L'Eclettico



Voci dello Spirito



Tradizioni ebraiche al teatro Out Off

L'ECLETTICO - web "aperiodico"

VOCI DELLO SPIRITO

Tradizioni ebraiche al teatro Out Off


“Sarò breve, perché dobbiamo tornare a casa presto” disse rav Richetti, ma poi… si sa… quanto conosciamo della cultura ebraica (da Woody Allen a Moni Ovadia…) non poteva farci pensare che le cose sarebbero potute andare tanto diversamente. Sarà perché a rav Richetti evidentemente non mancano ottime capacità oratorie, sarà perché la tradizione ebraica italiana sintetizza in sé il mondo ebraico sefardita iberico (da Sefar, Spagna) e askenazita centroeuropeo (da Ask, Germania) ed è quindi opera complessa il tentativo di esaurirne in breve tutte le peculiarità del suono che emerge nel rito religioso - obiettivo del ciclo Voci dello spirito, apprezzabile novità di MiTo 2015 -, fatto sta che, dopo quasi un’ora di alternanza fra aneddoti e proposizione di cantillazione del testo religioso del repertorio appartenente all’ambito milanese, torinese e veneziano, il cantore sinagogale libanese Henri Maknouz ha cominciato reclamare il proprio turno dando segni di insofferenza, ben evidenti al pubblico accorso al teatro Out Off.

In platea c’eravamo anche noi, incuriositi dalla presenza di rav Sciunnach, a noi già noto come brillante conferenziere, che si proponeva in veste di “artista” e di suonatore di shofar, il corno che ha sempre annunciato la preghiera.

Un equivoco, quello in cui siamo incorsi. Le composizioni proposte al nostro ascolto non possono infatti essere definite propriamente “musica”, come avviene per molta parte della produzione sacra della tradizione europea, e la serata non poteva essere equiparata ad un concerto. Si è trattato, invece, del canto di preghiere, versetti, testi sacri e via dicendo che sono normalmente eseguiti in sinagoga in occasione delle diverse celebrazioni che vi si svolgono: matrimoni, circoncisioni…

Per questa ragione, se le tipiche melodie ed armonie - che chi conosce un po’ del repertorio ebraico ha immediatamente riconosciuto – hanno inizialmente colpito ed emozionato i presenti, a lungo andare sono risultate un po’ ripetitive, nonostante le puntuali presentazioni che di esse venivano fatte per contestualizzarle e spiegarne il significato.

Nonostante ciò la serata è stata comunque interessante per comprendere un aspetto non così noto del mondo che ci circonda e scoprire che questa tradizione è tuttora viva ed in essa coesistono brani di origine antichissima, normalmente tramandati a voce ma anche arrivati a noi grazie all’opera di loro trascrizione fatta da musicisti colti (fra i quali è stato citato Benedetto Marcello), assieme a testi e melodie contemporanee, diverse delle quali composte proprio da rav Sciunnach.

Giovanni Guzzi, settembre 2015
© Riproduzione riservata