Giovanni



Risanare il dissesto idrogeologico del nord Milano incentivando la deimpermeabilizzazione dei suoli



Un premio alla "buona condotta" (in senso idraulico): tariffazione delle acque meteoriche recapitate in fognatura e sgravi per le utenze virtuose

GEOLOGIA PENSATA >>>

RISANARE IL DISSESTO IDROGEOLOGICO DEL NORD MILANO INCENTIVANDO LA DEIMPERMEABILIZZAZIONE DEI SUOLI

Un premio alla buona condotta (in senso idraulico): tariffazione delle acque meteoriche recapitate in fognatura e sgravi per le utenze virtuose

L'autore invita i lettori che ne condividono le argomentazioni a sostenerle inoltrando l'articolo agli Enti competenti ed ai Sindaci dei propri comuni, chiedendo loro che si attivino nel senso suggerito e ne rendano conto alla cittadinanza.
È gradito un riscontro di ogni iniziativa intrapresa >>>.


Se c’è un territorio privilegiato dalla natura rispetto al pericolo di inondazioni, questo è il Nord Milano: l’acqua di pioggia, anche nel caso di piogge persistenti e intense, potrebbe agevolmente infiltrarsi nel sottosuolo, raggiungere le falde idriche sotterranee e fluire verso la bassa pianura.

Eppure da decenni allagamenti si registrano frequentemente, soprattutto a Milano-Niguarda e dintorni, in concomitanza con le piene del Seveso.

Figura 1 Milano, via Ca’ Granda, incrocio con via Valfurva.
Martedì mattina, 8 luglio 2014.
Il Seveso esonda a seguito di una pioggia soli di 60 mm.
Cosa succederà qualora dovesse cadere una vera “bomba d’acqua” (dai 300 mm in su in un giorno)?
(foto Patroclo Crisci)

La soluzione finora praticata è stata di tipo idraulico: trasferire l’onda di piena nel bacino idrografico del Ticino tramite il Canale Scolmatore (CSNO).

Grazie a 122 milioni di Euro di contributi del governo (dato 2015), è in progettazione un sistema di bacini di laminazione delle piene del Seveso e sono disponibili i progetti definitivi per i bacini di Senago e Niguarda-Parco Nord (capacità rispettivamente 1.000.000 e 250.000 mc).

Ma i bacini aggravano il problema che vorrebbero risolvere (leggi di più: Grandi bacini di laminazione? No, grazie! >>>) anche perché, impermeabilizzati sul fondo, riducono la superficie disponibile all’infiltrazione delle acque meteoriche.

L’APPROCCIO IDROGEOLOGICO

Scolmatori e bacini di laminazione eludono il problema. Golene e aree di espansione non sono al momento praticabili a causa dell’edificazione tollerata fino entro le fasce di salvaguardia spondali.

La risoluzione del problema delle esondazioni consiste nell’evitare la formazione dell’onda di piena mediante il ripristino della capacità filtrante di quanto più vaste e diffuse superficie possibili.

Infatti su una superficie pianeggiante quale quella del Nord Milano (con esclusione delle aree interessate dai depositi ferrettizzati della glaciazione Mindel), anche piogge con carattere di rovescio (>10, <30 mm/h) sono interamente assorbite da un suolo naturale integro e non calpestato (prato o bosco).

Le condizioni naturali che hanno fatto grande la città di Milano, fin dai primi secoli del secondo millennio, sono state la ricchezza di acque superficiali e sotterranee.

Il mezzo di trasporto delle acque di pioggia che cadono sulla pianura non sono i torrenti che la solcano (Olona, Lura, Seveso), ma la falda idrica sotterranea. Essa controlla le piene dei torrenti e da secoli fornisce ai Milanesi acqua a chilometro zero e costo irrisorio.

Ignorare la realtà della falda idrica sotterranea ha creato grossi problemi negli ultimi decenni, e ancor più ne creerà nel futuro, ma di questo si potrà parlare in altra occasione (non alla falda in risalita ma all'insipienza dei suoi progettisti sono da addebitare ad esempio costi e disagi per la collettività determinati dai lavori di impermeabilizzazione del tratto est della linea Verde MM2 nell'estate 2019).

