Campanili Verdi



Passare leggeri sul mondo



Secondo dialogo fra un credente (forse) e un non so

PASSARE LEGGERI SUL MONDO

Secondo dialogo fra un credente (forse) e un non so

 

R. Mi piacerebbe viaggiare per il mondo e visitare altri continenti, ma non me lo posso permettere. Intendimi bene: non sarei un turista “superficiale” perché mi piacerebbe incontrare le persone, specialmente quelle per le quali la vita è più faticosa.

G. A me questo non manca. Al contrario, mi metterebbe a disagio trovarmi, nella mia condizione comunque di privilegiato, fra chi non può fare altrettanto. Per di più, la consapevolezza che un viaggio aereo ha un notevole impatto ambientale me lo fa ritenere giustificato soltanto se la mia presenza fisica altrove è davvero determinante per rendere il mondo migliore: ovvero comporta benefici maggiori delle negatività ecologiche che determina.
Diverso sarebbe, ovviamente, il caso in cui dovessi viaggiare per lavoro: ad esempio come geologo per trovare e portare acqua a chi non la ha.
Quanto agli abitanti del “mondo povero”… povertà e guerra li spingono fin sotto casa mia anche senza che io me ne allontani. E posso conoscerli, con la loro cultura e la loro terra, ad esempio leggendone le vicende sulle riviste missionarie.

R. Ma ci vuole tempo, che ci manca sempre di più.

G. Non è detto. Se invece che starmene chiuso da solo nella mia auto, che sottrae spazio e aria alle nostre città, scelgo di spostarmi con i mezzi pubblici, pesando di meno sull’ambiente ed assieme ad altri, ecco che potrò leggere invece che guidare e guadagnerò il tempo che mi occorre.

R. Ammetto che tu sei molto più avanti di me.

G. No, non credo di esserlo in modo particolare. Cerco solo di mettere in pratica quello che ho imparato da chi ne sa più di me. Non è questione di chi sia più avanti o più indietro. Ognuno porta idee e soluzioni però, una volta che sono note, il "peccato" - inteso in senso cristiano o civile - è non attuarle.
Quanto alla mia scelta, ammetto che non sia facile ma la mia vita non ne risulta meno “ricca”. Anzi. Io sono molto contento di “passare leggero” sul mondo e di non “approfittarne” per più dell’indispensabile.
Anche nei piccoli gesti. Come quello di non usare in mensa più di un tovagliolo di carta, invece che prenderne pacchi poi abbandonati sul vassoio del self service. O il preferire i fazzoletti in stoffa che si possono lavare a quelli di carta usa e getta… L’attenzione nelle piccole cose è l’esercizio che ci serve per riuscire ad averne altrettanta in quelle grandi.
Ricordi la parabola che raccomanda a chi ha due vestiti il dovere di darne uno al povero?
Nel nostro caso, ogni volta che usiamo più risorse naturali rispetto a quelle che ci servono per vivere, anche lo spreco minimo che potremmo evitare diventa immediatamente un furto di risorse che spettano a chi ne aveva diritto ed al quale le abbiamo sottratte.

Giovanni Guzzi, febbraio 2017
© Riproduzione riservata
Rilanciato da L'Amico del Clero, aprile 2017

 

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