L'Eclettico



Intrepidi esploratori all’avventura o viaggiatori “prudenti” lungo sentieri battuti



Le geografie musicali di MiTo 2019 a Milano

L'ECLETTICO - web "aperiodico"

INTREPIDI ESPLORATORI ALL’AVVENTURA O VIAGGIATORI “PRUDENTI” LUNGO SENTIERI BATTUTI

Le geografie musicali di MiTo 2019 a Milano

 

Viaggiare è un piacere che si può vivere in modi diversi. Come intrepidi esploratori, alla ricerca di avventure in mondi sconosciuti ed inesplorati. Come più “prudenti” viaggiatori che, viceversa, ricercano la sicurezza di percorsi certi e ben tracciati da chi li ha preceduti. O, ancora, oscillando di volta in volta fra questi due estremi senza sapersi decidere per l’uno o per l’altro perché, come diceva Giorgio Gaber nel monologo “La paura”: “non si è mai abbastanza coraggiosi da diventare vigliacchi definitivamente”.

Sono dunque, quelli descritti, la nostra “Palos” da cui inoltrarci nelle “Geografie” storiche, culturali e, beninteso, sonore che MiTo 2019 ci propone a Milano (info e l'intero programma di MiTo 2019 a Milano qui >>>) e delle quali di seguito presentiamo la mappa che suggeriamo di seguire (evidenziando in giallo le date ancora in calendario), contenti di farlo in compagnia dei lettori che, trovandola affine alla propria sensibilità e curiosità, incontreremo in questa annuale vacanza in città di fine estate.

Martedì 03

Teatro alla Scala / ore 21:00 MONDI
Ludwig van Beethoven, Concerto n. 2 in si bemolle maggiore per pianoforte e orchestra op. 19
Hector Berlioz, Symphonie fantastique op. 14
Israel Philharmonic Orchestra Zubin Mehta, direttore
Martha Argerich, pianoforte

“Non” si comincia alla Scala, perché ci siamo decisi troppo tardi, quando i biglietti in prevendita sono ormai esauriti e per gli ultimi riservati alla vendita al botteghino del teatro il giorno del concerto la sfida con i concorrenti sarà “civilmente feroce”. Naturalmente con soddisfazione degli organizzatori: chiunque abbia una qualsiasi esperienza di questo lavoro è sempre felice di avere richiesta sovrabbondante l’offerta.
Ci sarebbe piaciuto ascoltare Martha Argerich dopo averla “persa” all’edizione di MiTo 2018 causa sciagurato incidente occorsole dopo il trionfale concerto a Torino (sempre fortunati i Piemontesi!).
Per l’anno scorso l’interpretazione di Ricardo Castro al pianoforte, oltre che alla direzione della Neojiba Orchestra – Orchestra Giovanile dello Stato di Bahia, ha comunque offerto ai presenti una serata indimenticabile. Per quest’anno, invece, pazienza… fortunatamente è prevista la diretta quindi ci siamo consolati collegandoci da casa su Radio 3.

Mercoledì 04

Piccolo Teatro Studio Melato / ore 17:00 TERRITORIO BACH
Il Caleidoscopio Ensemble

Restando alla lettera “B” dell’alfabeto dei grandi compositori, Bach ci aspetta con sonate e suites proposte in una veste originale intessuta nelle sonorità, inusuali per il nostro orecchio, che ci sono offerte dalle trascrizioni del Caleidoscopio Ensemble. Formazione nella quale siamo contenti di ritrovare il violino di Lathika Vithanage, più volte apprezzato nei concerti della Civica Claudio Abbado al Castello Sforzesco e, questa volta dal vivo, l’arpa di Flora Papadopoulos che, invece, abbiamo conosciuta per il suo pregevole ultimo lavoro discografico dal programmatico titolo “Unwritten” (>>>).

Programma
Johann Sebastian Bach (1685-1750)
Sonata in trio per organo in re minore n. 3 BWV 527
(trascrizione per violino, viola da gamba, arpa e cembalo)
Adagio e Fuga dalla Sonata per violino solo in re minore n. 1 BWV 1001 (originale in sol minore)
(trascrizione per arpa)
Sonata per violino e cembalo obbligato in la maggiore n. 2 BWV 1015
(versione con viola da gamba doppiando il basso, secondo le indicazioni di Bach)
Sonata per violino e basso continuo in mi minore n. 4 BWV 1023
Preludio dalla Suite per liuto n. 2 BWV 997 in sol minore (originale in do minore)
(trascritta per viola da gamba e arpa)
Sonata per viola da gamba e cembalo concertato in sol minore n. 3 BWV 1029
(trascritta per viola da gamba, violino, arpa e cembalo)

Piccolo Teatro Grassi / ore 21:00 LE NAZIONI
François Couperin (1668-1733) Les Nations. Sonades et suites de simphonies en trio
Premier Ordre «La Françoise»
Second Ordre «L’Espagnole»
Troisième Ordre «L’Impériale»
Quatrième Ordre «La Piémontoise»
Les Talens Lyriques Christophe Rousset, direttore e clavicembalo

Per curiosa combinazione fra le scelte del direttore artistico e le inclinazioni del nostro gusto, continuiamo a scorrere l’alfabeto arrivando alla “C” di Francois Couperin, di cui l’anno scorso ricorreva il centenario della nascita. L’appuntamento con Les Nations è di quelli che non si possono mancare. Meglio se dopo aver acquisito qualche informazione preliminare sul loro autore (leggi di più Buon Compleanno Francois >>>).