LA LEGGE REGIONALE

La Regione, con L.R. 15 marzo 2016 (e s.m.i.), ha prescritto, per le aree di nuova urbanizzazione, i principi della invarianza idraulica e idrologica, che rispondono alle istanze di cui ho parlato sopra (“…portate e volumi di deflusso meteorico scaricati dalle aree di nuova urbanizzazione … non possono essere maggiori di quelli preesistenti all’urbanizzazione…”): per gli anni a venire in tali contesti le acque meteoriche non saranno riversate in fognatura, ma impiegate sul posto o lasciate infiltrare nel sottosuolo.

Purtroppo la legge nulla dispone per le situazioni pregresse: in alcuni comuni la superficie impermeabilizzata copre l’80% del territorio!

Mentre era in preparazione il Regolamento attuativo della Legge, il Gruppo Naturalistico della Brianza ha presentato alla D.G. Difesa del Suolo della Regione Lombardia una proposta integrativa qui di seguito descritta.

LA PROPOSTA: TARIFFAZIONE E SGRAVI MIRATI

L’acqua che piove sul tetto di una proprietà privata o su un piazzale cittadino e viene avviata in fognatura, e non al suolo, comporta un aggravio di spesa per la sua gestione; ne consegue, per esigenza di equità, un riconoscimento da parte della pubblica Amministrazione, comportante:

  1. premio (alleggerimento di alcune tariffe di esazione comunale o consortile: acquedotto-rifiuti-depurazione) per le proprietà fondiarie che consentano infiltrazione naturale delle acque di pioggia su una porzione di superficie superiore ad un minimo prefissato (ad esempio, 75% della superficie del lotto);
  2. tariffazione delle acque di pioggia riversate nei collettori comunali o consortili per le proprietà che consentano infiltrazione naturale delle acque di pioggia per una superficie inferiore a detto minimo (75%) e non siano dotate di vasche volano di raccolta e restituzione controllata o reimpiego delle acque di pioggia.

Sgravi e tariffe saranno rispettivamente proporzionate alle superficie filtranti ed impermeabilizzate dei singoli lotti, e calcolate in modo che i costi di costruzione e gestione delle strutture collettive di mitigazione delle piene (bacini e vasche superficiali e sotterranee, aree golenali...), i premi per le utenze virtuose, il risarcimento danni agli esondati, ecc., non comportino aggravio per le casse pubbliche.

In pratica, come i cittadini pagano l’acqua e la relativa depurazione nella misura in cui la consumano, così coloro che non sono in grado di provvedere all’infiltrazione di una consistente parte di acqua meteorica (di cui la Pubblica Amministrazione dovrà occuparsi) saranno chiamati a pagarne l’evacuazione, mentre altri, in differenti condizioni edificatorie, ne saranno esentati ed altri ancora compensati.

SENSO CIVICO ED EDUCAZIONE = BENEFICI PER IL TERRITORIO

Se osservassimo dall’alto le nostre città, ci accorgeremmo che molto del cemento che vediamo non è necessario e che anche l’acqua che piove sui nostri tetti e piazzali potrebbe essere sversata nell’aiuola sotto casa anziché in fognatura (vedi fig. 2).

Figura 2 Lange Erlen – Basilea (Foto U.Guzzi).
Bacini di ricarica artificiale della WasserWerkers. Fase di “asciutta”.
Si noti, sul tronco degli alberi, l’altezza dell’acqua in fase di massimo invaso.
L’acqua della Wiese (affluente del Reno) viene dispersa sulla aiuole di un parco pubblico, si infiltra nel sottosuolo e alimenta i pozzi dell’acquedotto.
I vialetti del parco sono sopraelevati.
Alternanza di cicli con e senza acqua.
Altezza d’acqua sulle aiuole: 20 - 100 cm.
Nessun letto filtrante. Velocità apparente d’infiltrazione: 100 - 200 cm/giorno. L’impianto dimostra la grande capacità di infiltrazione (fino a 200 cm/giorno nella stagione estiva) di un deposito alluvionale in condizioni naturali.

