Richiamo alla memoria la comparsa del movimento ecologico nella recente storia politica tedesca. Pur non avendo forse spalancato finestre, è stata e rimane un grido che anela all’aria fresca, che non si può ignorare né accantonare perché vi si intravede troppa irrazionalità.
Persone giovani si erano rese conto che nei nostri rapporti con la natura c’è qualcosa che non va; che la materia non è data soltanto per il nostro fare, che la terra stessa porta in sé la propria dignità e dobbiamo seguire le sue indicazioni.
Quando nel nostro rapporto con la realtà qualcosa non va, dobbiamo tutti riflettere seriamente sull’insieme e tutti siamo rinviati alla questione circa i fondamenti della nostra stessa cultura.
L’importanza dell’ecologia è ormai indiscussa: dobbiamo ascoltare il linguaggio della natura e rispondervi coerentemente.
Ma esiste anche un’ecologia dell’uomo. Anche l’uomo possiede una natura che deve rispettare e che non può manipolare a piacere.
L’uomo è spirito e volontà, ma è anche natura, e la sua volontà è giusta quando egli ascolta la natura, la rispetta e accetta sé stesso per quello che è, e che non si è creato da sé. Proprio e soltanto così si realizza la vera libertà umana.
Tornando ai concetti fondamentali di natura e ragione è stato detto che le norme possono derivare solo dalla volontà. Di conseguenza, la natura potrebbe racchiudere in sé delle norme solo se una volontà ve le avesse messe e ciò presupporrebbe un Dio creatore.
In Europa, sulla base della convinzione circa l’esistenza di un Dio creatore sono state sviluppate le idee dei diritti umani, dell’uguaglianza di tutti gli uomini davanti alla legge, dell’inviolabilità della dignità umana in ogni singola persona e della responsabilità degli uomini per il loro agire.
Queste conoscenze della ragione costituiscono la nostra memoria culturale. Ignorarla o considerarla come mero passato sarebbe un’amputazione della nostra cultura nel suo insieme e la priverebbe della sua interezza.
La cultura dell’Europa è nata dall’incontro tra Gerusalemme, Atene e Roma, dall’incontro tra la fede in Dio di Israele, la ragione filosofica dei Greci e il pensiero giuridico di Roma. Questo triplice incontro forma l’intima identità dell’- Europa.
Nella consapevolezza della responsabilità dell’uomo davanti a Dio e nel riconoscimento della dignità inviolabile dell’uomo, di ogni uomo, questo incontro ha fissato dei criteri del diritto, difendere i quali è nostro compito in questo momento storico.
Penso che anche noi oggi, come il giovane re Salomone, non potremmo desiderare altro che un cuore docile, la capacità di distinguere il bene dal male e di stabilire così un vero diritto, di servire la giustizia e la pace.