Giovedì 05

Piccolo Teatro Studio Melato / ore 17:00 PIZZICHI SPAGNOLI

Sarà per via della nostra personale predilezione per gli strumenti “a pizzico”, però il trio mandolino, tiorba e clavicembalo costituisce una buona ragione per tornare al Piccolo “Melato” ad ascoltare sonate di Domenico Scarlatti ed una rivisitazione del Fandango di Antonio Soler (commissione MiTo a Giulio Castagnoli) suonate dall’Ensemble Pizzicar Galante.

Programma
Domenico Scarlatti (1685-1757), Sonate in sol maggiore K. 91, in sol minore K. 88, in re minore K. 90
Giulio Castagnoli (1958), Fandango dal Fandango di Antonio Soler Commissione di MITO SettembreMusica PRIMA ESECUZIONE ASSOLUTA
Domenico Scarlatti, Sonate in re minore K. 77, in mi minore K. 81, in re minore K. 89

Teatro della Cooperativa / ore 21:00 ALTRE RUSSIE
Fulvio Luciani, violino
Massimiliano Motterle, pianoforte

Programma
Francis Poulenc (1899-1963) Sonata per clarinetto e pianoforte
Pëtr Il'ič Čajkovskij (1840-1893) Méditation da Souvenir d’un lieu cher op. 42
Ludwig van Beethoven (1770-1827) Sonata in la maggiore per violino e pianoforte op. 47 “A Kreutzer”
Dmitrij Šostakovič (1906-1975) Preludi nn. 10, 15, 17, 24 da Ventiquattro preludi op. 34
Igor Stravinsky (1882-1971) Berceuse e Scherzo da L’Oiseau de Feu Chanson de Paracha da Mavra
Nikolaj Rimskij-Korsakov (1844-1908) / Fritz Kreisler (1875-1962) Chanson Arabe da Shéhérazade
Sergei Prokof'ev Marcia, op. 33ter n. 1, trascrizione da “L’amore delle tre melarance”, Montecchi e Capuleti da Romeo e Giulietta
Sergei Dreznin (1955) musiche riprese da Isaak Dunaevskij (1900-1955) Fantasia dal film Circus (1936) di Grigorij Aleksandrov

Auditorium di Milano Fondazione Cariplo / ore 21:00 CARMINA TEDESCHI
Musiche di Richard Strauss e Carl Orff
Coro e Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi Daniele Rustioni, direttore Zuzana Marková, soprano Antonio Giovannini, controtenore Roberto De Candia, baritono

Venerdì 06

Piccolo Teatro Grassi / ore 21:00 CLARINETTI AMERICANI
Alessandro Carbonare, Perla Cormani, Luca Cipriano, clarinetti - Monaldo Braconi, pianoforte

Programma
Francis Poulenc (1899-1963) Sonata per clarinetto e pianoforte
George Gershwin (1898-1937) Three Preludes (trascrizione di Luca Cipriano)
Leonard Bernstein (1918-1990) Sonata per clarinetto e pianoforte
Chick Corea (1941) Jazz Suite per tre clarinetti
Alberto Ginastera (1916-1983) Malambo op. 7
George Gershwin Suite su temi da Rhapsody in Blue – Someone to Watch over Me – I got Rhythm
Ernesto Nazareth (1863-1934) / Hermeto Pascoal (1936) / Egberto Gismonti (1947) Brazilian Tales (fantasia samba-bossa su tre choros brasiliani) (trascrizione per tre clarinetti e pianoforte di Luca Cipriano)

Spazio Teatro 89 / ore 21:00 IL CODICE FRANCO/CIPRIOTA DI TORINO
Mottetti, rondeaux e virelai dal Codice Franco-Cipriota di Torino / 1414-1420 Torino - Biblioteca Nazionale Universitaria MS J.II.9 Ensemble di musica medievale della Civica Scuola di Musica Claudio Abbado di Milano Claudia Caffagni, direzione, voce e liuto

Sabato 07

Teatro Dal Verme / ore 17:00 ENFANTS TERRIBLES
Régis Campo, Ouverture en forme d’étoiles, PRIMA ESECUZIONE IN ITALIA
Francis Poulenc, Concerto per due pianoforti e orchestra
Camille Saint-Saëns, Il carnevale degli animali
Orchestra I Pomeriggi Musicali Alessandro Cadario, direttore
Katia e Marielle Labèque, pianoforti

Mentre scriviamo le sorelle Labèque stanno suonando alla filodiffusione... Cosa può essere se non un esplicito invito? Ed inviti di questo genere non si rifiutano. Si va!

Teatro Fontana / ore 21:00 TRA SPAGNA E BRASILE
Orchestra Joueurs de Flûte - Andrea Manco, flauto solista

L'anno scorso abbiamo ammirato una fantastica flautista, Anne Besson, in un impareggiabile concerto col flauto barocco. Questa volta il programma è vario negli stili e nelle epoche, ma l'interesse maggiore è dato dalla presenza di un'intera orchestra di flauti, dei quali potremo apprezzare le particolari sonorità e caratteristiche offerte dalle diverse taglie di questo strumento. Occasione rara all'ascolto che perciò ci fa preferire la serata rispetto ad altri contemporanei concerti del cartellone di MiTo.

