Campanili Verdi



Il Vangelo della tramvia



Il sogno di papa Francesco a Monza in tram: come a Cracovia

IL VANGELO DELLA TRAMVIA

Il sogno di papa Francesco a Monza in tram: come a Cracovia

 

“Sono quello che faccio”. Questo sembra dirci in ogni suo gesto Papa Francesco. Ed è proprio questa coerenza fra quello che predica e quello che vive a suscitare tanta simpatia nei suoi confronti da parte dell’opinione pubblica. La regola non viene meno quando si considerano i temi che ha affrontato nella Laudato si’.

A sorprendere, non troppo in positivo, è che per smuovere le coscienze, anche su questioni perfino banali, occorrano suoi gesti e sue pubbliche prese di posizione. Ne abbiamo già scritto su queste pagine a proposito della raccomandazione a non liberare colombe o palloncini in occasione di momenti festosi in ambito ecclesiale (leggi di più C'è un'ombra nel volo della bianca colomba >>>) e torniamo a farlo pensando alla giornata che trascorrerà a Milano e dintorni sabato 25 marzo.

Sappiamo infatti che alcuni comitati attivi nella tutela del Parco di Monza, preoccupati per l’effetto che sui suoi prati potrebbero avere le centinaia di migliaia di persone che accorreranno per la Messa che vi è prevista nel pomeriggio, gli hanno scritto invitandolo a celebrarla altrove. Su questo Francesco non potrà fare molto. Sarà invece la buona educazione dei fedeli che vi prenderanno parte che potrà offrire agli occhi di critici e dubbiosi una limpida testimonianza ed evitare al Papa brutte figure. Confidiamo perciò che ciascuno sia più che attento a rispettare la superficie erbosa e diligente nell’evitare che al termine della celebrazione si presenti alle telecamere l’orrendo spettacolo della distesa di rifiuti che regolarmente vi lasciano i tifosi della Formula 1 finito il Gran Premio.

Ma parlando di auto ci viene in mente uno dei maggiori problemi ambientali che accomuna Milano e Monza: la pessima qualità dell’aria, a sua volta determinata in prevalenza dall’esorbitante traffico veicolare privato mentre i servizi di trasporto pubblico locale vengono penalizzati e spesso (come in Provincia di Monza e Brianza, ma non solo qui) sono addirittura a rischio di soppressione, con buona pace dei polmoni di tutti.

Con negli occhi le foto del Cardinale Bergoglio sui mezzi pubblici di Buenos Aires e le immagini di Papa Francesco che sul tram di Cracovia si avvia ad incontrare i giovani della GMG, siamo certi che, se fosse libero di farlo (e se esistesse un servizio efficiente), sarebbe ben contento di spostarsi anche da Milano a Monza su una moderna metrotramvia, salutando sorridente dal finestrino i fedeli assiepati lungo il percorso.

Dal 1876 al 1966 questa linea c’era: ed era cominciata come un'ippovia, ovvero un "tram a cavalli".
Poi, con il progresso (sic!), è stata abbandonata e, nonostante metropolitane ed autobus, i tempi di percorrenza odierni sono diventati ben più lunghi di un tempo…

Ed allora ci piacerebbe che, una volta ripartito il Papa - ma, perché no? anche prima -, l’Arcivescovo di Milano ed i suoi Vicari delle 7 zone pastorali nelle quali l’Arcidiocesi è suddivisa dessero il buon esempio ai propri sacerdoti ed ai fedeli che sono loro affidati spostandosi per i rispettivi impegni utilizzando esclusivamente i mezzi pubblici ed organizzando i propri appuntamenti in funzione della loro disponibilità.

Oltre a dare un’importante testimonianza (ed a sollecitare incisivamente anche la politica) potrebbero essere davvero concretamente vicini alle persone anche condividendone una delle maggiori fatiche quotidiane e li incontrerebbero in uno dei pochi luoghi che ancora si prestano a favorire relazioni umane e che sono frequentati dalle fasce più “deboli” della popolazione. Perché la questione non deve porsi nel senso di “come faccio a rinunciare all’auto?” ma in quello di pensarsi senza di essa.

A chi sostenesse l’improponibilità di un simile suggerimento avanzando l’obiezione che l’Arcidiocesi ambrosiana è una fra le più grandi del mondo, ricordiamo che, ai suoi tempi, nei quali non esistevano mezzi di locomozione a motore, San Carlo Borromeo ne visitò tutte le parrocchie almeno due volte ciascuna.
Fermamente convinti che, così facendo, gli ambrosiani potrebbero ancora una volta dimostrarsi lungimiranti e suscitare emulazione, saremmo comunque contenti di sapere che il contenuto di questa pagina ha fatto modificare i propri comportamenti a qualcuno, o che in questa ed in altre diocesi qualcuno l’ha già anticipato.
Chi ne fosse a conoscenza ce lo scriva.

Giovanni Guzzi, gennaio 2017
© Riproduzione riservata
Rilanciato da L'Amico del Clero, marzo 2017

 

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