“Cosa c’entriamo noi?” Lettera aperta all’amico Edo
Transizione ecologica. Ora ne parlano tutti. Fra i tanti, anche nella Chiesa, specialmente nell’autunnale “Tempo del creato”. Non sempre però alle parole corrispondono fatti coerenti. Perché per farlo occorrono preparazione e allenamento.
Nel “caso studio” di cui in proposito già si è qui scritto (AdC 2022 febbraio: Piccole sfide ambientali locali >>>) si sono mobilitati oltre un centinaio di cittadini e decine di associazioni, si sono portate mozioni e ordini del giorno nei consigli comunale e regionale, ne ha scritto la stampa locale e si è arrivati perfino alla TV nazionale: a Report su Rai 3.
Però, rispetto alla citata precedente campagna del 2005-06, non si è riusciti ad impedire un “misfatto” “pseudo ecologico”: ora sotto gli occhi di tutti e, forse, non del tutto estraneo alla mancata rielezione dell’amministrazione comunale che tanto pervicacemente l’ha voluto.
Siccome ragionare su ciò che si fa e sui risultati ottenuti (positivi e negativi) è sempre esercizio utile, nell’insuccesso di cui scriviamo individuiamo alcune cause (non tutte) sulle quali qui ci interessa soffermarci.
* L’ambigua posizione di associazioni ambientaliste locali ed Enti regionali, non sempre adeguatamente competenti e consapevoli sulle tematiche affrontate, che ha offerto a sindaco e assessori il tappeto sotto il quale nascondere la polvere delle proprie idee confuse in materia. Dimostrazione di quanto avere le migliori intenzioni non basti… e possa, invece, far danni!
* Le contraddizioni di un partito politico che, in regione, ha disconosciuto l’azione della propria sezione locale.
* Livelli regionali di associazioni ambientaliste che, in un caso, non hanno adeguatamente sostenuto i propri referenti sul territorio e nell’altro, viceversa, non hanno fatto osservare al circolo locale l’inopportunità di posizioni incongruenti con le proprie campagne regionali e nazionali.
* Infine la “tiepidezza” di associazioni ed enti (ecclesiali e non) che, non avendo la custodia del creato come esplicita finalità principale (ma anche avendola), hanno avanzato dubbi e distinguo e, in definitiva, non hanno condiviso e appoggiato l’appello che anche a loro era stato rivolto rispondendo: “Cosa c’entriamo noi?”.
Edo opera in una di queste ultime. Quel che gli abbiamo risposto può valere anche per altri, perciò lo pubblichiamo.
«Caro Edo,
certo non per darti lavoro aggiuntivo, visto che già ne hai tanto, però la mia richiesta non è banale e mi aspetto aiuto specialmente da voi prima che da altri: a partire dalla nostra conoscenza reciproca e relativa collaborazione che datano da anni, e perché è innanzitutto dagli amici che lo si attende quando se ne ha bisogno.
Aggiungo poi diverse altre, non trascurabili, buone ragioni.
Quest’opera inutile è finanziata con fondi regionali oltre che dalla fiscalità nazionale e comunale: quindi sottraendoli ad altre destinazioni più utili, per esempio la cooperazione internazionale che tanto ti sta a cuore.
Il vostro statuto include l’attività ambientalista e abbiamo condivisa la vostra iscrizione nell’elenco comunale delle associazioni attive nella nostra città: quindi non è improprio che prendiate posizione per qualcosa che la riguarda sebbene la vostra sede sia altrove.
Sostenere le persone bisognose in Africa ed ovunque è giusto, doveroso e importante, ma le loro condizioni potranno essere migliori (pensa ai cambiamenti climatici e relative conseguenze) se nei paesi ricchi si avrà maggiore attenzione all’ambiente. Se obietti “Perché mai devo interessarmi di Milanino io che vivo a Milano e mi interesso di Africa?”, perché mai altri che vivono in Italia dovrebbero interessarsi all’Africa? I poveri ci sono anche da noi!
In ambito scientifico, per dimostrare che tutto è interconnesso, si sostiene che “il battito d'ali di una farfalla in Brasile può provocare un uragano in Europa”… figurarsi un parcheggio che sottrarrà fiori di prato a più d’una farfalla.
Tu dici: “non conosco la realtà... ecc... ecc...”, ma l’appello che avete ricevuto descrive vicenda e presupposti con compiutezza e dettaglio, basta un minimo sforzo per leggerne le argomentazioni (5’ tempo totale) e verificare se sono convincenti.
Tutti siamo pieni di impegni e faremmo a meno di dover avviare sempre nuove campagne (guadagnando anche nuove ostilità), ma di fronte alle piccole ingiustizie (per le quali si rischia poco) bisogna opporsi per allenarsi a non far finta di nulla quando se ne dovessero presentare di più grandi e sarà più facile trovare la scusa buona per “chiamarsi fuori”.
Infine non trascurare il fatto che, per un’associazione, anche sostenere queste campagne è un modo per far sapere che si esiste e può avere ritorni positivi...
Nel suo splendido “1000 ragioni per vivere” Helder Camara porta molti argomenti a favore di quanto ti ho scritto. Sono certo che lui e Josè mi aiuterebbero… e sarebbe curioso non voglia farlo proprio tu che me l’hai regalato, cosa per cui ti sono riconoscente a vita».
Giovanni Guzzi, luglio 2024
© Riproduzione riservata
Rilanciato da L'Amico del Clero, agosto-settembre 2024
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