L'Eclettico



Quod non fecerunt barbari… fecerunt Franceschini (& Co)



Le “Domeniche al Museo” non portano voti e non ti fanno rieleggere (chiedere a Dario Franceschini). Ma il Consiglio Comunale di Milano si accoda convinto e “Valorizza” il patrimonio artistico incoraggiando la “Movida” fra i capolavori dell’arte.

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QUOD NON FECERUNT BARBARI… FECERUNT FRANCESCHINI (& Co)

Le “Domeniche al Museo” non portano voti e non ti fanno rieleggere (per informazioni chiedere all'ex ministro - poi di nuovo ministro - Dario Franceschini)

Ma il Consiglio Comunale di Milano si accoda convinto e “Valorizza” il patrimonio artistico incoraggiando la “Movida” fra i capolavori dell’arte


Il gusto per le pazienti attese in coda è fra i più evidenti lasciti a Milano da parte di EXPO 2015.
Una delle circostanze in cui questo piacere della coda si concretizza con periodicità ricorrente è la Domenica al Museo: l’apertura gratuita al pubblico, una domenica al mese, delle sedi museali di competenza ministeriale e delle altre che alle prime si sono affiancate.
A guardare la quantità di persone in fila che determina, il successo dell’iniziativa non può essere disconosciuto. Un po’ come avviene per le aperture straordinarie delle Giornate di Primavera del FAI.

Ma, nell’uno e nell’altro caso, è tutto oro quello che luccica? Fa davvero bene alla cultura? Accresce la sensibilità e l’attenzione del pubblico per il patrimonio artistico collettivo? O si tratta di operazioni commerciali a buon mercato (non necessariamente sempre efficaci ed opportune, come vedremo).

Tanto per incominciare, un afflusso così massiccio di visitatori, a fatica sorvegliati dal personale di sala, mette in serio pericolo le collezioni. Ci risultano, purtroppo, episodi di opere effettivamente danneggiate nella circostanza. Se il calcolo non dipende da una nostra informazione incompleta (ma speriamo non sia così!), il fatto che non se ne contino di più numerosi è un vero miracolo.

Ne abbiamo avuta prova girando per il Castello Sforzesco di Milano in una di queste Domeniche al Museo: diverse sue sale erano del tutto prive di vigilanza, in altre l’operatore era chino sul suo dispositivo elettronico, intento ad accarezzarne lo schermo anziché vigilare sul comportamento dei visitatori.
Fossimo stati uno sconsiderato armato di accendino avremmo potuto dare fuoco agli arazzi nella sala antistante quella delle Asse, o danneggiare qualche antica scultura prima che chiunque avesse potuto impedircelo.
Non è dunque un caso che proprio dal Castello Sforzesco, nel 2014, siano state rubate tre tavolette del ‘400 senza che nessuno abbia dato l’allarme per quasi un giorno intero! E non risultano provvedimenti nei confronti di chi avrebbe dovuto far sì che l’episodio non si verificasse.

Ma questi rischi non sembrano preoccupare direttori e responsabili che hanno il privilegio di avere in custodia dei capolavori. Col loro benestare, infatti (beninteso: non solo nei Musei Civici milanesi), si moltiplicano eventi mondani e manifestazioni per i quali il frutto dell’ingegno dei più grandi artisti diventa arredo e sfondo per foto in posa: anche se alla fine si contano i danni.

Del resto non c’è molto da aggiungere… se nella stessa Brera si incoraggiano le coppie a pubblicare l’autoscatto del proprio bacio davanti al Bacio di Hayez, mentre l’assenza di un sistema di emergenza in caso di malfunzionamenti tecnologici ha lasciato conseguenze che, nonostante ci si sia affrettati a sorvolare sull’argomento, sono tuttora evidenti nei “cerotti” ancora visibili su diversi dipinti (non abbiamo la competenza per considerazioni tecniche in proposito, ma il timore che i danni siano permanenti ad oggi non ci è passato).

Altrove ricordiamo un concerto in cui parte del pubblico che affollava una chiesetta del X sec. è stato indirizzato (dagli stessi organizzatori!) a prendere posto dietro l’altare: facendolo addossare alle figure fantastiche affrescate nel “velario” dello zoccolo absidale… così, all’uscita, parte dei pigmenti antichi di almeno un millennio decoravano giacche e cappotti degli intervenuti.

