Strade come fiumi - parte IX
L’autunno è in arrivo. Senza l’incertezza indotta dagli effetti del cambiamento climatico, in ogni senso fuori dal nostro controllo ad impedirci qualsiasi previsione, usualmente lo considereremmo la stagione delle piogge.
A questa “tradizione meteorologica” dunque ci rifacciamo e, fornendo ai lettori alcuni punti fermi che ci aiutino a comprendere questo fenomeno atmosferico, chiudiamo i ragionamenti in materia di relazioni fra piogge e territori antropizzati avviati su queste pagine nel novembre 2024 e con i quali abbiamo attraversato l’anno trascorso.
DEFINIZIONI DELLA PIOGGIA
La classificazione della pioggia è duplice con riferimento alla valutazione di due diversi parametri
* In base a QUANTITÀ PER UNITÀ DI TEMPO si distinguono
precipitazione (pioggia) debole < 2 mm/ora
precipitazione moderata 2-6 mm/ora
precipitazione forte 6-10 mm/ora
rovescio > 10 mm/ora
nubifragio > 30 mm/ora (o > 50 mm/2 ore)
* In base a DIAMETRO DELLE GOCCE E VELOCITÀ PER UNITÀ DI TEMPO parliamo di
acquerugiola: gocce < 0,06 mm / velocità = 20 cm/secondo
pioviggine: gocce < 0,5 mm / velocità = 1 m/s
pioggia normale: gocce 1-3 mm / velocità = 2-4 m/s
acquazzone: gocce / velocità = 5-8 m/s
LA VERA “BOMBA D’ACQUA” e LE “CATASTROFI PIANIFICATE”
L’espressione “bomba d’acqua”, che piace tanto ai media, deriva dal vocabolo inglese Cloudburst (letteralmente “scoppio di nube”) con cui si definisce una pioggia improvvisa, molto intensa e di breve durata che solitamente cade in un ambito territorialmente circoscritto.
La maggior parte di questi fenomeni si verificano durante i temporali (che praticamente possiamo distinguere dalle tempeste perché vi sono presenti scariche elettriche, i fulmini), nel corso dei quali violenti sbalzi d’aria a volte impediscono alle gocce di condensa di cadere a terra.
Una grande quantità di acqua può quindi accumularsi ad alti livelli e, se le correnti verso l'alto si indeboliscono, ricadere a terra tutta assieme e provocare significativi danni.
Ad essa però non possono essere ascritti i danni derivanti dall’incuria e dall’errata progettazione e gestione urbanistica di cui sono invece responsabili tecnici ed amministratori (e privati cittadini) che nascondono le proprie colpe facendo passare per “calamità naturali” quelle che in realtà sono “catastrofi pianificate”.
ALCUNI ESEMPI ECLATANTI
L’intensità della pioggia nei casi più gravi può essere solo congetturata.
Una pioggia di 63 mm (2,47 pollici) in 3 minuti fu registrata da un pluviometro automatico a Portobelo, Panama, il 29 novembre 1911, e uno di 1,50 pollici (38 mm) in 1 minuto fu registrato al pluviometro Barot nei pressi di Les Abymes, in Guadalupa, il 26 novembre 1970.
Ci sono stati casi, tuttavia, in cui l’erosione provocata nel terreno dall’acqua di un temporale sembrano indicare un’intensità di pioggia ancora maggiore.
IN ITALIA ED EUROPA IN TEMPI RECENTI
Milano, 25 luglio 2023, ore 4 di mattina, centralina di via Juvara: 46 mm in 10 minuti
Valencia, 29 ottobre 2024, 42 mm in 10 minuti e 179,4 mm in 1 ora.
In entrambi i casi ci sono state conseguenze (più o meno gravi) sulle città.
Considerandole a valle delle argomentazioni proposte in questo ciclo di articoli, ognuno potrà trarre le proprie conclusioni.
Giovanni Guzzi, agosto 2025
© Riproduzione riservata
Rilanciato da L'Amico del Clero, ottobre 2025
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