Ora pedala leggero
Il mio ricordo di Gian Piero Spagnolo
L'ECLETTICO - web "aperiodico"
PEDALA LEGGERO!
Il mio ricordo di Gian Piero Spagnolo
Sono un imbranato nel fare ricerche sui siti internet! Stamattina non sono nemmeno riuscito a trovare gli orari di apertura della sede Fiab-Ciclobby di Milano per andare a rinnovarvi la mia iscrizione all’associazione.
Invece vi ho trovato il triste annuncio della morte, il 16 novembre scorso, di Gian Piero Spagnolo: architetto di cui ho conosciuto ed apprezzato le competenze in materia di mobilità ciclistica.
Un ambito di lavoro nel quale era molto attivo, anche rivestendo ruoli tecnici e direttivi in Fiab-Ciclobby a livello milanese e nazionale.
La notizia mi ha addolorato. Ho avuto il piacere di conoscerlo anni fa e di frequentarlo, qualche volta di persona, più spesso per posta elettronica, ma sempre con reciproca stima ed affetto.
Non dimentico il bene ricevuto e conservo molta riconoscenza per Gian Piero, non è facile trovare chi appoggi e condivida le tue battaglie, e lui l'ha fatto. E, con tutta la sua esperienza, ha appoggiato un “pivellino” (che però vedeva giusto e faceva tesoro di quanto imparato da Ciclobby e dai viaggi studio FIAB) come me!
Mi aveva, infatti, molto sostenuto nel tentativo (purtroppo infruttuoso) di ottenere udienza in Provincia di Milano perché venissero almeno valutate le nostre
obiezioni al progetto di una ciclabile, non solo inutile ma controproducente, in viale Buffoli a Cusano Milanino.
Aveva sottoscritto documenti che avevo predisposto conferendo loro autorevolezza grazie alla sua qualificata competenza. Assieme abbiamo partecipato ad incontri pubblici con progettisti ed amministratori per far valere le nostre motivate ragioni.
Ricordo in particolare l’episodio in cui, nel cinema teatro parrocchiale di Milanino, ascoltando dai relatori sul palco affermazioni sul progetto della ciclabile che ci facevano (non metaforicamente) sobbalzare sulle poltrone, entrambi non ci siamo potuti trattenere dal manifestare platealmente il nostro dissenso.
Al punto che mio padre, che era in fondo alla sala, quando al termine della serata mi ha chiesto “Hai visto chi erano quei due scalmanati che protestavano dalle prime file?” si è sentito rispondere che... eravamo io e Gian Piero!
Sono contento di poter conservare di lui il ricordo della sua simpatia, della sua disponibilità e della benevolenza che sempre mi ha riservato, oltre alla condivisione della piccola esperienza che ho citata: seppure non è stata coronata dal successo che speravamo di raggiungere.
Ricordo ancora che mi aveva poi fornito foto e commento per un mio articolo sui tram di Milano che oggi percorrono San Francisco, città che lui periodicamente frequentava.
Le poche righe che riporto qui di seguito, uno stralcio di quanto mi aveva scritto, sono più che sufficienti a dipingere la sensibilità di quella bella persona che era Gian Piero.
«L’effetto di sentire, a intervalli più o meno regolari, lo sferragliare famigliare dei nostri tram è una sensazione molto strana: particolare e piacevolissima. Anche nel frastuono del Market (la strada principale per eccellenza di San Francisco) il rumore tipico non si può mancare di riconoscerlo.
E con affettuosi sguardi si vedono viaggiare i “nostri” mezzi nel pieno di un ambiente assolutamente particolare. La città cosmopolita si arricchisce di questi tram che portano note “esotiche” in un ambito già di per sé multietnico e di grande integrazione complessiva.
Cosìcché come io, che non conosco bene l’inglese e che non comprendo l’americano, anche per via degli accenti strani con cui viene parlato (italiano, cinese, messicano... oltre all’autoctono), mi sono ritrovato a riconoscere un rumore ed una sagoma familiare, anche altri componenti della comunità di San Francisco possono ritrovare elementi che testimoniano le proprie origini, in una splendida, complessa e, per molti, straniera città. L’effetto ha del commovente».
Giovanni Guzzi, novembre 2014
© Riproduzione riservata