Dal dipinto di
Venezia 1518 - 1594
Siamo nello stesso ambiente in cui si trova il dipinto “Cristo davanti a Pilato” che abbiamo visto nel novembre scorso (Leggi di più >>>).
La scena è divisa in più parti che ora analizziamo e commentiamo.
1. La cucina.
È separata dalla sala da alcuni gradini, dove il pranzo ha inizio.
L’accoglienza, l’attenzione agli altri inizia in cucina, per questo bisogna sempre ringraziare coloro che preparano il pranzo.
Cucinare è un atto tipicamente umano, che distingue l’uomo da tutti gli altri animali:
- il mio gatto quando gli do il latte non mi chiede anche i biscottini o altro…
- il mio cane mangia le ossa… anche senza sale;
- il leone quando cattura una bestia non dice alla leonessa: “tragen sie bitte die Gewurze und das Fleisch zu wurzen” - "Per favore, portate le spezie per speziare la carne". Mangia e basta, non solo “mit oder ohne Gewurze” – “con o senza spezie” - ma pure “ohne Lowin” - senza leonessa.
2. La mensa.
Il pittore rappresenta il momento della comunione degli apostoli, ma l’atmosfera, quasi cupa, è dominata ancora dall’annuncio del tradimento. Gesù sta dando la comunione a Pietro, una comunione che ha la forma dell’ostia, mentre stringe tra le braccia Giovanni, il discepolo più piccolo, più fragile, che va sempre custodito.
Giuda, di spalle, seduto vicino a Giovanni, tiene la borsa col denaro.
Particolare: Giuda è l’unico che guarda Gesù, quasi incredulo di quello che sta accadendo: guarda ma non comprende perché prima non ha ascoltato, ossia non ha fatto suo l’insegnamento di Gesù; ha vissuto con lui ma non ha condiviso la sua vita con lui. Ora è lì, fisicamente vicino, ma lontano idealmente.
Gli altri apostoli stanno chiacchierando tra loro. C’è un detto tipicamente nostro: per noi italiani mangiare non è mai solo mangiare!
Vero! Perché ci sono vari modi di mangiare:
- Nutrirsi
Il cui scopo è saziarsi, abbuffarsi fino a non poterne più. Questo è il criterio che molti usano per giudicare la riuscita o meno di un matrimonio, di un “geburstag” (compleanno).
L’importante è saziarsi, mangiare prima degli altri e pure da solo… mangio quando il mio stomaco lo pretende, nelle ore più impensate, mangio fisicamente con gli altri, ma intanto ascolto la musica o gioco con il cellulare…- Mangiare
“L’uomo è ciò che mangia” disse Feuerbach, o meglio si può dire che l’uomo è tale per come mangia. Mi spiego: io sono al centro di tutto, come, dove, con chi, cosa… lo decido solo io (Io vengo se si mangia…; io non mi siedo accanto a...; questo non mi piace… e resta nel piatto; io ho finito… quindi mi alzo e me ne vado; non è ancora arrivato il secondo… chiamatemi quando arriva, intanto rispondo al telefono…; Ma non c’è… io voglio…; mi manca…; eppure non mi alzo… gli altri mi devono servire…)- Pranzare
I signori pranzano, il che è molto di più! Gustano, non si ingozzano: gusta chi si alza da tavola con ancora un po’ di appetito.
Ringraziano, prima o poi, chi ha preparato, anche al ristorante chiedono per favore e ringraziano il cameriere. Conversano e dialogano, ascoltano e intervengono, partecipando alla discussione… ossia avendo il piacere di stare a tavola con gli altri.
Non avanzano, per rispetto di chi ha preparato. Oppure chiedono di poterlo portare a casa per mangiarlo il giorno dopo, ma non buttano perché conoscono il valore del cibo e portano rispetto per chi non ne ha.
Il rispetto dell’affamato comincia con il non creare scarti.
Torniamo al dipinto.
Sta sulla parete della sala nella quale si svolgeva il pasto offerto ai poveri della città, chiamato appunto pastum o caritas. Il pittore ha voluto sottolineare la continuità tra il dipinto e la realtà di cui fanno da intermediari i due poveri in primo piano, ritratti che danno le spalle alla tavolata degli Apostoli.
Si partecipa all’Eucarestia per imparare qui, da Gesù, come essere caritatevoli nella vita, non il contrario: io non vado a Messa perché non conosco nessuno, quando li conoscerò, quando saremo amici, quando la comunità andrà d’accordo… allora ci andrò.
Questo modo di ragionare non è cristiano. Si sappia! Oltre ad essere pura illusione.