Giovanni



Ho avuto sempre cara l'appartenenza all'Ordine dei Geologi



Lettere del 15 dicembre 2004 all'Ordine dei Geologi e del 15 giugno 2012 agli ex colleghi Aquater

HO AVUTO SEMPRE CARA L'APPARTENENZA ALL'ORDINE DEI GEOLOGI

Le ragioni di una ribadita conferma di impegno, l'esortazione a sostenere ed incoraggiare i giovani e riflessioni sull'esperienza dell'Aquater di San Lorenzo in Campo (PU)

 

                        Spett. Ordine dei Geologi della Lombardia
                        alla c.a. del Presidente

Caro Rovagnani,
                ti prego di voler accettare la mia richiesta di cancellazione dall’Ordine a partire dal gennaio 2005.
    Sono iscritto all’Ordine dal maggio 1968 (n.° 586 dell’elenco nazionale), cioè dalle origini. Malgrado abbia lavorato alla dipendenza di Società italiane ed estere, ho sempre avuto cara l’appartenenza all’Ordine, nel modesto intento di contribuire a sostenerlo e renderlo più visibile.

    Solo dopo il pensionamento, avvenuto ormai una decina d’anni fa, ho avuto la necessità, per brevi lavori, di esibire l’appartenenza all’Ordine.

    Lascio l’Ordine con rammarico, poiché, non potendo esercitare con sufficiente continuità la professione per motivi che non sto ad esporre, non vorrei che l’appartenenza all’Ordine suscitasse la curiosità di qualche ufficio delle imposte e mi ponesse immeritatamente dei problemi.
    Continuerò tuttavia a dedicarmi, se non altro curando studi che ho in corso, ai temi dell’idrogeologia e geologia ambientale, che sono fra quelli che più mi hanno interessato nella mia esperienza.

    Ho comunque la soddisfazione che la geologia sia rimasta in famiglia, essendo mio figlio Giovanni anch’egli geologo (iscritto nell’elenco speciale).

    Nel salutarti (ti ho incontrato una sola volta a Bergamo, ma mi sento ancora da te rappresentato in quanto geologo lombardo), vorrei raccomandare a te ed al Consiglio di curare con maggior rigore l’applicazione da parte degli iscritti di una corretta deontologia professionale.

    Troppi nostri colleghi si svendono per un piatto di lenticchie, come m’è capitato di vedere (Studi Geologici per Comuni, oppure V.I.A. e Rapporti ambientali per compagnie petrolifere, per farti alcuni esempi), avvilendo vergognosamente, pur di ottenere un lavoro, la geologia e geomorfologia del territorio.

    Né torna ad onore ed a vantaggio della professione il fatto che studi professionali ben avviati approfittino di giovani laureati per risparmiare sui costi di manovalanza, con il risultato di una fuga dalla professione di tanti elementi validi.

    Colgo l’occasione per inviare a te, al Consiglio Regionale ed alla Signora che cura la segreteria i miei migliori saluti, insieme con gli auguri per il Natale e l’anno nuovo,

Umberto Guzzi, Cusano Milanino, 15 dicembre 2004

       

Cari amici Geologi, colleghi e compagni di Università miei e di mio padre, Umberto Guzzi, a tutti voi che l'avete conosciuto annuncio che è morto domenica 9 febbraio (più info su www.rudyz.net/umberto).

        Lo scrivo agli amici in indirizzo che l'hanno conosciuto e all'Ordine perché, cominciando con la costituzione del Gruppo Studenti Geologia nel 1958, a tutela del diritto allo studio, ha sempre sostenuto l'importanza dell'ordine dei Geologi, pur non avendo quasi mai esercitato la libera professione.

       Lo ha fatto, in anni più recenti, solo per un breve periodo ma sempre cercando di offrire occasioni di lavoro e di esperienza a giovani professionisti; che "pretendeva" fossero pagati correttamente ed adeguatamente dai committenti: privati o pubblici quando aveva svolto il ruolo di CTU in alcune perizie giudiziarie.
      Anche in questo senso per lui era importante il ruolo dell'OdG.

       Quando ha deciso di non rinnovare l'iscrizione all'ordine, lo ha fatto "imponendomi" di continuare ad iscrivermi io.

