L'Eclettico



Le fotografie



Gioia per gli occhi o maledizione?

L'ECLETTICO - web "aperiodico"

LE FOTOGRAFIE

Gioia per gli occhi o maledizione?


Proprio perché ci interessa approfondire specifici aspetti di ciò che più cattura la nostra attenzione, e per comunicarlo meglio ci piace accompagnarlo con immagini che facciano diretto riferimento a quanto scriviamo (si veda ad esempio in Quadri di un’esposizione - Leggi di più >>>), la nostra infinita riconoscenza va anche a chi è sempre disponibile a mettercene a disposizione di specifiche. Anche aggiuntive rispetto alla “fornitura” standard che sulla rete la maggior parte dei siti giornalistici pubblica sempre uguale: con le stesse fotografie nella consueta forma della galleria che le funzioni dei software più utilizzati preimpostano identica per tutti.

Per quanto bravi si possa essere con le parole, e capaci di “raccontare” le opere d’arte al punto da farle immaginare al lettore, ci sembra un controsenso scrivere di arti visive senza mostrarle.
Nei riscontri che riceviamo dai lettori, la nostra scelta di pubblicarne il più possibile risulta suscitare curiosità ed invoglia ad andare a vedere le opere d’arte dal vero (Il Libro degli ospiti - Leggi di più >>>).

Purtroppo non tutti gli uffici stampa sono allo stesso modo disponibili, perciò non sempre riusciamo ad ottenere tutto quel che ci interessa. Fra i più eclatanti ci limitiamo a citare tre casi emblematici.

Naturalmente questo non accade solo per le mostre d’arte. L’Ufficio Stampa della Scala di Milano, recentemente premiato come uno fra i migliori a livello internazionale, ha forse ottenuto il riconoscimento perché è progredito molto dal 2013: quando non siamo riusciti ad ottenere in alcun modo una foto della Prima di Traviata.
In altre occasioni musicali capita che i fotografi disturbino aggirandosi per la sala durante tutto il tempo di un concerto per scattare decine di immagini che, alla fine, non di rado non sono rese disponibili in tempo utile per le esigenze di consegna e pubblicazione.
Ben ha fatto il pianista Krystian Zimerman a vietarle del tutto nel concerto conclusivo agli Arcimboldi di una passata edizione di MiTo SettembreMusica.

L'ECCEZIONE DEL MARIO

Felice eccezione, per la quale non si può mancare di spendere un riconoscente elogio, è “il Mario”. Ovvero Mario Mainino, appassionato fotografo ormai celeberrimo anche per i suoi autoscatti con i protagonisti dei concerti che documenta, instancabile, nei suoi fotoservizi pubblicati su www.concertodautunno.it.
Dal nostro punto di vista “il Mario” è ormai un amico, forse soltanto da arginare un poco nella sua esuberante ricerca di catturare con l’obiettivo non solo particolari espressioni ed inquadrature dei musicisti, ma addirittura le diteggiature sullo strumento!
Forse è anche per questo che un noto direttore d’orchestra, alla richiesta dell’autoscatto condiviso si è schernito dicendo “ma sei tu quello famoso!”.
NB Nella foto l’“altro” è Jordi Savall.
Sia come sia, in più di un’occasione grazie al Mario abbiamo ottenuto foto di concerti non coperti dagli organizzatori. Ed in più di una circostanza lui stesso si è visto recapitare da alcuni uffici stampa… le sue stesse fotografie!

Riprendendo la casistica delle difficoltà fotografiche, capita che si abbiano innumerevoli scatti ripetitivi degli stessi soggetti ed alcuni aspetti non così marginali dei medesimi eventi siano completamente ignorati. Come nel caso della visita a Milano di Papa Francesco (marzo 2017) per la quale l’ufficio Comunicazioni Diocesano non aveva disponibili fotografie non solo delle tantissime biciclette parcheggiate negli oratori di Monza dai pellegrini che avevano usato questo mezzo per recarsi alla Messa nel Parco (queste non le aveva nemeno l’ufficio stampa di FIAB che ha premiato l’evento: Papa francesco piace a chi va in bici! - Leggi di più >>>), ma anche del momento in Duomo in cui il Pontefice ha risposto alle domande di varie categorie di clero e religiosi.

