Strade come fiumi - parte VI
Cementificazione e consumo di suolo sono le principali cause della potenziale sovrapponibilità fra strade e fiumi, l’abbiamo qui spiegato (vedi precedenti da novembre 2024) e ne sono tutti convinti. Anche se, all’atto pratico, poco si fa per porre rimedio al problema intervenendo per arrestare e, meglio ancora, invertire il processo.
Un’altra possibile soluzione, a costi ben inferiori a quelli richiesti per realizzare opere idrauliche, al solito la offre la natura. A suggerircela è una semplice osservazione di quel che accade quando piove.
Su un suolo naturale, ricoperto d’erba ed in cui sono presenti arbusti e alberi a formare strutture vegetali su diversi successivi piani verticali, l’acqua di pioggia arriva a terra a velocità attenuata: cosa che ne facilita l’infiltrazione nel sottosuolo evitando la rapida saturazione del suo primo strato ed il conseguente ruscellamento in superficie che, viceversa, andrebbe ad aumentare il volume d’acqua del reticolo idrico, dai suoi rami periferici fino ai recettori principali, generando le piene distruttive.
Quando la copertura vegetale del suolo è più semplice, come nel caso dell’agricoltura industriale, il suo effetto positivo è evidentemente minore. Anche l’assenza di filari e boschetti a incorniciare i campi coltivati fa mancare l’effetto diga diffuso che, a sua volta, rallentando la velocità di scorrimento dell’acqua in caso di alluvioni, ne riduce la forza di impatto su strutture ed edifici che incontra sul suo percorso e, ancora, favorisce l’infiltrazione.
Se poi consideriamo la natura stessa del suolo nell’agricoltura industriale: antiparassitari, erbicidi e concimi chimici, tanto per cominciare, causano inquinamento e impatti diretti anche sugli stessi prodotti coltivati oltre che sulle acque, sugli insetti benefici (api ed altri impollinatori) e, più in generale, sulla catena alimentare della fauna selvatica e su quel che ci arriva in tavola e nel bicchiere.
Non tralasciando di ricordare che questi prodotti, quando derivano da sintesi chimica, sono anche costosi e soggetti agli inconvenienti delle vicende geopolitiche. Pensiamo ai concimi a base di azoto: che hanno visto crescere di molto il loro costo, con grandi impatti economici sulla produzione agricola, per effetto della guerra della Russia in Ucraina che li ha resi merce rara.
Se, infine, passiamo a considerare la struttura fisica del suolo, quel che accade dopo prolungati periodi di siccità - suolo secco con crosta più dura e minore capacità di assorbimento all’arrivo della pioggia - viene incrementato dall’impoverimento in sostanza organica che è un effetto collaterale all’introduzione massiva della chimica in agricoltura.
Invece la sostanza organica - ad esempio quella definita compost - per “effetto spugna” ha una capacità molto alta di assorbire acqua.
E garantisce questa stessa positiva caratteristica ai suoli che ne sono ricchi. Contribuendo a renderne anche meno dura e impenetrabile la superficie quando si asciuga in assenza di piogge.
Ecco perché incrementare la sostanza organica nel suolo, ad esempio integrandovi il compost, sarebbe un’ottima soluzione per migliorarne la capacità di assorbimento: dell’acqua ma anche delle sostanze nutritive che rende più facilmente disponibili alle radici delle piante coltivate.
Giovanni Guzzi, maggio 2025
© Riproduzione riservata
Rilanciato da L'Amico del Clero, giugno 2025
Approfondimenti ed ulteriori informazioni su queste tematiche sono pubblicati sul portale www.rudyz.net/campaniliverdi
Grazie ai lettori che scrivono alla redazione commenti e suggerimenti per questa rubrica, perché ci permettono di orientarla secondo i vostri desideri, curiosità ed interessi.
Giovanni Guzzi è ideatore e curatore di Campanili Verdi, più info >>>
Contatti: campaniliverdi@rudyz.net