       E, ciononostante, non ha mai smesso di dedicarsi allo studio dell'idrogeologia (di cui è stato uno dei fondatori in Italia nel corso della sua attività professionale negli anni '70) ed alle sue ricadute ambientali e nelle scelte politiche delle pubbliche amministrazioni, oltre alla doverosa comunicazione finalizzata al trasferimento di queste informazioni alla pubblica opinione.

        Lo ha fatto fino ai suoi ultimi giorni lavorando ai problemi sottovalutati del contenuto di nitrati nelle deposizioni atmosferiche (leggi di più >>>), della tutela dell'acquifero profondo (leggi di più >>>) e del ripristino della funzionalità idrogeologica della pianura nel nord Milano (leggi di più >>>) di cui un po' tutti siete a conoscenza.

Giovanni Guzzi

 

Non mi sembra vero che il tuo papà se ne sia andato, anche se poi ha ragione il sacerdote officiante (leggi di più >>>). Però è dura… È il momento che arriva sempre troppo presto. Ma è stata una vita ben spesa e lascia un grande vuoto anche negli amici.
Un saluto e un abbraccio molto affettuoso a tutti voi.
Enzo De Michele

Tanti amici sono venuti a dare un ultimo saluto al tuo papà. È stata la sua bontà, il suo altruismo e i suoi tanti impegni sociali che hanno raccolto intorno a lui e a tutti voi tanto affetto.
        Anna

Giovanni, questo dramma mi ha colpito più di quanto potessi aspettarmi.
Un caro abbraccio ad Olga e te anche da parte di mia moglie Elda.
Arrivederci...
Fulvio Urani

Ciao Giovanni,
mi rattrista sapere che il tuo papà non è più con noi.
L’ho conosciuto tanti anni fa (era ancora il secolo scorso) tramite il dott. Mazzarella, che all’epoca era il mio capo.
Umberto mi diede subito da leggere una sua pubblicazione (interessantissima) sull’uso dei dati di temperatura delle acque sotterranee di una zona delle Marche, come esempio di sistema di monitoraggio a basso costo, ma efficacissimo di tali risorse naturali.
Lui e Mazzarella erano degli innovatori in campo idrogeologico, a volte purtroppo non totalmente compresi.
È stato da allora, anche grazie allo spessore morale e professionale del tuo babbo, che ho imparato cosa significava lavorare in campo idrogeologico e anche quale importante missione fosse quella di occuparsi di acqua… io che venivo da una tesi in AGIP.
Ho letto le belle parole di Giulio Vitale e non posso che associarmi a lui nella memoria di Umberto, che comunque rimarrà sempre con noi nel cuore.
Ti abbraccio forte e ti chiedo di dare un affettuoso saluto al tuo papà da parte mia.
Maurizio Gorla

Ciao Maurizio,
grazie per quel che mi scrivi. Pensa che la mia decisione di iscrivermi a geologia è dipesa anche dall'essere stato con mio padre (da ragazzino) proprio a fare le misure di temperatura che ricordi.
Giovanni

Ciao Giovanni, mi dispiace davvero tanto. Con tuo papà ho fatto i primi lavori da libero professionista. Ho un bellissimo ricordo soprattutto dei giorni a Cairo Montenotte. Mi lasciò anche una sondina piezometrica che ho ancora. Provai a restituirgliela ma non la volle,
    un abbraccio
    Vincenzo Giovine

Un grande dolore per la perdita di una grande e cara persona.
Ho condiviso con Umberto diversi passaggi della nostra vita, fino dai tempi dell'università. Penso molto spesso a lui, di cui ammiravo la grande intelligenza e onestà. Ne ho grande rimpianto.
Un caro saluto e tutta la mia vicinanza a Nice e Giovanni.
Franco Previtali  

Carissimo Giovanni,
mi scuso se in questa circostanza così triste, soprattutto per te che sei stato vicino al caro Papà, causa cantiere estero non potrò presenziare ai funerali, cercherò di mandare una mia delegazione.
Devo però spendere due parole che la nostra COMUNE Fede ci impone.
Sappiamo tutti che da quella porta dobbiamo passare ed è esattamente come affrontare un lungo viaggio, ci dobbiamo staccare ma sappiamo che ci ritroveremo. Puoi essere orgoglioso dell’eredità intellettuale e morale che il papà ti ha lasciato, ci ha lasciato...
Sincere condoglianze un caro abbraccio
Giulio Vitale Dr.