Per quanto riguarda i musei, ligi al rispetto delle regole, durante un concerto in Brera ci siamo astenuti dagli scatti che ci erano stati vietati (anche giustamente)… peccato che attorno a noi più d’uno spettatore ne “mitragliasse” senza ritegno e senza ricevere alcun richiamo dal personale di sorveglianza.

Oggi vigono regole diverse. Non sappiamo se ministeriali o dettate dal nuovo direttore, sta di fatto che consentono a tutti di fotografare di tutto. A nostro modo di vedere questa liberalizzazione non è proprio il massimo, perché contribuisce a svilire e banalizzare la visita alla Pinacoteca, soprattutto per i visitatori che vorrebbero viverla come un’esperienza emotivamente coinvolgente.

Nostro malgrado dobbiamo però constatare che la pratica è addirittura incoraggiata, anche con modalità per noi discutibili come quella che di seguito riportiamo:

Data: Tue, 7 Feb 2017 11:51:32 +0100
Oggetto: Eventi in Braidense - Febbraio 2017

Gentili Signore e Signori, scusate per il ritardo, ecco la programmazione del mese di Febbraio 2017.
PINACOTECA DI BRERA
--------------------------------

#KISSMEBRERA

Il 14 febbraio festeggeremo insieme con una sorpresa.
In occasione della festa di San Valentino la Pinacoteca di Brera propone una nuova iniziativa dedicata a Il Bacio di Hayez.
Condividete su Instagram una foto o un mini-video del vostro bacio davanti all’opera usando l’hashtag #kissmebrera.
------------

Non si promuove la cultura e non si formano i cittadini ad apprezzarla ed attribuirle il giusto valore incentivandoli a condividere autoscatti e video realizzati davanti a capolavori che meriterebbero altro genere di attenzione.
In questo modo si incrementa soltanto la megalomania di persone ammalate di protagonismo che riempiono la rete di sciocchezze e rovinano il pianeta con l’energia richiesta per i server che devono gestire i miliardi di banalità in circolazione incontrollata.

Dopo esserci concessi questa filippica contro questo nuovo bombardamento “culturale” su Brera, che attualizza il bombardamento materiale della Royal Air Force britannica durante la Seconda Guerra Mondiale riprendiamo il filo del nostro discorso ma restiamo in Pinacoteca: per stigmatizzare il fatto che, nonostante la recente costituzione di un ufficio stampa dedicato, sotto il profilo del reperimento delle immagini richieste non abbiamo riscontrato miglioramenti rispetto a quando si doveva far affidamento sulla gentilezza dei funzionari che l’assidua frequentazione del luogo ci aveva permesso di conoscere.
Ad oggi è ad esempio rimasta inevasa quella di un dipinto visto nell’ufficio del Direttore: interessante rappresentazione di uno storico allestimento della Pinacoteca inclusivo di un divanetto rosso preso a modello per nuove sedute contemporanee che, tuttavia, nell’odierna Pinacoteca hanno fatto soltanto un’apparizione fugace essendo state presto rimosse per ragioni di “stabilità”!
Nello specifico, il nostro problema è stato risolto grazie al soccorso dell’amico appassionato d’arte che sa come fare le ricerche sul web! Per chi si fosse incuriosito e volesse vedere l'uno e l'altro, può farlo in Brera ascolta? E allora io parlo - Leggi di più >>>)

Il giornalismo fatto dal vivo con verifiche in prima persona, e non da una scrivania con pc e telefono, oltre a dare maggior soddisfazione al proprio lavoro permette di fare conoscenze che poi si rivelano determinanti nel superare i problemi sopra evidenziati riuscendo ad avere, direttamente dai curatori delle mostre o comunque dai conservatori delle opere o altro personale, quanto si fatica ad ottenere da chi sarebbe preposto a farlo, che perciò, spesso, per esigenze di questo tipo evitiamo di contattare per non perdere tempo inutilmente.

