Campanili Verdi





Criteri di scelta per le minime azioni quotidiane: tutte hanno effetti “planetari”

LA BANALITÀ DEL BENE, ANCHE AL BAR

Criteri di scelta per le piccole azioni quotidiane: tutte hanno effetti “planetari”


Troppo banali o scontati? A volte ci viene il dubbio che possano avere tali caratteristiche i contenuti di questa sezione di Campanili Verdi, eppure…

Per ridurre i consumi di energia di cui potrebbe verificarsi la carenza (e per contenere le relative spese), le recenti indicazioni governativo-ministeriali, raccomandate all’opinione pubblica attraverso i mezzi di comunicazione di massa (ed agli stessi uffici pubblici con circolari interne), suggeriscono soluzioni sostanzialmente analoghe e non particolarmente più “sofisticate” rispetto a quanto, nel nostro piccolo, da tempo proponiamo. Sempre ispirati da quanto l’esperienza quotidiana presenta alla nostra attenzione: dimostrandoci come, pur nella loro semplicità, continuano a risultare ancora necessarie le riflessioni che essa suscita in noi e condividiamo con voi lettori.

È il caso, argomento già qui affrontato (La camicia di don Antonio e don Armando - leggi qui >>>, e “Devo pur vivere” - leggi qui >>>) ma che la realtà continua a riproporci, di un giovane prete, in ottima salute e con passato sportivo a livello agonistico, che ha meravigliato le volontarie addette alla preparazione della chiesa per la Messa chiedendo espressamente loro, in una mattina già autunnale di settembre e con temperature inferiori ai 18°C, di azionare i 4 ventilatori sul presbiterio: come in estate, quando si superavano di molto i 30°C!

Per quanto ci riguarda, invece, siamo contenti nel sopportare anche qualche minimo “sacrificio” quando siamo consapevoli che la nostra modesta rinuncia contribuisce a ridurre il consumo non essenziale delle risorse naturali del pianeta - da destinare a chi ne ha davvero necessità - ed a salvaguardare la qualità dell’ambiente in cui esse vengono prelevate: troppo spesso senza riguardo per chi in questi luoghi vive e vede la propria salute compromessa dal mancato rispetto di adeguate norme e precauzioni tecniche nell’esercizio delle attività industriali. Il tutto accompagnato da violazioni dei diritti umani e violenze di ogni genere.

Sono, questi nostri, pensieri ricorrenti in molte circostanze.
Tra le quali, per limitarci ad un solo secondo esempio, quando d’estate osserviamo nebulizzatori a pieno regime (e in inverno tornano le stufe da esterno) fra i tavolini nei “dehors” di bar e ristoranti.
Locali che, per di più, complice la pandemia e le limitazioni alle presenze nei luoghi chiusi, hanno ottenuto autorizzazioni ad ampliamenti anche su aree all’aperto prima destinate a verde ma che ancora oggi, con le restrizioni non più vigenti, restano variamente pavimentate da erba sintetica o tavolati: sotto i quali difficilmente può crescere (e potrà ricrescere) la vegetazione…
Della quale possiamo comunque dimenticarci perché, si sa, una volta che qualcosa è stato “temporaneamente” concesso diventa un “diritto acquisito” e non più reversibile.

Ecco dimostrato come, e perché, anche scegliendo dove bere (o non bere) un caffè incidiamo in positivo o in negativo sulla qualità delle nostre città, sul benessere che ci offrono, sulla salute del pianeta, e sul nostro futuro.

Giovanni Guzzi, ottobre 2022
© Riproduzione riservata
Rilanciato da L'Amico del Clero, novembre 2022

 

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