Chissà se di tutto ciò ha consapevolezza il Ministro PD Dario Franceschini, che le Domeniche al Museo le ha promosse e ne va fierissimo, sebbene tanto clamoroso successo non gli abbia neppure garantito la rielezione nel collegio elettorale della sua stessa città: essendovi stato battuto da una competitrice della Lega; e stiamo parlando di Ferrara, non di Varese!

INTANTO IN CONSIGLIO COMUNALE A MILANO...

Di certo non se ne ha consapevolezza in Consiglio Comunale a Milano. Da parte di nessuno dei suoi 48 Consiglieri (29 di maggioranza), visto che il 16 aprile 2018 vi è stata approvata, con 30 voti a favore e 6 astenuti (membri dell’opposizione per i quali l’astensione è “quasi” un voto a favore), una delibera di “disciplina delle tariffe dei musei civici”.
Sul sito del Comune di Milano, la trentina di pagine del provvedimento sono così sintetizzate:

Approvata preliminarmente dalla Giunta Comunale il 29 marzo 2018, la “Proposta di deliberazione per il Consiglio Comunale” con oggetto “Approvazione delle modifiche alla disciplina delle tariffe dei Civici Musei e dei criteri generali di applicazione di cui alla Deliberazione di Consiglio Comunale n. 70/2003” è stata un’iniziativa della Direzione Cultura – Area Valorizzazione Patrimonio Artistico e Sicurezza.

Quale idea di “valorizzazione” (e della sicurezza) abbiano i dirigenti dell’area in questione (e con loro Sindaco, Assessori e Consiglieri che l’hanno avvallata), risulta chiaro dalla lettura della Relazione che accompagna la delibera (disponibile, per gli interessati a leggerla per intero e verificare quanto qui argomentiamo, fra le Delibere del Consiglio Comunale pubblicate all’albo pretorio elettronico del Comune di Milano).
Della gratuità generalizzata ma concentrata in una domenica al mese si è già detto, esplicitandone le controindicazioni.
Viceversa, se davvero fosse sincera questa volontà di ampliare il pubblico dei frequentatori dei musei, non si capisce perché siano stati dimezzati i pomeriggi mensili di apertura gratuita: quando chi lo desidera può visitare i Musei in un ambiente ed in un’atmosfera più consoni (perché senza folla) a godere di quanto vi è esposto.
Per quanto riguarda le liberalizzazioni all’accesso di Palazzo Morando, Museo del Risorgimento e Museo delle Culture, sono naturalmente benvenute, visto che non determinano sovraffollamenti!
Ad onor del vero sarebbe stato però più onesto precisare che non sono motivate, come viene dichiarato all’opinione pubblica, “dalle loro particolari identità”, bensì dal fatto che i costi di gestione delle rispettive biglietterie sono esorbitanti rispetto agli incassi.
Il vero punto focale del provvedimento però, risiede forse nella facoltà, che il Comune si riserva, di maggiorare fino al 100% o ridurre al massimo del 50% il costo del biglietto in concomitanza con altri eventi e manifestazioni e di stipulare convenzioni o altre forme di accordo con altre realtà ed istituzioni.
Questo passaggio è illuminante nel rivelare l’aspetto commerciale che sta al fondo di tutto, e la volontà “intruppare” le persone.
Esattamente come si è fatto smantellando sistematicamente la gloriosa e capillare rete tramviaria di superficie per mandare la gente “sottoterra” da viva, intubandola nella più limitata e ben più costosa rete di metropolitane. I lettori si domandino: per la convenienza di chi?
Conferma questa nostra considerazione il fatto che l’aumento sia già stato applicato, ancor prima dell’entrata in vigore della delibera (e della sua pubblicazione all’albo pretorio elettronico del Comune di Milano, avvenuta solo quasi a fine maggio), raddoppiando il costo del biglietto dei musei del Castello per la concomitanza con la mostra Novecento di Carta.
Di fatto un surplus indebito per gli interessati alle sole collezioni permanenti. Sebbene il costo non sia eccessivo si tratta tuttavia un’incoerenza rispetto alla dichiarata volontà di mantenere invariato (e basso) il prezzo del biglietto.
In altre analoghe circostanze si erano previste diverse opzioni: un biglietto a parte per la mostra temporanea, uno cumulativo per mostra e musei ed il mantenimento di quello ordinario solo per i musei. Sarebbe più corretto continuare ad operare in questo modo.

