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La chitarra merita rispetto



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LA CHITARRA MERITA RISPETTO

Un appello (andato a buon fine) perché concerti di ottima musica eseguita da ottimi chitarristi non diventino una sofferenza per chi ascolta ma, ancor più, per chi suona


Questa prima domenica pomeriggio di settembre a Milano è all’insegna della chitarra. Dopo la Messa di Mozart in San Marco addento un panino nel parco Sempione alle porte del castello Sforzesco, seduto all’ombra delle fronde di una quercia rossa: albero d’importazione, dall’America, come dalla west coast USA arriva la dolcissima musica di James Taylor e Simon & Garfunkel che un artista di strada, Andrea Gulotta, canta con voce che non cede punti ai suoi modelli d’oltre oceano; ed accompagnandosi con arpeggi finger picking alla chitarra folk allieta il passeggio dei turisti fra arte, natura ed, appunto, musica.

Trascorsa un’oretta in sua piacevole compagnia mi sposto alla sala delle Merlate all’ultimo piano della Rocchetta del Castello Sforzesco. Qui, nell’ambito della mostra Le Mani Sapienti che la fondazione Antonio Carlo Monzino dedica alla liuteria, un altro chitarrista, Marco Ramelli, si esibirà in un concerto di promozione dell’imminente edizione 2015 dell’ormai affermato festival chitarristico Corde d’Autunno di cui è ideatore e direttore artistico.

Ci vado perché Marco è un amico e so che vi incontrerò altri amici chitarristi ma, musicalmente, avendo già assistito a concerti di strumenti a corda in quell'ambiente, mi aspetto di soffrire. Beninteso non per le qualità artistiche di Marco, che da tempo non ascoltavo e ritrovo con un tocco pieno e levigato che dà il meglio nei brani del paraguaiano Agustìn Barrios Mangoré, uno degli autori che prediligo.

Nel presentare la sua rassegna Marco dichiara che il luogo in cui ci troviamo è l’ideale per fare musica, e non ha torto in relazione al contesto della mostra sopra citata. Il problema ad oggi spiacevolmente ancora non risolto (dopo che in queste sale si esegue musica da alcuni mesi e si andrà avanti fino a fine ottobre) è nelle fonti di disturbo che rendono una “tortura” l’ascolto di musica per strumenti a corda dal suono non così potente come possono esserlo quelli di un pianoforte, un violino e un flauto e sui quali l’interpretazione dei brani è tutto un gioco di timbri e delicate sfumature.
Una ricerca inesorabilmente vanificata dal continuo soffiare dell’impianto di condizionamento (non è proprio possibile interromperlo per il breve tempo del concerto?) al quale si assommano gli schiamazzi, amplificati dalle volte basse dei soffitti, dei visitatori occasionali che vogliono ammirare Milano da un punto di vista panoramico nella sala adiacente.
Nonostante le tre rampe di scale percorse, purtroppo non viene loro meno il fiato per lanciarsi richiami ad alta voce incuranti del fatto che, a poca distanza, artisti sempre di ottimo livello si stanno esibendo in programmi musicali sempre interessanti.

Sinceramente non riesco a spiegarmi come mai l’organizzazione di una pur ottima iniziativa, che garantisce la certezza di ascoltare buona musica ad ingresso libero ogni giorno alle 15.30 dal martedì alla domenica, non sia ad oggi ancora riuscita a porre rimedio al problema richiedendo al personale del Castello presente all’ingresso una più solerte vigilanza nell'avvisare i visitatori quando sono in corso i concerti e richiamandoli ad atteggiamenti più adeguati al luogo e più rispettosi degli artisti che non meritano un simile trattamento.

Non mi piace scrivere criticando chi si impegna in valide proposte che contribuiscono alla diffusione della cultura musicale presso un pubblico più vasto, e tuttavia, siccome a breve nel luogo di cui si sta trattando dovranno suonare altri amici, mi auguro che queste righe potranno essere utili a far sì che la loro esibizione potrà svolgersi in condizioni più consone al loro talento. Mi piange il cuore al pensiero che sabato 19 settembre un chitarrista di fama internazionale come Andrea Dieci (concerto da non perdere) potrà ritrovare ancora irrisolti i problemi fin qui evidenziati.

