Campanili Verdi



Sostenere i consumi? Il prezzo basso



SOSTENERE I CONSUMI? IL PREZZO BASSO

Parte IV - Se io “faccio un affare” c’è qualcuno che ci rimette


Il “debito ecologico” della Terra cresce proporzionalmente ai consumi (L'impronta ecologica: il fabbisogno umano di natura - leggi di più >>>), le restrizioni indotte dalla pandemia sono una realistica guida per un modello di organizzazione sociale ed economica che preservi condizioni ambientali compatibili con la sopravvivenza del genere umano, nessuna spesa è neutra…

Giunti a queste sintetiche conclusioni riflettendo sul tema della presunta necessità di “rilanciare i consumi” (leggi di più da questa sezione in febbraio, marzo e aprile 2021), è bene porsi qualche domanda.
Chiedersi com’è possibile pagare cifre irrisorie nei locali in cui “puoi mangiare tutto quello che riesci” dovrebbe precedere il desiderio di tornare ad affollarli non appena si potrà.
Dal commercio elettronico chi perde? Se le società proprietarie si arricchiscono a dismisura ed i clienti pagano meno.
Forse i lavoratori sfruttati? I negozi di prossimità che chiudono (con un bilancio in perdita fra posti di lavoro creati e persi)? Il traffico che aumenta assieme agli imballaggi?

Al momento di pagare chiunque (privato o istituzione) “spunta” un prezzo basso pensa di fare un affare…
Poi, però, alcune imprese “non reggono” ed i giovani non trovano lavoro e devono emigrare.

Anche a questo bisogna dunque pensare quando (in buona fede e con le migliori intenzioni) anche istituzioni ed organizzazioni (incluse quelle ecclesiali) stringono accordi con la grande distribuzione per le tessere della Caritas, il Banco Alimentare, il recupero del fresco o per sponsorizzare le mense per i poveri ed altre pur benemerite iniziative: la carità è e sarà sempre necessaria, ma la giustizia può far sì che lo sia un po’ meno.

La tentazione di relazionarsi con i “più grandi”, “più forti”, “più organizzati”, oltre ad essere comprensibilmente più comoda è del resto naturale: perché è quel che fa, singolarmente, anche la maggioranza degli individui allettata dagli sconti e da una comunicazione accuratamente studiata per essere convincente.

Una comunicazione che, lo si nota sempre di più, ha colto l’importanza dell’accresciuta sensibilità ambientale dell’opinione pubblica e la sta cavalcando, anche - va riconosciuto - con iniziative buone e condivisibili; viceversa sottovalutate da chi avrebbe potuto precederle.

In proposito viene da pensare, ad esempio, ad una diocesi che, con lungimirante iniziativa, costituisca una sorta di “gruppo d’acquisto” per sfruttare l’effetto scala e la massa critica dell’insieme delle parrocchie nell’intento di ottenere ribassi nei costi delle forniture per le utenze di gas, luce e via dicendo, ma che non includa nei requisiti e nelle condizioni contrattuali anche la contabilizzazione degli impatti ambientali conseguenti alla loro produzione.

Continua in giugno 2021:
Sostenere i consumi? La bussola e la leva.
Parte V - Una proposta praticabile… a tavola >>>

Segue da aprile 2021:
Sostenere i consumi? Pensiamoci meglio
Parte III - Nessuna spesa è “neutra” >>>

Giovanni Guzzi, marzo 2021
© Riproduzione riservata
Rilanciato da L'Amico del Clero, maggio 2021

 

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