Programma
Gioachino Rossini, Ouverture da Il Barbiere di Siviglia
Pascal Proust, Naranjada
Darius Milhaud, Brazileira
Giorgio Spriano, La Boqueria
François Borne, Fantaisie brillante sur Carmen de George Bizet
Zequina Da Abreu, Tico Tico no fubá
Heitor Villa-Lobos, Bachiana brasileira n. 5
Joaquín Rodrigo, Danza de las Hachas e Canario dalla Fantasia para un Gentil hombre
Ennio Morricone, Mission Medley
Quincy Jones, Soul Bossa

Domenica 08

Chiesa di Sant'Alessandro in Zebedia / ore 12:00 LA MESSA DI MADRID
Consort Maghini Claudio Chiavazza, direttore
Celebra Padre Antonio Gentile
Ingresso gratuito

È sempre scelta che dimostra grande attenzione, culturale, musicale e spirituale, la tradizione di MiTo di inserire la musica sacra nello specifico contesto per il quale è stata composta.
Scelta che ci fa ritenere questi appuntamenti uno dei "nuclei" più significativi del festival e che, personalmente, sono quelli dai quali non si può prescindere. Al centro del programma del primo di essi è la Missa quatuor vocum “Messa di Madrid” di Domenico Scarlatti (1685-1757) che, trasferitosi nel 1729 in Spagna, al seguito della principessa Maria Barbara, pronta a sposarsi con il principe Ferdinando, erede al trono spagnolo, la compose in stile rinascimentale severo. Nulla si sa della storia di questo lavoro ma è significativo che la notazione sia una specie di imitazione della notazione bianca del Cinquecento. Ad essa sono abbinate pagine del padre Alessandro Scarlatti (1660-1725).

Programma
Domenico Scarlatti (1685-1757)
Missa quatuor vocum “Messa di Madrid”
Kyrie – Gloria – Credo – Sanctus, Benedictus – Agnus Dei

Alessandro Scarlatti (1660-1725)
Quattro mottetti
Ad te Domine levavi (dal Salmo 119) – Exaltabo te, Domine (dal Salmo 30)
Domine in auxilium meum (Salmo 39) – Ad Dominum cum tribularer (Salmo 24)

IL GIORNO DEI CORI
Tutti concerti ad ingresso gratuito

Chiesa di Santa Maria del Suffragio / ore 15:00
pourChoeur di Basilea - Marco Beltrani, Samuel Strub, direttori

Abbazia di Santa Maria Rossa in Crescenzago / ore 16:00
Sibi Consoni di Genova Roberta Paraninfo, direttore

Chiesa di Sant'Antonio Abate / ore 16:00
Coro San Nicolò di Litija, Slovenia Helena Fojkar Zupancic, direttore

Chiesa di Santa Maria alla Fontana / ore 16:00
Ensemble La Rose di Piovene Rocchette Jose Borgo, direttore Massimo Zulpo, pianoforte

Questa nostra personale selezione combina l'interesse per l'ascolto di scuole corali estere, come i due cori svizzero e sloveno in programma, con la possibilità di "massimizzare" l'ascolto, quando la distanza fra le sedi può essere percorsa velocemente in bicicletta, e con l'interesse storico, artistico architettonico dei luoghi che ospitano i concerti.
Dell'abbazia di Santa Maria Rossa a Crescenzago segnaliamo i legami con la storia milanese dei Visconti (vi sarebbe morto e sepolto Matteo Visconti ferito durante gli scontri avvenuti in zona con i Della Torre) e gli affreschi giotteschi che tuttora ospita (leggi di più in Sulle tracce di Giotto e dei suoi seguaci in Milano e dintorni >>>). Al museo diocesano è invece stato spostato il trittico di Bergognone che stava sull'altare.
Sant'Antonio abate è totalmente affrescata con le "storie della Croce", conserva l'antico organo, con mantice ad azionamento manuale ancora funzionante, sul quale il giovane Mozart compose uno dei suoi più celebri mottetti, e nell'adiacente oratorio (casomai fosse aperto) è arrivato (dall'originaria sede di San Fedele) il dipinto di Ambrogio Figino che ha ispirato la Madonna dei Palafrenieri di Caravaggio.
Il santuario di Santa Maria alla Fontana, di cui sopravvive nel loggiato ribassato l'architettura cinquecentesca, era con la Ca' Granda ed il Lazzaretto, una delle principali strutture sanitarie dell'antica Milano. Anche per via della sua acqua taumaturgica, proveniente da una fonte che vi si trovava, purtroppo compromessa dall'inquinamento e dall'incuria dei nostri tempi.

Lunedì 09

Piccolo Teatro Studio Melato / ore 17:00 IN VIAGGIO CON BACH
laBarocca Ruben Jais, direttore
Ensemble Vocale laBarocca Jacopo Facchini, direttore

Almeno un concerto interamente e puramente bachiano, anche nella sua declinazione sacra e vocale (di quella strumentale si è già detto), non può mancare nell'itinerario musicale di qualsiasi festival di musica classica.

