Campanili Verdi





Parte VI - Parola di Benedetto XVI

“ACQUISTARE È SEMPRE UN ATTO MORALE OLTRE CHE ECONOMICO”

Parte VI - Parola di Benedetto XVI


“Consumismo”, tempo addietro, era un vocabolo utilizzato con accezione negativa, in quanto ideologia superstite, ma non migliore, dell’altrettanto deprecato “comunismo”. Oggi invece, anche da sinistra, non si sente che invocare il “rilancio dei consumi”.

Ma “acquistare è sempre un atto morale oltre che economico…” afferma Benedetto XVI nella “Caritas in veritate” (capitolo 5 n. 66).
Non “dimenticarsene”, per qualsiasi genere di immediata convenienza, è doveroso anche - e proprio - per orientare le nostre azioni: a scala personale e, risalendo nelle diverse forme di aggregazione sociale, fino alle scelte politico-economiche degli stati e delle organizzazioni internazionali.

Anche chi si trova sul gradino più basso ha, infatti, un margine di azione per incidere in modo non trascurabile sul complesso dell’economia generale.

I privati potrebbero fare beneficienza tenendo in considerazione, fra i criteri da seguire per indirizzare le proprie offerte, anche le azioni attuate per rendere più ecologicamente sostenibile ogni propria attività da parrocchie ed istituzioni ecclesiali. Le quali, da parte loro, sarebbero così indotte a metterle in pratica ed a darne pubblica evidenza.

Qualche esempio?
Sponsorizzazioni di giornali parrocchiali e feste patronali: riservate, o almeno con offerte privilegiate, ad aziende che garantiscano e documentino concreta sensibilità ambientale.
Alienazione di edifici: vendita ad operatori scegliendo non chi garantisca la massimizzazione dell’utile ma orientando alla responsabilità sociale e verso il bene comune.
Rinuncia ai premi offerti dalla grande distribuzione (anche se possono fare comodo) e non sostenerne le campagne promozionali (magari anche dal pulpito), invece pensare iniziative che incentivino il piccolo commercio di vicinato.
Riservare a quest’ultimo le diverse forme di “spesa sospesa”.
Commissionare prodotti da forno per Natale e Pasqua ai fornai che producono in proprio anziché ai produttori industriali o alle rivendite, o selezionare chi è più in difficoltà ed ha più bisogno per stare aperto.

Considerando che ciò che è dato è anche reso: perché i negozi di prossimità sono un servizio alla città, vi si fa meno coda e, rispetto all’anonimato individualista delle grandi strutture, vi si intessono relazioni umane con gli esercenti e con i clienti.

Solidarietà è anche questo, pago forse un po’ di più ma aiuto a mantenere posti di lavoro sul territorio e vicino a casa, con tutti i benefici anche ambientali che questo comporta.
Così sostengo l’economia offrendo dignità e non solo carità, altrimenti continuo a creare condizioni inique proprio mentre cerco di aiutare.

Continua in settembre 2021:
Il pane “su misura”.
Parte VII - Soddisfazioni del frequentare i piccoli negozi >>>

Segue da giugno 2021:
Sostenere i consumi? La bussola e la leva
Parte V - Una proposta praticabile… a tavola >>>

Giovanni Guzzi, maggio 2021
© Riproduzione riservata
Rilanciato da L'Amico del Clero, luglio-agosto 2021

 

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