico, consumo di ruote e freni che incrementano le polveri sottili, guerre per il controllo delle fonti di approvvigionamento, spese dirette e sanitarie indirette…

A tutto questo penso quando sento chi, incurante della sorte del pianeta in cui vivranno i suoi figli e nipoti, oppone un egoistico “devo pur vivere” a quanto sin qui si è argomentato.
O quando il “deve pur vivere” è la giustificazione di una sorella “troppo benevola” al passatempo di chi, in pensione e con molto tempo disponibile per fare del bene, percorre chilometri in auto per trascorrere tre intere giornate ogni settimana sulle rive di un fiume a pescare pesci che pesa e poi rigetta in acqua. Salvo poi lamentarsi per il soffocante caldo estivo e stupirsi per la siccità che prosciuga i corsi d’acqua e inaridisce le campagne.

Giovanni Guzzi, dicembre 2022
© Riproduzione riservata
Rilanciato da L'Amico del Clero, gennaio 2023

 

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