L'Eclettico



La chiesetta delle lucertole



Dal Barbarossa alla nuova resistenza al centro di una via trafficata

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LA CHIESETTA DELLE LUCERTOLE

Dal Barbarossa alla nuova resistenza al centro di una via trafficata


Un attore da noi ben conosciuto e mancato alcuni anni fa, Piero Mazzarella, scrisse il testo di una canzone che parla di una chiesetta che fra tantissime traversie “resiste” nel mezzo di una via molto trafficata.

“L'è ona gesa che gh'è in su la strada che pòrta a Abiagrass,
la gh'ha minga el sagraa e l'è fada de sass;
l'è freggia d'inverno, coi mur che se lassen andaa,
ma la cros del Signor la te manda calor.

Nott e dì gh'è semper vèrt a la gesa di lusert,
lì ghe prega la pòvera gent, senza cà, senza nient.
Famm la grazia anca a mì, che son pòver come tì,
tì tel see che son senza pretes, scusom tant se hoo pregaa in milanes.

Quand l'è primavera e in de l'aria l'è teved el sò,
caccen dent el crapin e stan li a curiosà,
la famiglia luserta: i fiolin con la mamma e 'l papà
lì de sott de la cros preghen forsi anca lor.”

Questa chiesetta è l’Oratorio di San Protaso al Lorenteggio. Edificato dai monaci Benedettini di San Vittore al Corpo intorno all’anno 1.000, fu dedicato a San Protaso, ottavo Vescovo di Milano, il cui episcopato durò dal 328 alla sua morte, avvenuta il 24 novembre 344.
Di lui si conosce poco: portava lo stesso nome del più famoso San Protaso (fratello di Gervaso) e anch’egli, come loro, fu martirizzato a Milano. La tradizione narra fosse membro della famiglia milanese degli Algisi.
La sua salma venne traslata nella Basilica di San Vittore al Corpo a Milano, dove sono raccolte le spoglie di altri illustri martiri.

L’Oratorio si trova all'inizio di Via Lorenteggio ed ha quattro peculiarità:

Secondo alcune ricerche effettuate presso la Civica Raccolta del Castello Sforzesco, l’antico sobborgo di San Protaso sarebbe stato il cardine di un fatto di battaglia culminato nel famoso assedio operato da Federico il Barbarossa nel corso della seconda Campagna italica.
Da qui, forse, l’asserzione che il Barbarossa in persona abbia messo piede in questa chiesa per un atto di devozione o, piuttosto, di superstizioso auspicio circa l’esito della battaglia.

Si sostiene, inoltre, che Federico Confalonieri, attorno al 1820, poco prima del suo arresto e successiva incarcerazione nello Spielberg, si recasse saltuariamente in questa chiesetta, a quel tempo ancora sperduta nei campi, per tramare complotti risorgimentali contro l’oppressore austriaco.

Nel 1955 ne fu proposta la demolizione ma la gente si oppose con energia per conservare uno dei simboli della Zona.
Dobbiamo quindi essere grati a chi si è battuto affinché non fosse demolita, anche se anni di degrado l’avevano ridotta a un rudere.
Vogliamo ringraziare chi ce l’ha restituita “rimessa a nuovo” dopo attenti restauri, chi ha contribuito alle spese per i lavori necessari, ed infine chi in questi decenni, s’è prodigato per valorizzarla e mantenerla pulita ed in ordine “per noi”, fino a oggi.

In tempi recenti, per la costruzione della linea quattro della Metropolitana, sono stati abbattuti la maggior parte degli alberi che crescevano nello spartitraffico lungo la via Lorenteggio, fra le due corsie della strada, ma il tratto con “La geseta” non è stato toccato.

Pietro Callegaro, dicembre 2017
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AVVERTENZA
I contenuti di questo articolo fanno riferimento ad informazioni raccolte e divulgate dai volontari dell'associazione "Amici della chiesetta di San Protaso al Lorenteggio" ai quali suggeriamo di rivolgersi per ulteriori approfondimenti.