Simpatici equivoci ed errori in cui incorre chi non conosce gli alberi
“Così come un albero deve essere potato…”. Anni addietro, rispondendo ad una lettera che gli era stata indirizzata, il direttore di un importante settimanale cattolico generalizzava erroneamente ad ogni specie arborea, correlandola ad una sua ipotetica migliore crescita, l’affermazione evangelica riferita alle potature. Che l’evangelista, competente in materia grazie alla sua esperienza quotidiana, circoscriveva invece alle piante da frutto precisando “…perché porti frutto”.
Nell’equivoco, determinato dall’odierna interruzione del legame diretto fra uomo e natura e diffuso dal sopra citato direttore presso decine di migliaia di lettori, anche religiosi e laici che hanno in gestione un qualsiasi patrimonio arboreo sono spesso accomunati alla maggioranza della popolazione.
La questione non è irrilevante: una sbagliata manutenzione si risolve in costi aggiuntivi ed immotivati ed in esiti esattamente contrari a quelli voluti. Senza addentrarci in maggiori dettagli, si vuole qui soltanto richiamare la necessità di un’avveduta consapevolezza anche in questo ambito e della necessità di avvalersi di professionisti competenti. Affidarsi “ai papà dell’oratorio” per interventi di arboricoltura non è la scelta più idonea, anche per ragioni di sicurezza ed assicurative. Ai professionisti occorre però fare “le domande giuste” e questo è possibile anche senza essere esperti in arboricoltura.
Meno grave, ma divertente ed eloquente prova di quanto sia necessaria una maggiora cultura ambientale, è la simpatica vicenda che ha per protagonista involontario l’Arcivescovo di Milano, Mario Delpini.
Anche i disegnatori del suo stemma arcivescovile sono infatti incorsi nell’errore che porta a chiamare indifferentemente “pino” ogni sempreverde dotato di aghi e “pigne”. Quindi non solo i pini veri e propri ma anche cedri e, soprattutto, abeti: gli alberi di Natale.
E con la sua forma piramidale e la presenza di numerosi rami bassi è appunto più simile ad un abete natalizio l’albero araldico dell’Arcivescovo Mario. Che da persona di spirito qual è, quando ne sarà informato ci farà sopra una risata, e magari ne trarrà spunto per una predica: arguta come sono tutte le sue!
PS
A loro parziale scusante (ma ne saranno stati consapevoli?) i grafici possono addurre il fatto che la specie più frequentemente utilizzata come albero di Natale (specialmente nel Nord Italia) è l’abete rosso; detto anche peccio e scientificamente classificato col nome di Picea abies: dunque appartenente al genere Picea ma anche alla famiglia delle Pinaceae, condivisa con i pini che, a loro volta, vi sono inclusi.
Giovanni Guzzi, settembre 2018
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Rilanciato da L'Amico del Clero, novembre 2018
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