Campanili Verdi



Tutti felici per il nuovo laghetto nel parco



Strade come fiumi - parte VIII

TUTTI FELICI PER IL NUOVO LAGHETTO NEL PARCO

Strade come fiumi - parte VIII


Tutti felici per il nuovo laghetto nel Parco alle porte di Milano! Lo dice anche il TG Regionale nel maggio-giugno 2025 intervistando i qualificati esperti della materia: i passanti a piedi e in bicicletta sulle sue rive.

Del resto anche i comitati e gli ambientalisti delle associazioni che si oppongono a consumo di suolo e vasche di laminazione organizzano da tempo le proprie attività di sensibilizzazione e le manifestazioni “contro” proprio sulle sponde del vicino specchio d’acqua artificiale che la direzione del Parco ha già realizzato in precedenza.

Purtroppo nessuno di costoro riflette sul fatto che, trattandosi anche in questi casi di bacini artificiali (perché non determinati da affioramento superficiale della falda idrica o impermeabilità del suolo naturale o altre strutture con vera utilità e senso tecnico-scientifico: ad esempio bacini di ricarica artificiale e biofiltrazione per migliorare la qualità delle acque), questa illusoria forma di naturalizzazione con prevalente funzione estetico-ludico-architettonica non fa altro che sottrarre ulteriori metri quadrati alle già ridotte superfici disponibili all’infiltrazione delle acque meteoriche nel sottosuolo.

È il caso di ricordare che, nel maggio 2024, con le vasche di laminazione a Niguarda realizzate ed attive, il Seveso ha comunque mandato sott’acqua porzioni del quartiere a nord di Milano con piogge tutt’altro che eccezionali: 100 mm / giorno. Come si è visto in questa serie di riflessioni, ben al di sotto della capacità di assorbimento di un terreno naturale (almeno 300 mm / giorno).

Ma lo si sapeva, e il Comunicato del 22 luglio 2020 con cui il Comune di Milano annunciava l’avvio dei lavori per la controversa vasca di laminazione al Parco Nord sgombra il campo da ogni alibi dichiarando che è provato dal regime delle piogge 2019 - 2020 che allagamenti si verificano a Niguarda anche con contributo delle sole acque piovute a valle dello scolmatore di Palazzolo (che devia verso il Ticino parte della portata del Seveso proveniente da monte).

Al di là dei costi di realizzazione poi sostenuti, che non è mai facile comprendere bene del tutto, e dell’incertezza su quanto costerà la gestione dell’impianto e chi la pagherà (alla fine toccherà anche ai comuni, che pure continuano a disinteressarsi colpevolmente della questione, anche non considerando la pratica ed efficace proposta del Gruppo Naturalistico della Brianza “un premio alla buona condotta… in senso idraulico!” per la tariffazione delle pavimentazioni impermeabili), si dice che l’area, in definitiva un’ulteriore porzione di suolo impermeabilizzata, verrà compensata da cessione al Parco Nord di altre aree per superfici molto maggiori.

Resta il dubbio, e s’impongono le domande: si tratta di superfici oggi cementificate che saranno de-impermeabilizzate? O superfici già ora permeabili, che perciò non aggiungono alcun reale maggiore beneficio al sistema? Ci stiamo informando.

Giovanni Guzzi, luglio 2025
© Riproduzione riservata
Rilanciato da L'Amico del Clero, settembre 2025

 

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