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Naso curioso a Chinatown



L'ECLETTICO - web "aperiodico"

LA TORRE DELLA TRINITÀ

Naso curioso a Chinatown


La Chiesa della SS. Trinità? Oggi, A.D. 2016 ho fatto una malinconica scoperta.
C'era una volta un'antica chiesa di origine medioevale, con facciata rifatta nel '900.
C'era una volta, ma non è l'incipit di una favola, anche perché finisce male.

L'antica chiesa, come ben illustrato in diversi siti milanesi di discussione sugli scempi urbanistici cittadini, venne abbattuta negli anni '60.
Prima di scorrere le pagine web ingenuamente pensavo - con riflesso mentale automatico - che la sua distruzione fosse causata da stato pericolante dopo i duri bombardamenti anglo-americani subita da Milano, città industriale e, perciò, strategica.

Ma negli anni '60 c'erano altri bombardieri. Palazzinari e speculatori vari: molto nostrani. Erano gli anni del dopoguerra, della faticosa ricostruzione, del boom successivo.

Le immagini di quello che si è perso sono eloquenti, per quel che possono raccontare quelle poche fotografie. Il web motiva l'abbattimento dell'antica chiesa riferendo di "esigenze urbanistiche". Sarà stata una chiesa pericolante, appunto pensai tratto in inganno.

Dopo aver girato affannosamente nei dintorni della vivace via Sarpi, un’anziana signora mi accompagna sulla giusta strada. E nel frattempo mi racconta che là vicino c'era il borgo degli Scigulatt, gli ortolani (letteralmente "i venditori di cipolle"), e che c'era anche un ponte dove vendevano le loro mercanzie.

Arriviamo alla piazza della SS. Trinità, antistante la vecchia chiesa abbattuta la cui facciata si ergeva ortogonale rispetto all’attuale via Domenico Balestrieri, quindi svoltiamo a sinistra, in via Giannone (foto sopra), ed al numero 9, nel giardino di un condominio, trovo quel che resta dello scempio.

Un ragazzo in bicicletta di ritorno a casa, gentilissimo, mi lascia entrare. L'antico campanile se ne sta lì, solitario ed all’apparenza ben conservato, nel silenzioso giardino di un condominio signorile. Appartato come un vecchio e dignitoso signore. Eseguo i miei scatti indisturbato, con la mia fedele fotocamera.

Ritorno verso la contemporanea Chiesa della SS. Trinità in via Rosmini (qualche via verso ovest rispetto alla sua scomparsa antecedente) della quale intendevo immortalare i lungimiranti pannelli fotovoltaici.
Missione impossibile. Prima ancora, un signore ed alcuni ragazzi di origine cinese, incuriositi dall'indigeno con zainetto e fotocamera, ma sarebbero italiani anche loro, de facto ma non de jure, mi avevano infatti cortesemente spiegato che i pannelli della Chiesa si trovano sul tetto (in effetti è cosa più che normale!).
Non avendo poteri soprannaturali e non essendo munito di un drone ho ovviamente desistito.

Il portfolio fotografico prosegue e mi avvio verso il Centro arrivando alla Scala di Milano. Ricostruita dopo i bombardamenti Alleati. Vi trovo altre ricostruzioni, di fronte al Museo della Scala.
I "lavori in corso" recintati e lastroni accatastati. Si sta per costruire una piazzola, con monumento immancabile, questa volta dedicato "al Ricordi", con una pavimentazione che suscita dubbi e ironie, fra i più attenti.
Nella disattenzione attuale dei passanti (leggi di più >>> In piazza Scala il monumento a Giulio Ricordi).

Patroclo Crisci, novembre 2016
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APPROFONDIMENTI

Sul forum di skyscrapercity "Milano sparita", un paio di anni fa si è discusso animatamente sulla torre della chiesa della SS. Trinità.

Non è nemmeno l'unica chiesa a cui han fatto la pelle dopo la guerra.
Chi ricorda l'oratorio di San Carlo alle Rottole demolito dal costruttore del vicino condominio "per errore" e poi fatto ricostruire posticcio con sentenza salomonica del TAR negli anni '50?
O ancora la triste vicenda del borgo degli Ortolani a Porta Comasina?
O ancora la ben più famosa fine di San Giovanni in Conca "salvata" con colpevole ritardo dalla sopraintendenza quando ormai avanzava quanto bastava per farci passare i tram di piazza Missori?
E se si sapesse di certi bei progettini che i marchesi Brivio-Sforza hanno bloccato in piazza S. Alessandro (un bel parcheggio autosilo anni'50)... la lista è molto lunga.

Ciò che ne risulta è che in realtà la cosiddetta Consorteria, il partito del "piccone risanatore" non è mai tramontato. Forse solo un ritorno degli Austriaci potrebbe invertire la tendenza...


UN CAMPANILE DI TROPPO?

Lo sapevo che erano due [i campanili, ndr] […].
Un giorno ho preso un taxi e ho detto all'autista: Piazza Santissima Trinità.
E lui: dove c'è la chiesa.
Io: non c'è più la chiesa.
Lui: lo so, io lavoravo per la ditta Maggi e l'abbiamo buttata giù, abbiamo demolito anche un campanile, ma l'altro non voleva venire giù e l'abbiamo lasciato in piedi.
(Annamitica, 2007
su www.skyscrapercity.com)

In relazione a possibili perplessità sull’effettiva corrispondenza dell’antica torre della Trinità con il campanile della chiesa abbattuta nel 1968 (evidentemente di epoca successiva) il sito citato pubblica una foto di quest’ultimo da altra prospettiva che sgombra il campo da ogni dubbio residuo: con il dettaglio del campanile (oggi rudere), nel cortile dello scomparso oratorio della chiesa del borgo degli Scigulatt.

Leggermente a sinistra rispetto al centro della foto col campanile, in secondo piano si riconosce, infatti, la cima del moncherino che ancora sta in piedi, allora incorporato nel corpo di fabbrica della chiesa e che faceva capolino un pochino sopra le falde del suo tetto.
La ristrutturazione del 1900 della chiesa aveva infatti inglobato il campanile di epoca romanica.

La chiesa della SS Trinità, d'altronde ha subito un incendio e parecchi rimaneggiamenti nel corso dei secoli. Comunque non c’è da dubitare, la chiesa è quella e non bisogna sorprendersi se è irriconoscibile.

La fame di soldi non ha mai esitato a sfregiare le cose più belle della città.
A maggior ragione dopo la "liberazione" degli appetiti, avvenuta nel secondo dopoguerra.
Hanno cancellato cose che non ti potresti nemmeno immaginare...
Il che mi fa pensare a Tommaseo quando diceva più o meno così:

“E così vengono gli stranieri dal mondo a discettare sulle vicende della nostra storia e sulle origini dei nostri monumenti, mentre noi restiamo come barbari muti di fronte alle rovine".

Guido Codecasa, novembre 2016
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