Sempre nella Relazione, si scrive che finalità della riorganizzazione tariffaria è anche migliorare il rapporto costi/entrate del sistema museale comunale - che è comunque già in attivo - portandolo dall’attuale 39% al 33%. Aiuta a comprendere i termini della questione sapere che stiamo parlando di qualche centinaio di migliaia di Euro mentre, giusto per fare un paragone comprensibile a chiunque, lo spostamento nel 2015 della Pietà Rondanini all’attuale collocazione ha avuto costi dell'ordine di grandezza del milione di Euro. Uno spostamento molto discutibile nei suoi risultati e del quale, oltretutto, non si sentiva la necessità (Benedetta sia la copia, La Pietà Rondanini torna (per un po’) al suo posto - Leggi di più >>>).

PENALIZZATE LE ASSOCIAZIONI

Un ultimo provvedimento proposto dai riorganizzatori delle tariffe (ma anche corresponsabili promotori del trasloco appena ricordato) è stato l’“eliminazione del beneficio dell’entrata gratuita a quei visitatori iscritti ad associazioni “aventi nelle proprie finalità la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale, storico, monumentale, naturalistico ed ambientale”.

Sebbene non sia chiaro quale fondamento statistico abbiano i “dati esperienziali” richiamati nella Relazione e sulla base dei quali sono state stilate le stime a supporto della decisione, la fondamentale motivazione addotta dagli oculati contabili che l’hanno promossa è stata la necessità di recuperare, abolendo la gratuità sopra richiamata, i mancati introiti dai Musei per i quali si è liberalizzato l’accesso (come già detto: MUDEC, Risorgimento e Palazzo Morando).
Necessità che non sussiste, come paradossalmente i medesimi hanno dichiarato proprio nella Relazione stessa che citiamo testualmente.
Per quanto riguarda Museo del Risorgimento e Palazzo Morando:
“Il mancato introito dei ricavi delle biglietterie (€ 29.974+) verrebbe ampiamente compensato dai mancati costi di gestione delle stesse (€ 121.024-) traducendosi quindi in un guadagno”.
Per il MUDEC:
“Il mancato introito della vendita dei biglietti per il 2018 (stimato in € 159.000) appare salvaguardato dal canone di concessione (€ 211.926)”.

Ciò premesso, visto che la copertura finanziaria è comunque garantita e che l’obiettivo delle collezioni museali Civiche si presume non sia quello di “metterle a reddito” bensì diffondere cultura ed avvicinare ad essa sempre di più la popolazione - argomento più volte ribadito nella Relazione - e visto che anzi si promuovono diverse altre forme di accesso gratuito, non si vede perché abolirne una esistente, per di più contraddicendo le intenzioni dichiarate visto che si va a penalizzare una categoria benemerita di utenti: quella, per l’appunto, degli iscritti ad associazioni “aventi nelle proprie finalità la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale, storico, monumentale, naturalistico ed ambientale” che, viceversa, sarebbe lodevole continuare ad agevolare almeno continuando a fare quanto si fa ora.

Da verifiche condotte direttamente presso le sedi museali si è constatato inoltre che le asserite “difficoltà nell’applicazione della gratuità” non dipendono dalla necessità di una valutazione estemporanea da parte del personale sulla coerenza della natura dell’associazione con la “vocazione” del Museo, ma dal fatto che spesso il personale in biglietteria non è neppure a conoscenza di avere nel cassetto (quando non esposto sul bancone) l’elenco delle associazioni accreditate; che in molti casi è in condizioni indecorose, e questo la dice lunga (Gratuità dei musei civici milanesi per i soci di associazioni ambientaliste e culturali - Leggi di più >>>).

