Campanili Verdi



Sostenere i consumi? Pensiamoci meglio



SOSTENERE I CONSUMI? PENSIAMOCI MEGLIO

Parte III - Nessuna spesa è “neutra”


Come possono, piccole organizzazioni della società civile come le associazioni, o realtà periferiche di istituzioni maggiori, come le parrocchie, incidere sulle “grandi” scelte economiche degli stati nazionali o dei poteri finanziari che ad essi si affiancano (e spesso li condizionano)? Quindi anche sull’orientamento delle politiche che, come continuamente si sente ripetere da chiunque, devono essere necessariamente finalizzate al rilancio dei consumi.
Sembrerebbe impossibile, e quelli trattati anche nelle precedenti due parti dei nostri ragionamenti su questo tema (febbraio >>> e marzo 2021) sembrano problemi ed argomentazioni lontani dall’esperienza quotidiana delle persone “comuni”.

Chi fosse effettivamente convinto di ciò sottovaluta il fatto che, al contrario, tutta la costruzione economica è incentrata sul condizionamento del “consumatore”. Dunque la prima azione alla portata di tutti è quella culturale di portare in ogni ambito la “politica” ed il dibattito pubblico su questi temi. Anche a partire dai semplici foglietti informativi domenicali, oltre che sui giornali più strutturati o sugli altri strumenti di comunicazione disponibili. Cosa che invece, come chi scrive sa bene per esperienza diretta, troppo spesso “si teme” per miopi esigenze di presunta “imparzialità”, più correttamente definibili “ricerca del quieto vivere”.

Ma anche l’azione concreta ha il suo spazio. Infatti, nessuna spesa sostenuta è “neutra”, perché ha il potere di confermare o mettere in discussione la struttura economica della nostra società e la direzione verso cui la si intende condurre.
Per capirci bastano due esempi.

Nei mesi del primo confinamento per l’emergenza covid-19 abbiamo preso atto del fatto che uno Stato, giustamente preoccupato per la salute dei cittadini, può considerare servizi essenziali (che dunque devono restare aperti) le rivendite delle sigarette e concedere ristori ai locali in cui si pratica il gioco d’azzardo (che almeno per un po’ sono rimasti chiusi).

E nella polemica sulla mancata riapertura degli impianti sciistici nessun ragionamento più ampio si è fatto sulla compatibilità ambientale degli impianti di risalita e di ciò che sta loro attorno: che distruggono paesaggisticamente la montagna e ne tradiscono lo spirito riducendola ad una “giostra” in comprensori turistici affollati ed inquinati per il traffico automobilistico come le città dalle quali proviene chi li frequenta, per non dire delle risorse idriche ed energetiche consumate per l’innevamento artificiale. Nel vociare generale sul tema, se c’è stata, non si è potuta sentire la voce di chi osserva che, nel futuro a breve termine determinato dalle modificazioni climatiche in corso, i ghiacciai scompariranno e la neve sarà sempre più rara: a questo scenario, e non a mantenere il “circo”, l’economia della montagna deve essere aiutata a prepararsi fin da ora. Farlo domani sarà troppo tardi.

Continua in maggio 2021:
Sostenere i consumi? Il prezzo basso.
Parte IV - Se io “faccio un affare” c’è qualcuno che ci rimette >>>

Segue da marzo 2021:
Sostenere i consumi o cercare un’alternativa?
Parte II - È il covid stesso ad indicarci la strada >>>

Giovanni Guzzi, febbraio 2021
© Riproduzione riservata
Rilanciato da L'Amico del Clero, aprile 2021

 

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