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Sostenere i consumi o cercare un’alternativa?



SOSTENERE I CONSUMI O CERCARE UN’ALTERNATIVA?

Parte II - È il covid stesso ad indicarci la strada

Non era stata una pandemia come l’attuale, ma il virus della mai sazia umana avidità di denaro, a determinare la precedente grave crisi finanziaria dell’economia “occidentale” fra il 2007 e il 2013. Allora qualche voce si era levata a suggerire che, anche in relazione problema ambientale delle modificazioni climatiche del quale governi ed opinione pubblica cominciavano (seppur tardivamente) ad essere consapevoli, era necessario ripensare il nostro sistema economico e passare dalla rincorsa ad un’insostenibile continua crescita della produzione di beni e relativi consumi ad un’economia incentrata sul godimento di servizi.

Non se ne fece nulla e, passata l’emergenza, tutto sommato agevolmente per chi già era ricco, ma con gravi conseguenze per chi non lo era, si è ricominciato a fare quel che si faceva prima.
Però, è stato detto, “non si può pensare che le cose cambino se continuiamo a fare le stesse cose”.

Così, dopo un decennio, eccoci ad affrontare le conseguenze economiche dei nostri tentativi di fronteggiare il diffondersi del covid 19. E di nuovo ci si presenta l’obbligo di una scelta.

Tamponiamo il problema, cercando di minimizzare i danni e sperando di uscirne il prima possibile ed orientiamo ogni impegno finanziario a sostenere e “rilanciare i consumi” confidando di essere più competitivi di altri sul mercato planetario?

Oppure cogliamo l’opportunità che ci è offerta per ripensare il nostro modello di società prima che economico? Per costruire una civiltà che non viva sempre oltre il limite delle sue possibilità confidando nella buona sorte ed in condizioni favorevoli, ma che abbia in sé la capacità di adattarsi anche a crisi impreviste, di qualunque natura esse siano.

Senza dimenticare che siamo “tutti fratelli” e dovremmo perseguire il bene generale dell’umanità e non il nostro particolare (familiare, cittadino, nazionale…) a discapito di quello altrui.

La sfida non è così impossibile da vincere e le contromisure che i governi hanno imposto alla popolazione per contenere il contagio del covid 19, tutto sommato accettate dalla quasi totalità di essa, già ci indicano la via che possiamo iniziare a percorrere anche con le nostre libere scelte e l’impegno civico di individui e comunità.

* Evitare gli acquisti nei giorni festivi e, per questi (generi alimentari e non solo), scegliere negozi di prossimità anziché i centri commerciali fuori comune.
* Ridurre all’indispensabile mobilità privata a motore e pendolarismo per lavoro e scolastico.
* Partecipare alla vita pubblica sostenendo il consenso a politiche che favoriscano ed incentivino scelte nel senso descritto, realizzino reti capillari di trasporto pubblico in superficie e progettino le città secondo criteri di pianificazione urbanistica che prevedano servizi e verde di quartiere raggiungibili a piedi da casa e riportino nei centri storici la vita quotidiana di chi li abitava ma ne è stato espulso dalle vetrine del lusso e di “centri commerciali diffusi”, dai servizi al turismo di massa e dalla speculazione finanziaria che ne ha fatto sedi di uffici e residenze elitarie ed esclusive… Salvo poi, in tempo di crisi, far ricadere sulla collettività i costi sociali di tutto ciò ed, anzi, trarne ulteriore guadagno investendo sull’incremento del debito pubblico.

Continua in aprile 2021:
Sostenere i consumi? Pensiamoci meglio
Parte III - Nessuna spesa è “neutra” >>>

Segue da febbraio 2021:
Sostenere i consumi: sicuri che ci conviene?
Parte I - Ripetere gli errori già fatti aggrava il debito del pianeta, e saremo noi a pagarlo >>>

Giovanni Guzzi, gennaio 2021
© Riproduzione riservata
Rilanciato da L'Amico del Clero, marzo 2021

 

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