Nella speranza che questa perorazione abbia l’esito che ogni amante della musica non può che augurarsi, per buon prezzo aggiungo un altro suggerimento. Apprezzando che sia stato accolto quello di interrompere durante i concerti l’insopportabilmente ripetitivo video promozionale che passava sullo schermo accanto ai musicisti, mi permetto di rinnovare la proposta di non limitarsi a farvi comparire soltanto il nome di chi suona ma di aggiungervi il repertorio in programma, peraltro già disponibile in formato elettronico essendo pubblicato sul sito della manifestazione e che consente oltretutto un ecologico risparmio della carta su cui stampare il programma di sala, non sempre a disposizione del pubblico.

Confidando di poter presto annunciare su queste pagine che tutto è bene quel che finisce bene passo ad altro, perché il racconto di questa domenica pomeriggio chitarristica riserva ancora un inconsueto appuntamento con l’Orchestra di Mandolini e Chitarre “Città di Brescia”... anch'esso su queste pagine elettroniche.

BUONA NOTIZIA
Questa mattina (14 settembre), dalla Direzione del Museo degli Strumenti Musicali del Castello vengo gentilmente ringraziato per la segnalazione ed informato che si stanno "prendendo alcuni provvedimenti per risolvere gli inconvenienti". Mi auguro che presto la Musica e chi la porge al pubblico potranno vedersi restituita la dignità che meritano proprio nel luogo in cui già tanto bene si fa per l'una e gli altri!

Giovanni Guzzi, settembre 2015
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Mi è piaciuto quello che ha scritto e sono lieto di sapere che si provvederà per sabato a fare quanto chiedeva.
G. F., Milano
 
Gentilissimo,
innanzitutto La ringraziamo per averci segnalato il suo vissuto da spettatore del ns. progetto, anche se avremmo preferito condividerli prima della loro pubblicazione.
Precisiamo solo che come potrà immaginare, il nostro progetto nasce per divulgare l‘arte della liuteria e la pratica musicale a un pubblico che non può venire selezionato e che allo stesso tempo non vorremmo mai che lo sia, essendo presso un museo, per questo bisogna essere aperti ad ogni tipo di spettatore e visitatore. Possiamo garantirle che i musicisti che hanno aderito fino ad ora alla nostra iniziativa erano già consapevoli sin dall’inizio in quale contesto avrebbero suonato e in tutti questi mesi abbiamo sempre cercato di creare un ambiente adeguato e all’ altezza delle loro esibizioni.
Se avessimo agito come da Lei evidenziato, avremmo dovuto rifiutare ai chitarristi di esibirsi e non sarebbe stato assolutamente allineato con la nostra filosofia.
Per concludere abbiamo ad ogni modo adottato già alcuni provvedimenti per migliorare la situazione e siamo a disposizione per qualsiasi suggerimento ed approfondimento.
Con i nostri migliori saluti.
Andrea Monzino
Fondazione Antonio Carlo Monzino, Milano
 
Tutto bene, dunque: L'Eclettico, sul quale si scrive di musica in termini divulgativi e non per specialisti, si prefigge gli stessi obiettivi ai quali fa riferimento Andrea Monzino e condivide in pieno le finalità della benemerita iniziativa Le Mani Sapienti, che non si è mancato di elogiare e promuovere fin da quando se ne è avuta notizia.
Solo una precisazione: ribadisco che il problema, almeno nell'ultima circostanza alla quale si è fatto riferimento, non è stato affatto determinato dal pubblico presente in mostra, attento e composto nel seguire con interesse il concerto, ma dai visitatori occasionali (in un certo senso "incolpevoli") di passaggio nella vicina grande sala di accesso. Visitatori le cui esuberanze hanno indotto uno spettatore ad alzarsi per andare a richiamarli cercando di ottenere un po' di silenzio per il musicista.
Pertanto lungi da me anche solo l'idea di arrivare a far escludere la chitarra da questa manifestazione: è vero esattamente il contrario!
Sono perciò contento se questo articolo sarà servito a far mettere in atto alcuni provvedimenti che possano determinare beneficio per tutti: sono sicuro che non occorra molto per ottenere un miglioramento del contesto che, è ovvio, nessuno pensa di poter equiparare ad una sala da concerto (luogo, purtroppo, non esente da mancanza di buona educazione: tema al quale sull'Eclettico si è già accennato e che si conta di tornare ad affrontare).
Il nostro auspicio è dunque che in questo ultimo mese e mezzo di programmazione Le Mani Sapienti potrà sempre più contribuire ad allargare l'interesse per la buona musica anche al pubblico non colto, ovvero di chi non è già musicista o comunque appassionato e competente in materia.
E per raggiungere questo scopo non esiste miglior modo possibile del continuare ad offrire la possibilità di ascoltarla.
Giovanni Guzzi