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Science for Peace punta sui giovani



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SCIENCE FOR PEACE PUNTA SUI GIOVANI

Con la passione che la contraddistingue Kathleen Kennedy Townsend (Vice Presidente di Science for Peace) ci porta subito nel vivo di questa Sesta Conferenza mondiale illustrando il difficile cammino intrapreso da qualche anno nella “rieducazione” affettiva dei bambini a cominciare dalla più tenera età; lavoro fondamentale per avere un'umanità del futuro che parli un linguaggio non violento, condizione basilare quando l'obbiettivo è raggiungere la pace.
È ancora Kathleen Kennedy che consegna a Murad Subay, giovanissimo artista Yemenita, l'Art For Peace Award: per essere riuscito a creare un movimento artistico e pacifista di sensibilizzazione verso la politica, coinvolgendo un altissimo numero di persone appartenenti alla società civile in un paese afflitto dalla guerra da più di 50 anni.
Malgrado la guerra abbia accompagnato tutta la sua vita, Murad Subay ha dimostrato quanto l'arte possa mantenere viva la voglia di rinascita.
Nei due giorni di lavori si sono poi susseguiti interventi guidati dalla passione, Shirin Ebadi avvocatessa iraniana Premio Nobel per la Pace 2003, squisitamente tecnici, del filosofo Giulio Giorello e di Rinnus Pennix (Professore di studi Etnici Università di Amsterdam), o più pragmatici, Carlotta Sami (Portavoce UNHCR Sud Europa).
I temi affrontati erano apparentemente “impossibili”: “Sradicare la povertà estrema e la malnutrizione”, “Immigrazione come strumento di sviluppo” e ancora “Riforma del sistema carcerario italiano: sanzioni sostitutive e attività risocializzanti”.
A sostenerli un grande dispiegamento di forze intellettuali, nell'evidente intenzione di fornire alla nutrita folla di giovani studenti che riempivano l'aula magna sia nozioni tecniche (fatte di numeri, percentuali e statistiche) sia, soprattutto, il messaggio del cuore attraverso le testimonianze più appassionate.
Il tutto perché questi uomini e donne del futuro imparino da subito a fare scelte corrette per un percorso di vita che ricalchi la traccia indicata nel suo intervento da Umberto Veronesi Presidente di Science for Peace:
... La Sesta Conferenza mondiale di Science for Peace si apre quasi al termine di un anno difficile. L’escalation di violenza in Medio Oriente, la crisi in Ucraina, il dramma nell’Africa Occidentale danno ulteriore urgenza e significato a un confronto sui temi della pace, della distribuzione delle risorse e della giustizia. [...] Oggi sappiamo al di là di ogni dubbio che la pace è un fattore di sviluppo economico. Le guerre favoriscono solo le industrie che producono le armi. La guerra, per quanto straordinariamente proficua per alcuni, non è mai un buon affare, lo dimostrano - per chi sa guardare alla storia - le vicende mediorientali, dal conflitto afghano fino all’Isis di oggi. La violenza chiama violenza, il dialogo è l’unica via di risoluzione dei conflitti. In Ucraina, in un modo o nell’altro, anche grazie alla diplomazia internazionale si è evitato un massacro peggiore. Molti paesi europei stanno sperimentando con coraggio una via democratica per affrontare le istanze indipendentiste, pensiamo al referendum in Scozia e a quello che si prepara in Catalogna. [...] Nessuna strategia potrà funzionare finché ci saranno conflitti. Finché ci sarà guerra le risorse non potranno essere distribuite con equità, le persone non potranno avere accesso a un’istruzione, a un lavoro, acqua e cibo sicuri e sufficienti, un rifugio per sé e per la propria famiglia.”.
 
Angela Bartolo, novembre 2014
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