L’eventuale incongruità degli scopi sociali ammessi è un problema di chi ha rilasciato l’accreditamento e di questo dovrebbe essere chiamato a rendere conto. Al riguardo, per un’adeguata valutazione da parte dei Consiglieri, la Relazione avrebbe dovuto essere stata per lo meno prima integrata con l’elenco di queste associazioni che ci piacerebbe poter presentare ai nostri lettori e perciò ci attiveremo per ottenerlo.
Se può essere condivisibile che un’eventuale “Associazione di Aeromodellisti” o una fantomatica “Associazione dei Pescatori del Ticino” non abbiano i requisiti per godere dell’agevolazione, in tutti gli altri casi si ritiene corretto che i visitatori iscritti ad associazioni “aventi nelle proprie finalità la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale, storico, monumentale, naturalistico ed ambientale” proprio per questo motivo abbiano libero accesso indistintamente a tutti i Musei Civici cittadini.
Una scelta di questo genere, che ha anche il valore sociale di sostenere l’associazionismo (cosa che a parole tutti dichiarano di fare, contraddicendosi però nei fatti) in tempi in cui sappiamo quanto sia in difficoltà, è oltretutto culturalmente molto più efficace rispetto alla gratuità mensile.

Per tutto quanto fin qui argomentato, sarebbe stato dunque auspicabile quantomeno lo stralcio di questo punto dalla Proposta di Deliberazione ed il mantenimento, per questo aspetto, delle condizioni attualmente vigenti.

Spiace che riflessioni di questo genere non siano venute in mente ai Consiglieri.
Ad alcuni di essi le abbiamo proposte direttamente, per altri abbiamo tentato la via indiretta di colleghi di partito. Purtroppo, come si è scritto sopra, senza esito positivo.

NB nel corso della sua approvazione in Consiglio Comunale sono stati approvati 3 emendamenti alla delibera proposta. I primi due prevedono che sia mantenuta la gratuità per:
1. le associazioni “Amiche” di ogni singolo museo che lo sostengono mediante attività di promozione e divulgazione coerenti con l’identità del Museo (e meno male, stupisce semmai che a questo non abbia pensato fin da subito chi ha predisposto relazione e delibera).
2. le Guide turistiche e interpreti turistici dell’Unione Europea.
3. Si è infine deliberato che, in occasione delle aperture ad ingresso libero, sia facilitato l’ingresso – attraverso prenotazioni alle biglietterie – di gruppi composti da appartenenti ad associazioni “aventi nelle proprie finalità la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale, storico, monumentale ed ambientale”. Ma se le associazioni in questione sono davvero tali, di queste occasioni i loro soci ci auguriamo che non approfitteranno: per non incrementare ulteriormente l'irresponsabile pressione sui luoghi d’arte e perché sanno bene che non è certo questo il modo migliore per goderne.

Consapevoli di aver fatto il possibile, non ci resta che affidare il nostro pensiero a questa pagina elettronica, come un messaggio in bottiglia lanciato dalla nave della cultura in balìa delle onde della superficialità, nella speranza che possa essere raccolto da qualcuno in grado di muoversi in suo soccorso: con intenzioni serie e non considerando “la Movida” come unica forma di “cultura” da incentivare ed esportare in qualsiasi contesto.

Giovanni Guzzi, aprile 2018
© Riproduzione riservata

NOTA BENE

A complemento di quanto fin qui scritto citiamo l’ex ministro Franceschini che smentisce sé stesso citato da Francesco Delzio in “Il turismo sostenibile per difendere le città d’arte” (Avvenire, sabato 13 maggio 2017, pag. 3): “... dei regolatori d’accesso che evitino sovraffollamenti insostenibili in luoghi d’arte che rischiano di essere travolti da troppo turismo, sono una cosa ragionevole. Perché Fontana di Trevi, Piazza San Marco, il Ponte Vecchio hanno una capacità di carico finita. Vanno tutelati” e i musei no?

AGGIORNAMENTO 2020

Ci voleva (purtroppo) un virus per ripristinare un modo decente di godimento delle opere d'arte facendo giustizia delle "ammucchiate" di visitatori anche ministerialmente promosse ed incoraggiate, ora il distanziamento sociale impone, finalmente, numeri limitati di visitatori (anche se con tempi di visita contingentati: altro controsenso per chi desideri ammirare capolavori dell'ingegno umano che meditano adeguato rispetto anche per il tempo che si dedica loro).

 

A FUTURA MEMORIA ELETTORALE: CHI HA APPROVATO LA DELIBERA?

Ecco la composizione del Consiglio Comunale che ha approvato la delibera del 16 aprile 2018 di riorganizzazione tariffaria dei musei civici di Milano (già approvata dalla Giunta, ovvero da Sindaco ed Assessori) con il voto FAVOREVOLE di 30 Consiglieri (sui 36 presenti al voto) così come sotto indicato per ciascuno di essi.
Per comodità di chi volesse far sapere agli interessati il proprio pensiero pubblichiamo anche i recapiti dei Gruppi Consiliari così come reperiti sul sito del Comune di Milano.

