Campanili Verdi





IL “VIRUS” E LA SOCIETÀ MASSIFICATA

Le contraddizioni fra ciò che siamo invitati a fare e ciò che abbiamo sempre fatto… e torneremo a fare?

 

Saranno state efficaci? Non lo saranno state? Al momento in cui scriviamo non abbiamo idea di quanto possano essere effettivamente servite le indicazioni comportamentali che le autorità hanno decretato di far adottare alla popolazione per contenere la diffusione del virus che ha aggredito anche l’Italia.

Ascoltandole annunciate in TV dal Presidente del Consiglio dei Ministri, abbiamo però subito notato che, di fatto, molti di quelli raccomandati sono gli stessi suggerimenti che in questa rubrica proponiamo anche per il tempo ordinario: per vivere meglio noi stessi e per senso di responsabilità verso le generazioni future che abiteranno la Terra.

Raccomandazioni, quelle governative, che, tuttavia, contraddicono gran parte delle scelte ordinarie che privati e pubbliche amministrazioni di ogni livello compiono ogni giorno, naturalmente sotto la spinta degli interessi economici di pochi e dell’indifferenza della maggior parte della popolazione; che anzi, come fossimo moderni “lotofagi”, arriva a considerarle desiderabili.

Nonostante la connotazione negativa del vocabolo “massificazione”, tutto nella nostra società, ormai non solo occidentale ma planetaria, porta in quella direzione.
Dalla concentrazione della popolazione nelle città a quanto avviene, in vari settori, all’interno di esse.

Uscendo dalla città, l’obiettivo è il “diritto” di spostarsi velocemente ovunque su grandi distanze. Dunque evviva l’aereo con la tariffa bassa per passare il fine settimana in una capitale europea ed il treno ad alta velocità per “quella volta” che lo devi prendere.

E pazienza se poi, ogni giorno, “io abito là e vengo a lavorare qua”, “tu abiti qua e vai a lavorare là” e ci incontriamo tutti - per lo più fermi - ognuno chiuso nella sua auto su strade che non bastano mai.
O in viaggio su mezzi pubblici affollati o insufficienti.

Perché parlare di telelavoro, fino a qualche tempo fa, almeno nella pubblica amministrazione, era qualcosa di “fantascientifico” e, per ogni genere di bandi - forniture di beni e servizi o ricerca di personale -, la volontà di attribuire punteggi preferenziali legati alla maggiore vicinanza al punto di consegna o alla sede di lavoro era vista come un’indebita introduzione di disparità di condizioni.

Il tutto naturalmente “rinforzato” dalla logica dei media, per lo svago ma non solo, che ci vogliono ammassati a milioni e sempre al guinzaglio, seppure elettronico.

Poi è arrivato “il virus”… e (giustamente) bisogna stare a “distanza di sicurezza” l’uno dall’altro, anche in casa!

Giovanni Guzzi, marzo 2020
© Riproduzione riservata
Rilanciato da L'Amico del Clero, maggio 2020

 

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