La proposta dà e chiede fiducia ai cittadini, che divengono soggetto responsabile per la risoluzione dei problemi. Parte di qui la rivoluzione virtuosa innescata dalla doppietta sgravi-tariffazione.
Sarà cura e interesse di ciascuno (principio di sussidiarietà) intervenire direttamente sul proprio lotto, eliminando le barriere di permeabilità dove possibile, o creando una o più piccole vasche volano per gli eventi piovosi più intensi. Quel che farà lo esonererà in toto od in parte dal pagamento della tariffa compensativa.

Il prospetto di seguito riportato, stilato sulla base del progetto del bacino di laminazione del Parco Nord Milano, quantifica costi e risparmi in grado di muovere una rivoluzione culturale-etica, prima che idraulico-idrogeologica.

NOTA BENE
Cifre ed esemplificazioni sono necessariamente semplificate e non tengono conto di fenomeni correlati (evaporazione, inerzia del sistema, ecc.), quantificabili, ma non tali da inficiare la sostanza delle considerazioni esposte.
Fonte dei dati: Comune di Milano, Sistemazione idraulica del Torrente Seveso, Progetto Definitivo, Relazione Generale, 30/11/2015.

  1. Costo di realizzazione del bacino > 30.000.000 €
  2. Costo di gestione dello stesso > 400.000 € / anno
  3. Capienza > 250.000 mc
  4. Costo unitario di realizzazione > 120 € / mc
  5. Costo unitario di gestione > 1,6 € / mc all'anno
  6. Precipitazione “critica” (che, distribuita su una grande parte del bacino Idrografico, determina per certo esondazione) > 100 mm (0,1 m) / giorno
  7. Volume d’acqua intercettato da un tetto o superficie impermeabilizzata di 100 mq per una precipitazione “critica” > 10 mc / giorno
  8. Ridimensionamento virtuale del bacino di laminazione per una superficie di 100 mq convertita o drenante verso aiuola filtrante o minivasca in loco > 10 mc
    NOTA BENE: Un’aiuola filtrante può assorbire fino a 300-400 mm / giorno di pioggia, mentre i bacini di laminazione non hanno capacità di adattamento di volume.
  9. Risparmio economico virtuale per detto ridimensionamento di bacino
              per la realizzazione > 1.200 €
              per la gestione > 16 € / anno

Dal prospetto possiamo ricavare che la quota parte di bacino per una superficie impermeabilizzata standard di 100 mq costa un centinaio di €/anno (ammortamento dell’opera+gestione).
La somma è almeno da raddoppiare per i costi delle strutture di raccolta e trasporto dell’acqua.

L’Amministrazione Pubblica, stornando i fondi a disposizione per le grandi opere, può più proficuamente sostenere la conversione di superficie impermeabilizzate preesistenti, premiare con sgravi le situazioni virtuose, ove già la superficie filtrante superi il minimo prescritto, ma deve, per esigenza di equità, richiedere il pagamento (tariffazione proporzionata alle superficie) del servizio di smaltimento delle acque meteoriche nel caso e per conto di proprietà che non possono o non intendono effettuare la conversione.

Detta tariffa non è una nuova tassa, ma un tardivo recupero di quanto la comunità spende in opere e risarcimenti a causa di una gestione irrazionale del territorio da parte di molti.

L’operazione a mio parere permette di innescare un percorso virtuoso in grado di recuperare non solo l’integrità del territorio, ma anche il senso civico della popolazione, mostrando che, una volta tanto, fare bene conviene.

Umberto Guzzi, luglio 2015
(e successivi aggiornamenti)
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Da alcuni anni queste argomentazioni sono proposte a tecnici ed amministratori di Enti Pubblici (Comuni del Nord Milano, Regione Lombardia, Aziende per la Gestione del Servizio Idrico Integrato...), ad Associazioni ambientaliste ed a singoli cittatini.
Chiunque altro (Istituzioni Pubbliche, Associazionismo e Privati) voglia farle proprie e rilanciarle a sua volta sarà benvenuto (meglio ancora se ci avvertirà di averlo fatto in modo da poterlo segnalare su questa pagina)
 
Gli interessati ad approfondimenti sul tema possono scrivere > QUI.
 
I contenuti di questo articolo sono stati rilanciati anche dalle riviste:
Natura e Società (n. 4 dicembre 2015),
Servizi a Rete (novembre-dicembre 2016)