Giovanni



O Fortuna



Cede la fortuna e arride il fato

O FORTUNA

O Fortuna velut luna
statu variabilis,
semper crescis
aut decrescis;
vita detestabilis
nunc obdurat
et tunc curat
ludo mentis aciem;
egestatem,
potestatem
dissolvit ut glaciem.

Sors immanis
et inanis,
rota tu volubilis,
status malus,
vana salus
semper dissolubilis,
obumbrata
et velata
mihi quoque niteris;
nunc per ludum
dorsum nudum
fero tui sceleris.

Sors salutis
et virtutis
mihi nunc contraria,
est affectus
et defectus
semper in angaria.
Hac in hora
sine mora
corde pulsum tangite;
quod per sortem
sternit fortem,
mecum omnes plangite!

O Sorte come la luna
tu sei variabile,
sempre cresci
o decresci;
la vita odiosa
ora indurisce
e ora conforta,
per gioco, l'acutezza della mente;
miseria,
potenza
dissolve come ghiaccio.

Sorte possente
e vana,
cangiante ruota,
maligna natura,
vuota salvezza
che sempre si dissolve,
oscura
e velata
me pure sovrasti;
ora al gioco
di te scellerata
porgo la schiena nuda.

Destino di salute
e di virtù
ora mi è avverso,
indebolito
e sconfortato
sempre schiavo.
In quest'ora
senza indugio
le vostre corde fate suonare;
poiché a caso
prostra un forte,
con me tutti piangete!

Carmina Burana

Eppure...
 
Pugna spesso con l'uom fortuna e sorte:
spesso ei vede il destin di sdegno armato,
ma cede la fortuna e arride il fato
se s'arma di virtù l'uom saggio e forte.

Monteverdi, Il ritorno di Ulisse in Patria
(coro finale)