Campanili Verdi



Monumenti spenti. Menomale!



Ma non sia solo per una notte.

MONUMENTI SPENTI. MENOMALE!

Ma non sia solo per una notte.


Monumenti spenti. La “clamorosa” protesta dei sindaci contro l’aumentato costo dell’energia si è concretizzata nel tenere spenta l’illuminazione notturna dei monumenti cittadini. Menomale, e finalmente, diciamo noi.

Già in passato abbiamo affrontato il tema dal punto di vista dell’inquinamento luminoso prodotto dall’illuminazione notturna (quando non indispensabile e non correttamente realizzata), che arriva ad impedirci il meraviglioso, naturale e gratuito, spettacolo della volta stellata (Se la chiesa è troppo accesa, leggi di più >>>).

Peccato l’azione dimostrativa si sia conclusa nel volgere di una sola notte.
Proponiamo che venga resa permanente ed, anzi, estesa anche alle prossime luminarie natalizie (sappiamo di un’associazione ambientalista che aveva proposto ai commercianti di devolverne il costo ad iniziative di cura della cecità nei bambini dei paesi poveri: con duplice e meno effimero beneficio; più info in: Stelle vere per tutti, leggi di più >>>).

E speriamo ponga fine alla deprecabile moda della colorazione più o meno variopinta dei campanili e delle proiezioni di immagini di vario genere sulle facciate di chiese, palazzi e castelli: ben più preziose e che non hanno bisogno di simili esempi di cattivo gusto per emozionare chi le ammira. Per lo più (si vuole sperare) pagate dai comuni e non dalle parrocchie ma, di certo, non contro la volontà delle medesime, se non proprio con il beneplacito ecclesiastico.

Forse la miriade di punti luminosi nella notte ci fa paura perché ridimensiona la nostra illusione di crederci al centro dell’universo e di poterne controllare le leggi ed i conseguenti fenomeni fisici e naturali. Allora preferiamo nasconderla dietro i bagliori accecanti di surrogati infinitamente più banali e funzionali solo alle leggi del libero (si fa per dire) mercato.

Tornando al motivo della protesta, viene da dire che i comuni, e tutti coloro che si lamentano per il costo dell’energia, prima di chiedere ad altri contributi per saldare le proprie bollette, dovrebbero innanzitutto pensare (non per una notte ma ogni giorno) a ridurre gli sprechi energetici che dipendono da loro stessi.

Ad una fiera di settore sull’argomento, nei primi anni 2000, ricordo si affermava essere proprio il risparmio energetico la principale fonte di energia già immediatamente disponibile: pari ad almeno un terzo del fabbisogno.
Ma anni dopo, nel 2017, in un comune del nord Milano, una selezione per un ruolo di tecnico proprio in campo energetico si svolse in un’aula con caloriferi tanto bollenti da poterci friggere sopra le uova al burro: quando si era in aprile e si stava a meraviglia con le finestre aperte.
Analogamente, nel settembre dell’anno successivo, ad un appuntamento con il titolare di un ufficio diocesano, oltretutto attivo nell’attuazione dei principi della Laudato si’, fui ricevuto a finestre aperte ma con il condizionatore funzionante perché “Devo far circolare l’aria!”.

Per non dire degli innumerevoli convegni, ecclesiali e no, con illustri relatori (addirittura ex ministri che ora lo sono diventati di nuovo) a spiegarci il baratro del disastro planetario in cui stiamo rischiando di precipitare ma indifferenti al fatto che si stesse a luci accese e tapparelle chiuse… con il sole che splendeva all’esterno.

Ben più del costo monetario che oggi ci affligge, il conto che tutti paghiamo, ma che non viene adeguatamente contabilizzato e di cui non abbiamo la corretta, anche drammatica, percezione, è quello delle conseguenze ambientali che la produzione di energia (da qualsiasi fonte) inevitabilmente comporta.

Ancora una volta, l’esortazione di Papa Francesco a combattere la cultura dello scarto (e dello spreco) ci indica la via per un’azione non irrilevante ed alla portata di tutti.
Anche nel suo piccolo, ciascuno di noi, se ci pensa onestamente, sa cosa può cominciare a fare.

Giovanni Guzzi, febbraio 2022
© Riproduzione riservata
Rilanciato da L'Amico del Clero, marzo 2022

 

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