Un ideale viaggio nel tempo con Johann Sebastian Bach (1685-1750) lungo 25 anni. Si comincia con Nach dir, Herr, verlanget mich BWV 150, tagliata in 7 movimenti, con 4 voci soliste e un fagotto accanto agli archi (il manoscritto originale è perduto) sulla cui autenticità in passato sono state avanzate riserve. Quindi Mein Herze schwimmt im Blut BWV 199, capolavoro del giovane Bach su “libretto” di Georg Christian Lehms, poeta di corte e bibliotecario a Darmstadt, concernente la parabola del fariseo e del pubblicano (che è considerata la prima cantata di Bach). Con Ich armer Mensch, ich Sündenknecht BWV 55 ci spostiamo a Lipsia: unica tra le cantate bachiane a essere stata concepita per una voce sola di tenore, eseguita il 17 novembre del 1726, pone l’accento sulla sofferenza conseguente al peccato e sulla figura del penitente impegnato a invocare la misericordia divina. Infine la celeberrima Wachet auf, ruft uns die Stimme BWV 140, eseguita il 25 novembre 1731 (27a domenica dopo la Trinità), che appartiene al genere della cosiddetta Choralkantate, su testo anonimo ispirato alla parabola delle vergini, ma con interpolazioni varie specie dal Cantico dei Cantici.

Teatro Grassi / ore 21:00 TERRE BRAHMSIANE
Daniel Müller-Schott, violoncello / Olli Mustonen, pianoforte

Curiosità per un concerto da camera con un programma di diffficile esecuzione, ma affidato a musicisti di talento.

Di Johannes Brahms (1833-1897) ascolteremo le due due Sonate per violoncello e pianoforte: in mi minore op. 38 e n. 2 op. 9. Inframmezzate dalla Sonata in re maggiore op. 78 “Regenlied Sonate”, nella versione per violoncello.

Spazio Teatro 89 / ore 21:00 NOTTURNI FRANCESI
I solisti de laVerdi Elena Piva, arpa - Stefano Buldrini, corno

Una formazione musicale che non è frequente avere l'opportunità di ascoltare, quindi conviene non perderla.

In apertura, in prima esecuzione assoluta, la trascrizione dell’effusiva Romance op. 36 che Camille Saint-Saëns concepì nel 1874 per corno e pianoforte.
Quindi la trascrizione del celeberrimo Clair de lunedi Claude Debussy e le Ballade slave.
Ecco poi la rivisitazione di un originale per violoncello e arpa, il suadente Nocturne op. 21 di Marcel-Lucien Tournier, e del medesimo il rapinoso studio da concerto Au Matin, tutto effervescenti cascate sonore. Completano il programma due brani di Alphonse Hasselmans: Confidence, Romance sans paroles op. 24 e La Source, étude pour harpe op. 44.
Chiude il concerto Chants d’arrière-saison di Bernard Andrès, una pagina col corno (eseguibile anche da un violoncello o un fagotto): ampia suite dal linguaggio eclettico ora onirico, ora venato di arabeggianti echi folklorici, dal sognante epilogo come proteso sull’arcano.

Martedì 10

Teatro Dal Verme / ore 21:00 MITTELEUROPA
Orchestra del Teatro Regio Marin Alsop, direttore

Brahms popolare (per finta), austriaco e sinfonico a confronto

Programma
Johannes Brahms (1833-1897)
Dalle 21 Danze ungheresi: n. 1 in sol minore Allegro molto, n. 3 in fa maggiore Allegretto, n. 5 in fa diesis minore Allegro
Variazioni su un tema di Haydn op. 56a
Sinfonia n. 4 in mi minore op. 98

Mercoledì 11

Piccolo Teatro Studio Melato / ore 17:00 SCOZIA
Musiche di James Oswald, Johann Sebastian Bach, Julia Wolfe
Sean Shibe, chitarra, chitarra elettrica

Teatro degli Arcimboldi / ore 21:00 RUSSIE
Musiche di Sergej Rachmaninov e Pëtr Il’ic Cajkovskij
Filarmonica della Scala Myung-Whun Chung, direttore Alexander Romanovsky, pianoforte

Giovedì 12

Teatro Dal Verme / ore 21:00 NUOVO MONDO
Musiche di Samuel Barber, Jennifer Higdon e Antonín Dvorák
Orchestra Filarmonica di Torino Giampaolo Pretto, direttore - Nils Mönkemeyer, viola

Interessante il confronto, per chi se lo possa permettere, fra il Barber del pomeriggio per sassofoni, e questo serale affidato agli archi.

Programma
Samuel Barber (1910-1981), Adagio op. 11
Jennifer Higdon (1962), Concerto per viola e orchestra, PRIMA ESECUZIONE IN ITALIA
Antonín Dvořák (1841-1904), Sinfonia n. 9 in mi minore op. 95 "Dal nuovo mondo"

Venerdì 13

Università degli Studi di Milano, Aula Magna / ore 17:00 AFRICA
Musiche di Fela Sowande, Samuel Akpabot, Camille Saint-Saëns
Orchestra dell’Università degli Studi di Milano Alessandro Crudele, direttore Alessandro Taverna, pianoforte Ingresso gratuito

Teatro Edi / ore 21:00 BARRIO’S SENZA FRONTIERE
Sara Celardo, giovane chitarrista, dà un saggio del repertorio per chitarra che, a partire dal secondo Novecento, si amplia in modo eccezionale: si moltiplicano infatti le composizioni di autori moderni, ma vi confluiscono anche nuove trascrizioni di pagine di grandi del passato vissuti in luoghi e tempi in cui la chitarra non era in uso, come Dowland e Bach.