Carissimo Giovanni,
ti ricordo da ragazzino a Fano. Sono molto addolorato per la morte di tuo padre con il quale condividevamo l`amore per la verità e la correttezza non solo in campo tecnico, ma anche in quello etico. Io comunista e lui cattolico, nel sindacato abbiamo sempre lavorato insieme.
Un caro abbraccio a tutti voi.
Claudio

Mi è molto dispiaciuto di apprendere la morte di Umberto... Ci siamo incontrati all'Aquater, ma non eravamo solo compagni di lavoro: fra di noi si era stabilita una bella e sincera amicizia, basata sul rispetto e la stima reciproca.
Pino

Caro Giovanni lasci che l’abbracci, virtualmente, ed esprima il mio dolore per la perdita di suo papà (notizia che non conoscevo) che ho conosciuto e frequentato quando eravamo ancora studenti di geologia a Milano, più di mezzo secolo fa! Lo ricordo come persona buona e cara e, da quanto leggo, vedo che è anche stato molto impegnato nella difesa dell’ambiente naturale (>>>). Un incoraggiamento a tutti voi a proseguire le sue attività. Continuate così.
Benito

Caro Giovanni, ho appreso dalla tua lettera della morte di tuo padre. Ci siamo laureati nello stesso giorno, uno dopo l'altro, con un pubblico rappresentato solo dalla tua mamma (proprio come avviene oggi ...). Ci siamo ritrovati poi quando venne a lavorare a Fano e divenne socio dell'Argonauta.
Alberto

Purtroppo ho avuto notizia della morte del papà. Dopo gli anni dell'Università dati i differenti percorsi delle nostre vite non abbiamo avuto modo di incontrarci se non negli ultimi anni condividendo l'interesse al rispetto dell'ambiente nei suoi più vari ambiti. La sua eredità è sicuramente passata in buone mani e questo consola e dà speranza. Ti abbraccio insieme alla mamma.
Ida

Ciao Giovanni, mi spiace moltissimo.
Non ho avuto il piacere di conoscere tuo padre, ma tutti mi hanno sempre descritto la sua voglia di difendere l'ambiente e la categoria dei Geologi, con integrità morale e caparbietà.
Esprimo a te e tutta la tua famiglia la vicinanza dell'Ordine dei Geologi della Lombardia in questo difficile momento. Un abbraccio.
    Gaetano Butticé, Presidente Ordine Geologi Lombardia

Caro Giovanni,
ti sono vicino in questo triste momento.
Non ci sono parole per alleviare il dolore dei famigliari e degli amici, a me piace sempre pensare che da quando i nostri cari ci lasciano, iniziano a vivere la parte bella del cammino che il Signore ha previsto per ciascuno di loro.
Riposi in pace!
Con affetto e vicinanza,
Luca M. Pizzi

Grazie per la ferale notizia. Sentite condoglianze a Nice, a te e a tua sorella. Un sentito abbraccio.
Antonio Mizzan

Condoglianze. Sono scioccato. Vi sono vicino
Giorgio Cimino

"Caro Umberto sii sempre certo di queste mie parole che riconoscono la mia stima professionale per quello che tu hai seminato e fatto nei tuoi studi, articoli e discorsi portati avanti con tanta coerenza e onestà intellettuale".
Grazie per avermi avvertito. Mi spiace molto, speravo di poterlo incontrare. Sentite condoglianze a lei e famiglia,       
Roberto Colombo

Ciao Giovanni, ho saputo di tuo papà. Volevo porgerti le mie sincere condoglianze. Un caro saluto.
Stefano Fardelli

Giovanni,
mi spiace molto per tuo padre con cui ho avuto qualche scambio d'informazioni non molto tempo fa proprio sui nitrati; gli citavo la quesrtione delle acque minerali di cui mi ero occupato.
Ti faccio le mie condoglianze.
Walter Trinaistich Trentini

Al mio caro amico e collega Umberto con tristezza e cordoglio un ultimo abbraccio
Salvatore Mazzarella

Grazie, ero preparato. Vi sono molto vicino.
Vincenzo Francani

Ci vedevamo ogni anno tra noi geologi. Se il nostro collega Cimino organizzerà ancora l'incontro saremo tutti felici di incontrare lei e la sua dolcissima mamma.
Eugenio

 

 

Lettera agli amici di San Lorenzo in Campo

Cari amici di Idrotecneco-Geotecneco-Aquater,

                    non posso partecipare allo “storico” incontro del 15 giugno per motivi familiari. Vi ringrazio per l’invito e per l’aver pensato di organizzarlo.