CI PIACE RINGRAZIARE

Fra questi ultimi, un particolare, pubblico, ringraziamento ci piace qui indirizzarlo ai figli di Salvatore Fiume ed a diverso personale in Brera, GAM Manzoni, Musei Civici di Monza, Musei di Milano di Palazzo Morando e del Risorgimento, Biblioteca e Pinacoteca Ambrosiana…
Con una “menzione speciale” per il Poldi Pezzoli che, non ce ne vogliano gli altri, è stato così cortese da darci informazioni e fornirci immagini anche quando abbiamo candidamente (e doverosamente) premesso ad alcune nostre richieste l’avviso che non erano finalizzate ad un articolo di imminente uscita ma a raccogliere materiale d’archivio pronto all’uso quando capiterà l’occasione adatta per farlo (che di solito si presenta con scadenza più che ravvicinata).

Viceversa, un’altra sede museale che per carità cristiana non citiamo, invece che apprezzare la pubblicazione di articoli che promuovevano opere dalle proprie collezioni (e rallegrarsi che ne avevamo ottenuto le immagini per altre vie – sempre legali, naturalmente!) ha evidenziato necessità di liberatorie e via dicendo.
Indizio per i lettori più curiosi, ai quali lasciamo il gusto di individuarla: si tratta della stessa sede museale che si è vista soffiare, sotto il naso dei suoi custodi (e di chi li sovrintende), alcune antiche tavolette dipinte e la cui conservatrice si è presentata in tv ad ammetterlo tranquilla e sorridente!

Le cose non cambiano troppo spostandoci all’estero. Di alcuni particolari dipinti della Johannesburg Art Gallery esposti nella Villa Reale di Monza, ci interessavano non soltanto la fotografia delle opere ma anche la loro cornice originale. Su di esse infatti sono ancora ben conservate le didascalie dell'allestimento di inizio Novecento con i riferimenti a scuola nazionale, autore e donatore: interessantissima testimonianza storica di come si è formata la collezione che, tuttavia, nessuno ha ritenuto tale e perciò meritevole di essere sottolineata e iconograficamente documentata.
La ricerca di queste immagini non rese disponibili ci ha permesso però di fare una scoperta interessante: sfuggita a chi si è accontentato di rilanciare i comunicati stampa e riproporre le stesse foto pubblicate da tutti. La collezione JAG da qualche anno è “in tournée” in Italia, con titoli variamente combinati dei suoi nomi più altisonanti usati come “specchietti per le allodole”, perché la JAG, in realtà… è chiusa.
Al momento in cui ne abbiamo scritto (Vista dall'Africa: la mia Europa che dipinge - Leggi di più >>>) non ha neppure un sito internet, è stata soggetta a ruberie e malversazioni che nulla hanno da invidiare rispetto a quel che accade a nord dell’Equatore e, dulcis in fundo, su un profilo facebook che ne elenca gli artisti rappresentati, si arriva ad annoverare perfino… Dante Alighieri! Come documentato in Orribilia Kulturalia (Leggi di più >>>). Lo raccomandiamo sempre su L’Eclettico: diffidare di Facebook.

Dal fronte opposto ci è capitato di ricevere l’obiezione: “Che senso ha offrire al pubblico una così ampia e dettagliata panoramica di immagini della mostra?”. Ad essa non abbiamo da opporre altro che il costante e crescente gradimento che i lettori manifestano per L’Eclettico, in particolare premiando con un gran numero di accessi proprio la sezione tematica Quadri di un’esposizione (Leggi di più >>>).

Premesso tutto quanto fin qui scritto, occorre precisare che, soprattutto per quanto riguarda le fotografie degli oggetti d’arte, gli uffici stampa concedono un numero limitato di immagini per la stampa perché, tendenzialmente, ogni foto utilizzata dai giornalisti deve essere ‘liberata’, ossia deve avere la liberatoria ad uso cronaca da parte dei possessori dell’opera, privati, collezionisti artisti o eredi.
Esistono delle normative e delle istituzioni che sovrintendono la tutela dei diritti delle foto; nessun professionista può inviarne alla stampa senza aver preso una serie di precauzioni per tutelarsi da cause infinite… Questo richiede che venga fatta una selezione in concerto con i curatori e che gli uffici iconografici si facciano inviare dei documenti ufficiali, ammesso che l’immagine venga concessa…
Ciò non significa che un buon ufficio stampa non possa adoperarsi per far aver immagini alternative a giornalisti che devono scrivere approfondimenti. È certo che il tutto non avviene mai in tempi brevi.

Giovanni Guzzi, aprile 2018
© Riproduzione riservata