Il filone pegmatitico di Olgiasca e l’abbazia di Piona
Sabato 18 aprile 2015
COLICO (Como):
IL FILONE PEGMATITICO DI OLGIASCA E L'ABBAZIA DI PIONA
La penisola di Olgiasca prende il nome dall’abitato che sorge sull’istmo; essa si protende nell’Alto Lario con una dorsale alta fino a 174 metri circa sul lago, parallela alla sponda orientale, e si allunga un paio di chilometri verso NE in direzione di Colico, delimitando un pittoresco specchio d’acqua denominato “Laghetto di Piona”.
La penisola è conosciuta perché:
(1) alla sua estremità sorge l’abbazia di Piona, importante per la fede, l’arte e la storia; essa sorge nel luogo in cui, già nei primi anni del VII secolo d.C., era stato eretto un oratorio dedicato a santa Giustina martire.
Da allora, fino alla soppressione napoleonica, la località è stata sede di una comunità monastica benedettina.
La chiesa attuale, dedicata a Maria Vergine e a S. Nicola di Bari, risale alla prima metà del XII secolo, mentre della metà del XIII è l’adiacente chiostro.
(2) qualche centinaio di metri prima dell’abbazia, le rocce metamorfiche affioranti (prevalentemente micascisti) sono attraversate da un filone sub-verticale di rocce ignee che si sono solidificate milioni e milioni di anni fa sotto forma di “pegmatite” (roccia acida, come lo è il granito, ma con prevalenza di minerali di grosse dimensioni).
La pegmatite della Malpensata, così chiamata dalla vicina villa rinascimentale omonima, è già stata sede di una intermittente attività mineraria fino alla metà del secolo scorso, risultando quindi quasi completamente asportata, ma fra i residui di lavorazione è possibile incontrare ancor oggi grossi cristalli di muscovite, quarzo, tormalina, ecc...
Ci accompagnerà nell’escursione Vincenzo De Michele, fino a qualche anno fa Conservatore di Mineralogia e Petrografia presso il Museo di Storia Naturale di Milano; in precedenti uscite ci aveva illustrato i marmi e le pietre preziose del Duomo di Monza, le cave di pietra ollare di Chiavenna e la cava di marmo di Musso (dall’altra parte del lago rispetto ad Olgiasca).
Un monaco della Comunità Cistercense (che dal 1938 è tornata a far rivivere l’abbazia) ci guiderà poi a visitare la chiesa, il chiostro e la sala capitolare dell’abbazia.
A causa della distanza dalle nostre sedi, l’uscita interesserà l’intera giornata.
Il programma definitivo, modificato rispetto a quello contenuto nel Foglio Notizie, per evitare un tratto di percorso su strada provinciale, è il seguente:
Ritrovo ore 9.47 presso la stazione ferroviaria di Colico (treno regionale in partenza da Milano Centrale h 8.20, Monza h 8.33, Lecco h 9.02, Varenna h 9.24).
Taxi o minibus non di linea fino ad Olgiasca.
Quindi, a piedi, attraversamento del borgo di Olgiasca e percorso su facile sentiero, e poi su carrozzabile con traffico solo locale, fino al luogo ove affiorava il filone di pegmatite (per chi lo desideri, salita di qualche decina di metri fuori sentiero, su pendio ripido, per avvicinarsi al sito).
Proseguimento fino all’abbazia (500 m. circa) e pranzo al sacco.
Nel pomeriggio alle 14.15, visita guidata all’abbazia (offerta libera per la comunità monastica).
Rientro fino a Olgiasca con il percorso della mattina, quindi, attraversata la strada provinciale, sentiero della “strada vegia” (2 km), nel bosco, con lievi saliscendi, fino alla provinciale, ed attraversamento dell’abitato di Piona fino all’omonima stazione.
Rientro su Varenna, Lecco, Milano con treno in transito da Piona alle 17.45 o 18.45.
Distanze 10 km circa
Dislivello 300 m.
N.B.:
gli amici che avessero difficoltà a camminare potranno usufruire del taxi-minibus fino all’abbazia, sia in andata, sia in ritorno.
L’abbazia è situata a poche centinaia di metri dal filone pegmatitico.
Prenotazione obbligatoria entro le 13.00 del venerdì (20 persone al massimo)
Informazioni
Cassinari, 031-418.150, fabio.cassinari@tiscali.it
Faggi, 031-400.668, faggi.verga@alice.it
Guidetti, 02-6192.916,
Guzzi, 02-6640.1390, umberto-guzzi@tiscali.it
In caso di maltempo l’uscita verrà rinviata a data da destinarsi.
AVVERTENZE
A causa della ubicazione del filone su un pendio ripido e scivoloso, sono necessarie, per chi desideri accedervi, calzature adeguate.
L’Associazione declina ogni responsabilità per eventuali infortuni.
Minori accompagnati.