Campanili Verdi



La camicia di don Antonio e don Armando



LA CAMICIA DI DON ANTONIO E DON ARMANDO

È con piccole scelte individuali che prepariamo le collettive, più impegnative


Realtà e obbligo governativo: l’una e l’altro è diventato quanto in Campanili Verdi, trattando di modificazioni climatiche e connessi gravi problemi economici e sociali che investono la nostra vita quotidiana (non escluso, e non irrilevante, il benessere psicofisico di ciascuno), da tempo raccomandiamo o stigmatizziamo (ad esempio in “Monumenti spenti. Menomale”, “I tigli non vanno a corrente” o “Viaggi e pellegrinaggi” - AdC marzo 2022, novembre e settembre 2017).

Purtroppo, passando dal dire al fare, Stato, Regioni e Comuni, le stesse autorità pubbliche che promulgano decreti e ordinanze, non sono in grado di attuare ciò che propongono nemmeno per i provvedimenti di più elementare realizzazione negli ambiti di stretta competenza e sotto il rispettivo diretto “controllo”.

Così, per limitarci ai due più “banali” (ma clamorosi) esempi, sui mezzi del trasporto pubblico locale, anche quando la giornata estiva è fresca, l’aria condizionata è tarata su temperature eccessivamente basse e in vettura si gela (e ci si ammala) mentre fuori anche l’asfalto si scioglie e liquefà come fosse neve.
E con i fondi dedicati alla “transizione ecologica” (nei quali rischia di entrare di tutto, non sempre a buon diritto!) non risulta si sia pensato ad acquistare semplici termometri con cui verificare se, nei vari ambienti degli uffici pubblici, è rispettata la temperatura “di legge”: magari istituendo un progetto specifico sul quale incaricare un lavoratore (addetto anche a vigilare sulla buona norma del mantenimento delle finestre chiuse con raffrescamento o riscaldamento in funzione). Il conseguente risparmio energetico, ed economico, garantirebbe di certo un bilancio in forte attivo rispetto al costo da sostenere, anche per le possibili incentivazioni premiali da destinarsi a lui ed ai colleghi in caso di raggiungimento degli obiettivi prefissati.

Resta, ed in questa sede non possiamo che raccomandarci ad essa: la libera, intelligente, consapevole iniziativa individuale che non mette a tacere la propria coscienza e trova soddisfazione nel vincere l’egoismo dell’immediata utilità personale con la finalità sociale e solidale di ogni nostra pur piccola ed apparentemente modesta azione.

Come quella di don Antonio e don Armando che, anche con temperature “roventi”, sappiamo rinunciano ai ventilatori sull’altare e, quando celebrano la Messa “in trasferta”, si portano in borsa una camicia di ricambio con cui sostituire quella usata sotto i paramenti sacri.

È anche così, non avendo paura di ciò che, un poco, ci può “costare”, che si “prepara il terreno” alle scelte collettive - più impegnative e difficili da attuare ma ormai indifferibili - che si impongono ad ognuno di noi ed all’intera umanità.

Giovanni Guzzi, agosto 2022
© Riproduzione riservata
Rilanciato da L'Amico del Clero, ottobre 2022

 

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