Sindaco Beppe Sala ASSENTE
Assessori presenti: Anna Scavuzzo (Vicesindaco e Sicurezza), Filippo Del Corno (Cultura), Marco Granelli (Mobilità e Ambiente), Lorenzo Lipparini (Partecipazione e Cittadinanza attiva), Pierfrancesco Majorino (Politiche sociali), Pierfrancesco Maran (Urbanistica, verde e agricoltura), Cristina Tajani (Lavoro e Commercio), Roberto Tasca (Bilancio)
Assessori ASSENTI: Roberta Guaineri (Turismo e Qualità della vita), Roberta Cocco (Trasformazione digitale e Servizi Civici), Laura Galimberti (Educazione e Istruzione), Gabriele Rabaiotti (Lavori pubblici)

MAGGIORANZA

Beppe Sala Sindaco Noi, Milano - GC.BeppeSalaSindacoNoiMilano@comune.milano.it
TUTTI VOTO FAVOREVOLE
Capogruppo: Marco Carlo Fumagalli / Componenti: Elisabetta Strada, Franco Maria Antonio D'Alfonso, Enrico Marcora

Partito Democratico Beppe Sala Sindaco - GC.PartitoDemocratico@comune.milano.it
TUTTI VOTO FAVOREVOLE
Capogruppo: Filippo Barberis / Componenti: Sumaya Abdel Qader, Alice Arienta, Lamberto Bertolè (Presidente Consiglio Comunale), Paola Bocci, Milly Bossi, Elena Buscemi, Bruno Ceccarelli, Arianna Maria Censi (ASSENTE), Simonetta D'Amico, Diana Alessandra De Marchi (ASSENTE AL VOTO), Carlo Monguzzi, Roberta Osculati, Carmine Pacente, Rosario Pantaleo, Laura Specchio, Angelo Turco, Aldo Ugliano, Beatrice Luigia Elena Uguccioni, Angelica Vasile

Milano Progressista - gc.milanoprogressista@comune.milano.it.
TUTTI VOTO FAVOREVOLE
Capogruppo: Anita Pirovano / Componenti: Emmanuel Conte, David Gentili, Paolo Limonta (ASSENTE), Natascia Tosoni

OPPOSIZIONE

Milano in Comune Sinistra e Costituzione - GC.MilanoInComune@comune.milano.it
VOTO FAVOREVOLE Capogruppo: Basilio Rizzo

Io corro per Milano - Lista Civica - Parisi per una Milano unica - GC.ListaCivicaParisi@comune.milano.it
Capogruppo: Manfredi Palmeri (ASSENTE)

Parisi Stefano - GC.StefanoParisi@comune.milano.it
Capogruppo: Stefano Parisi (ASSENTE)

Milano Popolare Parisi Sindaco - GC.MilanoPopolare@comune.milano.it
Capogruppo: Matteo Forte (ASTENUTO, anche sull'immediata esecutività)

Forza Italia Berlusconi Presidente - gc.forzaitalia@comune.milano.it
Capogruppo: Gianluca Marco Comazzi (ASSENTE AL VOTO favorevole all'immediata esecutività) / Componenti: Luigi Tommaso Amicone (ASSENTE), Alessandro De Chirico (ASTENUTO, anche sull'immediata esecutività), Fabrizio De Pasquale (ASTENUTO favorevole all'immediata esecutività), Mariastella Gelmini (ASTENUTO), Luigi Pagliuca (ASTENUTO favorevole all'immediata esecutività), Silvia Sardone (ASSENTE AL VOTO), Pietro Tatarella (ASTENUTO favorevole all'immediata esecutività)

Lega Nord Lega Lombarda Salvini - GC.LegaNord@comune.milano.it
Capogruppo: Alessandro Morelli (ASSENTE) / Componenti: Massimiliano Bastoni (ASSENTE), Laura Molteni (ASSENTE AL VOTO), Matteo Salvini (ASSENTE)

Movimento 5 Stelle - GC.Movimento5Stelle@comune.milano.it
TUTTI VOTO FAVOREVOLE
Capogruppo: Gianluca Corrado / Componenti: Simone Sollazzo (ASTENUTO solo sull'immediata esecutività), Patrizia Bedori