Dowland fu uno dei più raffinati liutisti dell’Inghilterra di Shakespeare. Tra le sue Fantasie, composizioni che mirano a creare l’illusione di un’improvvisazione, la n. 7 è la più malinconica, poiché basata su un tema cromatico e dall’andamento discendente che si ripete dentro una trama musicale cangiante.
La Ciaccona di Bach, dalla Partita per violino in re minore del 1720, consiste in una serie di variazioni di crescente intensità emotiva. Nel Seicento la ciaccona era una danza sensuale, poi evolse entrando nelle composizioni strumentali come forma di tema con variazioni, mantenendo il ritmo ternario, ma assumendo gravità e lentezza.
La fortuna della chitarra nell’Ottocento andò di pari passo al rinnovamento tecnico dello strumento, che acquistò maggior volume sonoro ed entrò in molte sale da concerto. Fra i maestri di allora spicca Giulio Regondi, autore nel 1864 di Introduction et caprice. Il pezzo è composto da un’introduzione sognante in maggiore e da una sezione in minore con passaggi intricati quanto evocativi.
Nel Novecento, l’interesse per la chitarra fu rinvigorito dal talento straordinario di Andrés Segovia, dedicatario di innumerevoli lavori fra cui le Variations sur un thème de Scriabine, scritte nel 1972 dal musicista polacco Alexandre Tansman e basate su un tema tratto dal Preludio in mi bemolle minore di Skrjabin.
Anche Castelnuovo-Tedesco collaborò con Segovia. Nel 1961 completò per lui una serie di ventiquattro pezzi ispirati ai Caprichos, la collezione di incisioni di Goya: il Capriccio n. 18 si presenta come una breve ciaccona con cinque variazioni e un finale infuocato. Nel 1935 il compositore aveva scritto per Segovia il Capriccio diabolico, un omaggio a Paganini in una pagina di pirotecnica difficoltà che si chiude con una citazione da La campanella.

Sabato 14

Piccolo Teatro Studio Melato / ore 17:00 ADDII
Florian Birsak, clavicembalo

Dall'omaggio di Bach (in una veste a noi sconosciuta nella sua didascalica definizione di situazioni ed emozioni) alla partenza da Eisenach del dilettissimo fratello Johann Jakob per la Corte di Svezia - musica pienamente descrittiva, come dimostra la titolazione della successione di brani, a Domenico Scarlatti, nel 1729 a Siviglia alla corte di Filippo V, durante quel “lustro regale” nel quale artisti d’ogni genere furono impegnati a curare la melanconia del sovrano. A Johann Jakob Froberger che nel 1656 compone il Lamento sopra la perdita della Real Maestà Ferdinando IV, un genere (quello del lamento) molto amato tra Cinque e Seicento, che include anche la suite Plainte faite à Londres pour passer la Mélancholie, mentre al 1660 risale la Méditation faite sur ma mort future, breve e sereno brano, tratto dalla Suite in re maggiore FbWV 620, da suonarsi lento a piacere dell’interprete.
Nelle intricate vicende che legano i figli di Bach, gli addii sono all’ordine del giorno: all’indomani della morte del padre, Johann Christian (di cui Birsak esegue la Sonata in do minore op. 5 n. 6) raggiunse Carl Philipp Emanuel a Berlino (l’autore della “Follia di Spagna”; dove è la variazione a favorire il “distacco”, acustica illusione dell’eterna trasformazione: “Omnia mutantur, nihil interit”). Quest’ultimo lo aiutò nell’apprendistato musicale, prima di vederlo partire per l’Italia dove incontrerà Padre Martini a Bologna e Giovan Battista Sammartini a Milano. Con il Bach inglese (Johann Christian morì a Londra nel 1782) il cerchio in un certo senso si chiude. Quanti addii: fratelli che partono, padri che lasciano la loro vita terrena, viaggi, carrozze, amanti, mogli, figli, in un turbinio di vite che trova nel celebre ed enigmatico Contrapunctus XIV da L’Arte della Fuga una sorta di sunto. Rimase però incompiuto, come se l’autore in verità non volesse esplicitamente dire addio al mondo o non volesse affatto meditare sul tema della fine.

