Pieno di energia e radioso: una vera festa per la musica e la città. Questo è stato l’inizio di MiTo SettembreMusica 2015, sabato 5 settembre a Milano.
Se meteorologicamente la mattina si presentava alquanto grigia, nel pomeriggio la giornata si è rivelata splendida, con un cielo limpido e azzurro come sa essere il “cielo di Lombardia, così bello quando è bello”.
Poteva essere diversamente? No di certo visto che, dalla Toscana, era in arrivo la Fantomatik orchestra. Un progetto musicale nato nel 1993 come gruppo funky, soul e rhythm’n’blues - con influenze etno, pop e dance – che, nel 2001, da gruppo da palco diventa marching band, sullo stile delle grandi street band americane.
La potenza della sua sezione fiati (4 sax - 2 baritoni e 2 tenori -, 4 trombe, la gran campana del sousaphone - laccata di bianco e col logo della band - e il trombone del leader), al tempo segnato della sua travolgente sezione ritmica (rullante e piatti, percussioni rototom con campane e sonagli, (gran)cassa e chitarra elettrica con cassa amplificata portatile a tracolla) non avrebbe lasciato scampo a qualunque ammasso di vapore acqueo e perciò la bruma ha prudentemente sgombrato il campo di propria iniziativa per evitare di essere comunque spazzata via.
Così i 14 elementi in divisa amaranto, con passo spedito e ondeggiamenti sincronizzati come in un balletto si sono avviati da piazza San Babila verso il Duomo fra due ali di una folla che a qualche spettatore ha ricordato le code per entrare a EXPO!
Sulle note di classici pop-rock, da Owner on a lonely heart degli Yes ad Another one bites the dust dei Queen, l’allegra “fanfara di ottoni” ha suscitato ovunque sorrisi sorpresi e accenni a passi di danza, a partire dal portastendardo di MiTo in testa alla “processione” subito dietro i fortunati agenti della Polizia Locale che le facevano strada, e difficilmente avranno avuto occasioni del genere per divertirsi così tanto “per ragioni d’ufficio”!
Di tanto in tanto, “chiamando lo schema” come nel gioco del basket, la Fantomatik ha fatto mini soste disponendosi in formazione a semicerchio con i fiati a corona, le percussioni davanti ed al centro il solista di turno a lanciarsi in assoli scatenati. Ma guai a rilassarsi, appena emessa l’ultima nota del brano subito via, di nuovo in marcia.
Unica eccezione in via Mercanti, davanti al Palazzo dei Giureconsulti sotto l’occhio severo e la mano benedicente del “Sant'Ambroeus cunt i tett” (espressione del popolo milanese che non occorre tradurre e spieghiamo nel PS) dove la band ha concesso un mini concerto “da fermo” a beneficio di un gruppo di bambini accomodatisi a terra visibilmente entusiasti per lo spettacolo inaspettato.
E così, fra The wall e My Sharona, passando da Gimme some lovin’ a Caravan di Duke Ellington, dopo un duetto in cui i sax baritoni hanno dialogato facendo pensare al canto di enormi, fantastici, abitanti delle profondità marine, e coinvolgendo anche altri artisti di strada incrociati lungo il percorso, si è arrivati al capolinea del gran finale al ritmo di ska in via Dante, l’unico vero difetto della giornata: per il fatto di essere arrivato dopo "soltanto" un'ora di musica al passo... troppo presto!
Il pubblico presente sarebbe rimasto ad ascoltare la Fantomatik per ore!
PS
La statua posta nella nicchia alla base della torre del Palazzo dei Giureconsulti è chiaramente un personaggio dalle fattezze femminili ma, stranamente, con una testa maschile.
In origine, infatti, rappresentava la Giustizia ma, durante la dominazione spagnola, la sua regolare testa di donna fu sostituita con quella del re Filippo II di Spagna.
Successivamente, sotto Napoleone, la testa del re fu rimpiazzata da quella di Bruto, uccisore di Cesare ed infine, col ritorno degli Austriaci, con quella attuale di Sant'Ambrogio.
Così il Santo, di corporatura esile e statura medio-bassa, ma barbuto, si ritrova il corpo di una robusta matrona avvolta nel suo peplo.