    Visto che sono lontano, mi permetto di dirvi per scritto qualcosa della mia esperienza di vita vissuta con voi. È una riflessione che spero possa stimolarvi ad un approfondimento personale.

    Forse chi è venuto in Aquater negli anni ‘80 e ‘90 non ha vissuto gli anni epici delle origini dell’insediamento in terra laurentina.
    Tutti, sia gli alloctoni come me, a partire dai capi Baulino e Fois, sia i locali, sentivamo che il nostro lavoro era finalizzato al bene del Paese. Sentivamo l’esigenza di farci conoscere: per questo abbiamo girato per Comuni, Provincie, Regioni per promuovere quel che avremmo potuto fare, per un paese che aveva tanto bisogno di ecologia. Eravamo pieni di buona volontà, tutti, direi.
    Fin dai primi mesi molti di noi si son dovuti impegnare per crearsi competenze ed esperienza in campi non da tutti praticati prima, anche con qualche errore di percorso da cui, con l’aiuto reciproco, ci siamo presto ripresi.

    Finita l’epoca pionieristica, quando ci eravamo prodotto un curriculum aziendale di tutto rispetto, è giunta la bufera Snamprogetti.
    Non dico nulla delle persone che hanno guidato l’assalto e di chi vi si è accodato, non meritano neppure le facezie.
    L’equilibrio è stato turbato. Qualcuno dei “pionieri” ha pensato che, in fondo, i nuovi venuti “avevano ragione”. I bilanci in nero, ottenuti svendendo lo svendibile, sembravano indice di serietà ed efficienza. Con tristezza abbiamo così visto anche alcuni amici seguire il “cursus honorum” della nuova direzione, per un avvilente piatto di lenticchie.
    Qualche altro ha cercato di mantenere rigore morale accanto a coerenza professionale.

    Io ho tardato ad avvedermi della nuova stagione, e ne sono stato informato direttamente dal Direttore Generale, che m’ha invitato ad andarmene, se nutrivo scrupoli morali, perché l’Aquater non era interessata a far le cose giuste, ma ad acquisire commesse, comunque.

    Così me ne sono tornato all’Agip, dove pure il nuovo modello di gestione stava facendo i primi passi, ma almeno l’oggetto sociale non era quello di salvare l’Italia dai dissesti idrogeologici, ecc., ma solo di produrre (o commerciare) olio e gas.

    Invero in Agip, nei primi anni, mi sono occupato di geotermia, ma l’elefante Agip vedeva la geotermia come una mosca fastidiosa, e l’ha rigettata (non appena il dirigente cui era stata affidata ha optato per la pensione! Proprio così!).

    Ricordo la passione con cui in Aquater abbiamo lottato, come lavoratori e come membri del sindacato, per salvaguardare ed accrescere le competenze professionali all’interno della società, in modo da saper offrire un prodotto tecnicamente valido sia operando direttamente, sia mediante contrattisti adeguatamente formati e guidati.

    Purtroppo la folle corsa all’utile effimero ha distrutto pian piano competenze ed impegno. Quel che ho visto in Agip deve essersi verificato in modo ancor più esasperato in Aquater.
    

    La struttura cadente ed arrugginita, come l’ho vista un anno fa, che ha ospitato i nostri sogni, è in piccolo l’immagine dell’Italia che ha rinunciato alla concretezza in vista del fatuo.

    La crisi dell’Italia è la mancanza di idee che valgano la pena di essere vissute. Noi questa crisi l’abbiamo toccata con mano, anticipata nella vicenda dell’Aquater. Abbiamo cercato di contrastare la disgregazione, non ci siamo riusciti, ma mi pare che la nostra storia possa indicare la strada per uscirne.

    Io ancora, come qualcuno sa, cerco di dare il mio modesto contributo, dovunque mi trovi. Buona fortuna a tutti, in particolare a chi di voi ha ancora la voglia d’impegnarsi, ed alle vostre famiglie.

    Un grazie ai “marchigiani”, che ci hanno accolto con entusiasmo e generosità, e che sono stati loro pure, forse più di noi, traditi nelle loro aspettative.

    Ciao a tutti,

                     Umberto Guzzi, Cusano Milanino, 15 giugno 2012

 

Una lettera che è bella e vera!
Pino Pizzi