Programma
Johann Sebastian Bach (1685-1750), Capriccio sopra la lontananza del suo fratello dilettissimo in si bemolle maggiore BWV 992
Arioso. Adagio: Ist eine Schmeichelung der Freunde, um denselben von seiner Reise abzuhalten (Lusinga degli amici per trattenerlo dal partire)
Andante: Ist eine Vorstellung unterschiedlicher Casuum, die ihm in der Fremde könnten vorfallen (Rappresentazione delle diverse disgrazie che possono capitare in un paese straniero)
Adagiossimo: Ist ein allgemeines Lamento der Freunde (Generale lamento degli amici) [---]: All hier kommen die Freunde, weil sie doch sehen, dass es anders nicht sein kann, und nehmen Abschied (Arrivano gli amici, che, rassegnati a non vederlo cambiare idea, prendono congedo da lui)
Allegro poco: Aria di Postiglione
Fuga all’imitazione della cornetta di postiglione
Johann Jakob Froberger (1616-1667), Plainte faite à Londres pour passer la Mélancholie dalla Suite n. 30 in la minore FbWV 630
Georg Friedrich Händel (1685-1759), Suite in la maggiore HWV 426 - Praeludium Allemande Courante Gigue
Johann Christian Bach (1735-1782), Sonata in do minore op. 5 n. 6 - Grave Allegro moderato (Fuga) Allegretto
Domenico Scarlatti (1685-1757)
Sonata in do maggiore K. 501. Allegretto
Sonata in do maggiore K. 421. Allegro
Carl Philipp Emanuel Bach (1714-1788), 12 Variations über die Folie d’Espagne Wq 118/9
Geoffrey King (1949), White Rose
Johann Jakob Froberger, Méditation faite sur ma mort future - dalla Suite n. 20 in re maggiore FbWV 620
Johann Sebastian Bach, Contrapunctus XIV da Die Kunst der Fuge BWV 1080

Conservatorio “G. Verdi” di Milano / ore 21:00 NUOVE GEOGRAFIE
Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo, Ion Marin, direttore

Programma
James MacMillan (1959), Larghetto for Orchestra (2017) PRIMA ESECUZIONE IN ITALIA
Gustav Mahler (1860-1911), Sinfonia n. 1 in re maggiore “Titan”
Langsam Schleppend. Wie ein Naturlaut – Im Anfang sehr gemächlich. Immer sehr gemächlich (Lento, strascicato. Come suono di natura – All’inizio molto comodo. Sempre molto comodo)
Kräftig bewegt, doch nicht zu schnell – Trio. Recht gemächlich (Vigorosamente mosso, ma non troppo veloce – Trio. Molto comodo)
Feierlich und gemessen, ohne zu schleppen (Solenne e misurato, senza strascicare)
Stürmisch bewegt (Tempestosamente agitato)

Nel 2009, MacMillan si cimenta con uno dei testi più musicati nella storia dell’arte sacra, il Miserere, che corrisponde al Salmo 50 della Vulgata latina (il Salmo 51 della Bibbia moderna). Il potente salmo penitenziale è rivestito da MacMillan di una musica apparentemente semplice, ma in realtà attentamente dosata nei suoi intrecci polifonici, al contempo lirica e drammatica, antica e moderna. Il lavoro era stato scritto per un ensemble vocale di alto livello come The Sixteen.
A distanza di otto anni, MacMillan ha riscritto il Miserere per orchestra, su commissione della Pittsburgh Symphony Orchestra diretta da Manfred Honeck, che ha eseguito per la prima volta il Larghetto – questo il nuovo titolo – il 27 ottobre 2017. Nel passaggio dall’una all’altra forma, la primitiva scrittura corale si espande e rifulge di compassione, acquistando preziose sfumature timbriche nella moltiplicazione delle linee melodiche, spesso sdoppiate in più parti nelle varie famiglie degli archi. Il richiamo alle forme arcaiche del canto monodico, convive con la dimensione armonica che si staglia sullo sfondo del lavoro, che inizia con una cupa meditazione in mi minore ma si distende alla fine nella mistica visione della Gerusalemme celeste, in una perfetta mandorla nella tonalità di mi maggiore.

Domenica 15

Chiesa di San Marco / ore 12:00 VIVALDI A MESSA
Antonio Vivaldi: Allegro dal Concerto in sol minore RV 157, Gloria RV 588, Credo RV 591, Magnificat RV 610, In exitu Israel RV 604, salmo
Orchestra Barocca Modo Antiquo Federico Maria Sardelli, direttore
Coro Ricercare Ensemble Romano Adami, maestro del coro
Anna Simboli, Elena Bertuzzi, soprani Elena Biscuola, contralto
Celebra Don Luigi Garbini
Ingresso gratuito

Chiesa di Sant'Alessandro in Zebedia / ore 17:00 PERSEPOLI
Georg Friedrich Händel (1685-1759), Alexander’ s feast, or the Power of Music, an Ode in honour of St. Cecilia HWV 75
oratorio per soli, coro e orchestra (versione del 1736)
Coro e Orchestra dell’Accademia del Santo Spirito - Robert King, direttore Pietro Mussino, maestro del coro Ingresso gratuito

Piccolo Teatro Studio Melato / ore 21:00 IN VIAGGIO CON UN BASSOTUBA
Thomas Leleu, bassotuba - Magali Albertini, pianoforte - Adélaïde Ferrière, vibrafono

Un artista che, per noi, nel 2016 è stato una felice sorpresa (leggi di più  "Ultime file alla riscossa" >>>), sarà quest'anno un piacevole riascolto.

