Campanili Verdi



“Devo pur vivere”



“DEVO PUR VIVERE”

La giustificazione di chi, per il proprio comodo, non si cura dei, ben più gravi, problemi altrui


“Devo pur vivere”, dice chi d’estate tiene il condizionatore dell’ufficio pubblico a 20°C (tanto la bolletta elettrica non la paga di tasca sua), quando d’inverno ha il riscaldamento a 25°C per poter stare in camicia anziché infilarsi un maglione.
O accende la stufetta (elettrica), per poter stare in maglietta: quando i termosifoni sono spenti perché la stagione invernale è terminata (o non è ancora cominciata) e quelle intermedie hanno qualche giornata un po’ “freddina”.

“Devo pur vivere”, dice il parroco che riempie con 3-4 ventilatori e condizionatori il presbiterio e li aziona anche alla prima messa della mattina quando la temperatura non è ancora particolarmente alta e insopportabile.
E magari ha potato malamente, o addirittura tagliato al piede, i tigli che ombreggiavano e rinfrescavano (gratis) la chiesa, il sagrato e il portico…

“Devo pur vivere”, dice l’“atleta” che, d’estate, siccome fuori “fa caldo”, spreca energia per correre in casa sul “tapis roulant” al fresco del condizionatore…

“Devo pur vivere” è l’affermazione con cui la maggior parte delle persone, di ogni età, categoria e condizione sociale, giustifica il fatto che vengono, tristemente, prima di tutto il proprio egoismo e la ricerca della comodità personale, anche a discapito degli altri, almeno finché si ha la possibilità di godere di comfort e risorse naturali…

E non valgono ad intaccare questi atteggiamenti neppure tragedie quali una guerra campale a poche migliaia di chilometri dai nostri confini (con i connessi problemi di approvvigionamenti energetici e alimentari e, conseguentemente, anche economici) o fenomeni planetari che non ci scomponevano quando riguardavano altri popoli ma, neppure ora che li abbiamo sul territorio nazionale (siccità, alluvioni, collasso dei ghiacciai, ingressione salina dal mare nelle acque dolci costiere… e perfino le cavallette!), ci inducono alla necessaria conversione di comportamenti.

Nemmeno quando, in fin dei conti, come dimostrano gli esempi in apertura, basterebbe avere attenzioni non così difficili da mettere in atto, che non costano poi particolari sacrifici, e sono però importanti per almeno due ragioni.
Intanto, per quanto modeste possano essere, sono la goccia che, non cadendo, evita di far traboccare il vaso.
Ed in più, contribuiscono a formare nell’opinione pubblica una coscienza sociale disponibile a comprendere, approvare e sostenere le scelte potenzialmente impopolari dei governi e degli organismi internazionali per una vera svolta: dalle politiche economiche distruttive e di sfruttamento indiscriminato del pianeta che ci ospita, verso una direzione che salvaguardi la sola casa a disposizione delle future generazioni, che nessuno ha diritto di rendere invivibile.

Giovanni Guzzi, luglio 2022
© Riproduzione riservata
Rilanciato da L'Amico del Clero, settembre 2022

 

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