Giovanni



Non essere autosufficiente



Lettera del 6 febbraio 2020 - con un pensiero per la residenza anziani di via Alemanni a Cusano Milanino

NON ESSERE AUTOSUFFICIENTE

Aiutatemi ed aiutate chi è nelle mie condizioni - lettera del 6 febbraio 2020

 

Care amiche e amici,

nel corso di questa mia malattia, alcuni di voi hanno osato telefonarmi, con l’imbarazzo di poter creare disagio in una famiglia, come la mia, attualmente soggetta a forte crisi di cui ben potete essere consapevoli (... purtroppo ora ho difficoltà anche di lettura oltre che di coordinamento nelle mie poche energie residue).
Altri l’hanno fatto per interposta persona così come, forse, avrei fatto anche io.
Altri ancora forse non ne sono informati.

Vi scrivo perché voglio documentarvi per esperienza diretta cosa vuol dire essere “non autosufficiente”.
Ricordo con grande affetto, e pure consapevolezza di sottovalutazione, il poco di sorriso suscitato tra di noi e con Laura incontrandoci presso il suo letto la sera, dopo la messa, prima di rientrare alle nostre case.
Iris e Giovanna l’hanno conosciuta prima e meglio di me.
Io ho addirittura sottovalutato i suoi lamenti di dolore pochi giorni prima che morisse.

Grazie per quello che fate, ma molto di più ci sarebbe da fare per tante persone che non sono accudite come avrebbero diritto di esserlo e come noi avremmo dovere di assicurare loro.
Ora sono dall’altra parte del muro, ringrazio chi mi segue ma penso a chi non è accudito come si dovrebbe nelle strutture che cercano di togliere un po’ di disumanità ed asocialità alla nostra assistenza pubblica e privata.

Nella situazione in cui mi trovo recitare un Padre Nostro mi costa 24 ore e non riesco a “recitarlo” come si conviene.
Però mi sento immerso in una atmosfera di dolore accolto a denti stretti.
Aiutatemi ed aiutate chi è nelle mie condizioni: con affetto
, come l’abbiamo portato a Laura, con la presenza fisica - per chi può offrirla e non creando difficoltà al paziente - e con la preghiera che sostiene quella dell’infermo.

Ricordo tutti e ringrazio tutti, per il silenzio discreto di alcuni, per la presenza altrettanto discreta di altri.

Umberto, Milanino, 6 febbraio 2020

PS
Considerando l’attenzione e il tempo che viene dedicato a me personalmente da familiari, amici e assistenza pubblica, mi rendo conto di quanto fosse giusta e motivata la nostra campagna a favore di un “minutaggio” adeguato (tempo dedicato ad ogni paziente da parte del personale della RSA): mi permetto di esortarvi ad insistere in questo senso, e vi auguro di riuscire nell’intento.

Intento, purtroppo, mancato da noi del “vecchio” comitato che non abbiamo saputo suscitare nei familiari interpellati un interesse non solo finalizzato al proprio congiunto ma coordinato con gli altri come sarebbe stato utile e necessario in una struttura di solidarietà.

 

Caro Umberto,
        ti ringrazio. Sono commossa per le tue parole. Condivido con te il ricordo di Laura e ripenso con gratitudine ai momenti passati insieme alla Casa di riposo. Vorrei venire a trovarti se non creo disturbo.
        È possibile? Con affetto

Giovanna

Ciao Umberto,
             sono molto dispiaciuta di conoscere l'ahimè avanzare della tua malattia.
             Spesso non si vuole pensare che possa evolvere, anzi si desidera che sia stabilizzata, pur senza il miracolo di una guarigione perfetta.
             Pur nelle poche giornate meno fredde di questo strano inverno, a spasso con la mia nipotina, che avete conosciuto tu e tue moglie, speravo di incontrarvi e passando davanti alla vostra casa vi cercavo se affacciati alle finestre.
             Non osavo suonare, non annunciata.
             Ora ti chiedo di scriverci con questi moderni strumenti informatici.
             Qualche mail per raccontarci la giornata se buona o cattiva, uno sfogo che penso vi faccia bene, esservi vicina con la stima e considerazione che ho sempre provato per voi.
             Ricordare i pomeriggi in Pelucca, quando non ancora subentrata l'attuale società, davanti a Nostro Signore pregavamo con tutti gli anziani.
             Pregare insieme... perché anche leggere una preghiera ti fa star meglio.
             Coraggio, Umberto, sei sempre stato forte e in gamba, la prova che stai vivendo è pesantissima, sappi che vi penso e pregherò per voi.
             Arrivederci presto e che il Signore vi benedica, vi protegga e vi dia forza amorevole.

Iris

 

Ciao...,
ti rispondo dettando a mio figlio Giovanni. Ed anche in questo modo mi è difficile mantenere una corrispondenza perché io sono agli estremi. Non riesco più a ricevere persone ma, in via del tutto eccezionale, sarei contento se tu volessi passare a trovarmi, anche se non ti potrò dedicare più di un respiro sofferto.

Umberto, Milanino, 8 febbraio 2020