Imbracciato da Thomas Leleu, il meraviglioso ottone è capace anche di grande agilità e di un insospettabile struggente lirismo. A partire dal cullante andamento di tango-habanera di Youkali di Kurt Weill che insieme alla brechtiana Ballata di Mackie Messer apre il programma. Seguono la Ninnananna di Brahms, ascoltata in tanti infantili carillon, al solo pianoforte le inquietudini dell’eroe romantico di Liszt, nel suo peregrinare (estratti da Années de Pèlerinage). La Parigi di Proust e degli impressionisti con la struggente A Chloris del parigino - venezuelano Reynaldo Hahn su versi sentimentali di Théophile de Viau. Il virtuosismo puro delle Variations sur le Carnaval de Venise di Arban ed il ritorno a Berlino per concludere la prima parte del programma con Berlin im Licht (Berlino nella luce), che divenne nel 1928 la colonna sonora di un’impressionante campagna pubblicitaria allestita dall’industria dell’illuminazione, allorché la Berlino notturna fu rischiarata a giorno da insegne e pubblicità luminose, a volere significare in modo tangibile progresso e modernità, testimonianza di quell’effimera e vitalissima esperienza che fu la Repubblica di Weimar.
La seconda parte del concerto propone due composizioni dello stesso Leleu in prima esecuzione italiana, Stories... e Latin Suite. Continua con l’ipervirtuosistico Scaramouche di Milhaud, da un originale per due pianoforti, così come da un originale pianistico proviene l’omaggio ai ritmi e ai colori del mondo iberico con España di Albeniz. Si torna in Francia con un tributo a Michel Legrand, pianista jazz e grande compositore di musica da film, mancato lo scorso gennaio. Les Moulins de mon cœur è il brano di punta del film del 1968 Il caso Thomas Crown, che valse a Legrand l’Oscar per la migliore canzone originale. Da Les demoiselles de Rochefort, musical francese del 1967 con un cast stellare comprendente tra gli altri Catherine Deneuve, Gene Kelly e Michel Piccoli, ascoltiamo You must believe in spring (nell’originale francese Chanson de Maxence), brano amato, tra i tanti, da Bill Evans e Barbra Streisand. E ancora Catherine Deneuve, questa volta affiancata da Nino Castelnuovo, è protagonista di Les Parapluies de Cherbourg del 1964, diretto da Jacques Demy e vincitore del Grand Prix al 17° Festival di Cannes. Non scritto per il cinema ma presente in un numero impressionante di film Por una cabeza, tra i più famosi tanghi di Carlos Gardel, emblema stesso dell’anima argentina nel suo intreccio di pathos e disperazione, desiderio e malinconia. Ed in Sudamerica termina il giro del mondo di Leleu con il suo trio: con Chega de Saudade: musica di Tom Jobim, parole di Vinicius de Moraes ed il ricordo della voce di João Gilberto, che ci ha lasciati solo due mesi fa.

Lunedì 16

Piccolo Teatro Studio Melato / ore 17:00 DA NAPOLI A MILANO NEL ’600
Musiche di Giovanni Paolo Foscarini, Hieronimus Kapsperger, Ferdinando Valdambrini, Antonio Carbonchi, Stefano Calvi, Alessandro Piccinini, Francesco Corbetta, Gaspar Sanz
I Bassifondi

Mai ascoltato un colascione? È venuto il momento di farlo.

I Bassifondi sono la ricostruzione di un trio del Seicento, quando chitarristi e liutisti (qui rappresentati da Simone Vallerotonda) si facevano accompagnare da un colascione, una chitarra di origini napoletane con il manico molto lungo e cassa armonica importante (Stefano Todarello) e dalle percussioni (Gabriele Miracle). Per MITO propongono un programma che spazia da Valdambrini a Carbonchi, da Kapsperger a Foscarini. Autori che si definivano orgogliosamente “romani” (Roma, Caput mundi), pur non rinunciando alle loro napoletane o spagnole origini artistiche.
 
Il liuto, la chitarra, la tiorba, insieme all’organo, sono al centro di una barocca esplosione multidimensionale che prende il nome di basso continuo (il cui meccanismo semiotico, di tipo “ipnotico”, si fa risalire all’estetica della “follia”) una “cellula” motivica dalla quale tutto è possibile: l’armonia, essendo solo accennata, indirizza gli esecutori verso un arricchimento ad libitum, e ne guida lo sviluppo melodico, che in quegli anni si ammanta, seduttivamente, di abbellimenti, fioriture, ornamenti, trilli e mordenti. Il gruppo I Bassifondi sviluppa arditamente e in legittimità tutte le possibilità aggiungendo percussioni, arricchendo con tiorba, chitarra barocca, colascione l’insieme dei timbri, intervenendo sulle armonie e sulla resa finale.
Anche nei titoli delle varie danze e dei brani non c’è limite alla fantasia. Lo testimoniano i brani in programma: Carbonchi inventa titoli come Scaramanzie e Mariona, composizioni tratte da Le dodici chitarre spostate che si riferiscono all’accordatura dei modi musicali del tempo, quelli delle accordature precedenti il temperamento equabile. Fino a Mozart, a cominciare da Biagio Marini e a seguire con Corelli, Vivaldi, Bach, Rameau, erano molto usati cicli di dodici composizioni, una per ciascun modo possibile: anche questo, attestazione di abilità e perizia di chi scriveva musica.
Il primo Libro d’Intavolatura di Valdambrini ha titoli di danze, ma anche altri che provengono dalle più diverse suggestioni: Mamma lo scorpiò è presente in questo concerto, ma nel Libro ci sono anche Modazza, Gironetta, Capone, Turlurù. La Passacaglia è invece virtuosa forma costruita su un basso obbligato che costituisce il fondamento di complesse architetture a volte in stile di fuga, a volte in forma di variazione.
Altri brani del concerto – come quelli di Hieronymus Kapsperger, ma anche di Foscarini e Valdambrini -   sono riferiti a danze note come la Gagliarda, la Corrente, la Ciacona, o Aria. Si tratta di forme desunte dalla Suite che da lì a poco, verso la metà del Seicento, si costituirà nello schema oggi conosciuto e che ha avuto tre secoli di felice storia. In rilievo sono quelle non a tutti note: la Sfessania (qui, quella di Kapsperger) danza diffusa in Campania già dal Cinquecento e molto atta a situazioni comiche da Commedia dell’Arte, rette sul binomio coreografico del maschio e della femmina. Un’altra è la Jacaras (Gaspar Sanz), un termine che rimanda al trafficante privo di scrupoli o, come si direbbe oggi, all’“intermediario”, al “facilitatore”, all’“amico dell’amico”: tutti personaggi dai quali parrebbe opportuno guardarsi.

Programma
Giovanni Paolo Foscarini (fl. 1600-1647), Da Li cinque libri sulla chitarra alla spagnuola, Roma 1640:
Gagliarda francese, Passacaglia per la O, Aria di Firenze
Hieronymus Kapsperger (1580 ca.-1651), Dal Libro IV d’intavolatura di chitarrone, Roma 1640:
Toccata II, Sfessania, Passacaglia, Chiacona
Ferdinando Valdambrini (sec. XVII), Dal Libro I d’intavolatura di chitarra, Roma 1646:
Mamma lo scorpiò, Passacaglia per la D
Antonio Carbonchi (?-sec. XVII), Da Le dodici chitarre spostate, Firenze 1640:
Scaramanzie, Mariona
Stefano Calvi (?-sec. XVII)
Da Intavolatura di chitarra e chitarriglia, Bologna 1646: Spagnoletta
Alessandro Piccinini (1566-1638)
Da Intavolatura di liuto – Libro II, Bologna 1639:
Partite sopra l’aria francese detta l’Alemana, Corrente
Francesco Corbetta (1615-1681), Da Varii Capricii per la chitarra spagnuola, Milano 1643:
Folias, Chiaccona
Gaspar Sanz (1640-1710), Da Istrucion de música, Madrid 1674:
Jacaras, Canarios

Martedì 17

Ecoteatro / ore 21:00 ARMENIA
Musiche di Komitas Vardapet, Aram Khacaturjan, Alan Hovhannes, Tatev Amiryan, Khatchadour Avedissian, Arno Babadjanian, Georges Ivanovic Gurdjieff / Thomas de Hartmann Quartetto d’archi Nor Arax

Mercoledì 18

Teatro Dal Verme / ore 21:00 ISOLE GIOIOSE
Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai
John Axelrod, direttore - Tine Thing Helseth, tromba - Rachel Harnisch, soprano

Programma 
Claude Debussy, L’isle joyeuse, orchestrazione di Bernardino Molinari approvata dall’autore
Qigang Chen, Joie éternelle per tromba e orchestra PRIMA ESECUZIONE IN ITALIA 
Gustav Mahler, Sinfonia n. 4 in sol maggiore “La vita celestiale”

Apre la serata L’isle joyeuse, brano per pianoforte scritto da Claude Debussy nel 1904 e qui proposto nell’orchestrazione del direttore Bernardino Molinari approvata dall’autore.
Ispirato a un celebre quadro di Jean-Antoine Watteau – Pélerinage à l’île de Cythère – che descrive giovani in partenza per l’isola dell’amore, trasferisce nel mondo dei suoni l’affascinante miscela di felicità e nostalgico abbandono che il pittore settecentesco aveva miracolosamente fissato sulla tela.

Segue la prima esecuzione italiana di Joie éternelle per tromba e orchestra di Qigang Chen, compositore cinese fra i più eseguiti al mondo, cresciuto musicalmente fra Pechino e Parigi dopo una giovinezza travolta dalla Rivoluzione culturale maoista. Eseguita per la prima volta a Pechino nel 2014 dalla trombettista Alison Balsom e dalla China Philharmonic Orchestra diretta da Long Yu, è una composizione di rara dolcezza ispirata a una nota melodia (Qu Pai, che significa appunto gioia eterna) tratta dall’opera cinese Il padiglione delle peonie di Tang Xianzu (1598).

Chiude la Sinfonia n. 4 in sol maggiore di Gustav Mahler, col Lied finale “La vita celestiale” su versi tratti dalla celebre raccolta Des Knaben Wunderhorn (Il corno magico del fanciullo) di Arnim e Brentano. Composta in uno dei periodi di maggiore serenità nella vita tormentata dell’autore fra il 1892 e il 1901, la Quarta Sinfonia si rifà allo spirito del classicismo viennese allontanandosi dalle precedenti per l’umorismo sottile e la gioia diffusa.

 

Giovanni Guzzi, settembre 2019
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AVVERTENZA
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