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EXPO mette le mani... nel piatto del tram



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PAPA FRANCESCO “RIMANDA” I VERTICI DI EXPO

Per chi vuole “nutrire il pianeta” non è educato mettere le mani... nel piatto altrui

 
Scesi a Roma il 4 dicembre con una delegazione al massimo livello al seguito dell’Arcivescovo Scola per l’udienza del mercoledì da Papa Francesco, i vertici di EXPO (aggiornamento del 21 febbraio 2015: l'ing. Acerbo - a destra nella foto a lato e già indagato con l'accusa di "corruzione e turbativa d'asta" [Avvenire, 18 settembre 2014 pag.8] ha "raggiunto un accordo con la Procura di Milano per patteggiare una pena di 3 anni con l'offerta di un risarcimento da centomila euro" [Avvenire, 21 febbraio 2015 pag. Milano II]) si proponevano di invitare il pontefice ad intervenire all’appuntamento planetario del 2015. Ma un’indisposizione del Santo Padre ha impedito l’incontro, obbligando gli organizzatori a rinviarlo ad altra occasione.
Se teniamo presente che Papa Bergoglio in Argentina era un assiduo utilizzatore del trasporto pubblico, nella vicenda del colloquio sfumato non si può non leggere una singolare coincidenza con altri fatti che si verificavano, contemporaneamente, in un altro importante luogo di Roma e che sul trasporto pubblico dell’hinterland milanese hanno un serio, negativo, impatto. Chi è credente potrebbe, addirittura, vederci un intervento “provvidenziale”. Vediamo perché…
Premesso che l’impegno programmatico di EXPO a “nutrire il pianeta” è senz’altro encomiabile e non v’è chi non lo condivida e non auspichi che possa davvero realizzarsi, qualche dubbio sorge tuttavia nel momento in cui questo grande evento dà, al contrario, l’impressione di mettere le mani nel piatto altrui, dimostrandosi, all’atto pratico, un “vorace” pretesto per giustificare appalti milionari e ulteriore cementificazione del territorio.
Un’incongruenza stigmatizzata con forza anche da un presidio, tenutosi il giorno di Sant’Ambrogio al capolinea in Comasina della tramvia Milano-Limbiate, organizzato dai Comitati di cittadini che da due decenni sono impegnati a contrastare il declino delle linee tramviarie della Brianza (Milano-Desio-Seregno e Milano-Limbiate) ed a sollecitarne il rilancio.
Il motivo di questa recente protesta risiede in due articoli del maxi-emendamento della “Legge di Stabilità” recentemente votata dal Senato della Repubblica.
In particolare l’articolo 60 sottrae i finanziamenti a tutte quelle opere di connessione considerate non strategiche per Expo 2015 tra la quali sembrerebbe esserci anche la metrotramvia Milano-Seregno.
Una vera “follia” se si considera che, dopo vent’anni (sic) di discussioni, progetti, tavoli tecnici e petizioni di cittadini, la gara d’appalto per la realizzazione dell’opera è stata finalmente aggiudicata, il cantiere è stato formalmente consegnato all’impresa l’11 settembre scorso, alla presenza delle autorità comunali e provinciali interessate, ed i lavori preparatori sono già cominciati. In un periodo di scarsità di fondi è da notare che la mancata realizzazione della tratta comporterà anche l’esborso, da parte degli enti pubblici committenti, di una penale pari a circa €. 13.000.000 a favore della ditta aggiudicataria dei lavori.
 
 
Ai comitati risulta che il finanziamento sottratto alla tramvia dovrebbe essere dirottato a favore della cosiddetta “via d’acqua” di collegamento fra la sede di EXPO e la Darsena di Porta Ticinese: di fatto una canaletta in cemento dal significato puramente simbolico (40 cm di altezza d’acqua) che danneggerà il territorio non solo nell’area urbana ma ancor più tagliando le aree naturalistiche, di cui approfitta, lungo il percorso (Bosco in Città, Parco di Trenno, Parco delle Cave).
Non per nulla contro quest’opera puerile si stanno mobilitando anche i cittadini delle zone attraversate.
Questi fatti venuti ora “a galla” (e gli aggiornamenti dal fronte giudiziario sopra evidenziati) rendono ragione delle dichiarazioni alla stampa contrarie all’utilità della tramvia Milano-Seregno rilasciate, non si capiva a quale titolo, dall’ingegner Antonio Acerbo, vice commissario di EXPO (successivamente smentite dal commissario Sala): l’ingegner Acerbo è infatti stato nominato Responsabile Unico del Procedimento per tutti gli interventi afferenti al Progetto Vie d'Acqua di EXPO.
Vicenda analoga per i fondi CIPE destinati a rinnovare la Milano-Limbiate (per cui sussisteva l’impegno di appaltare i lavori entro giugno 2014).
L’articolo 51 della “Legge di Stabilità” li sottrae allo scopo per cui sono stanziati e li fa confluire in un fondo unico nazionale che verrà utilizzato per opere di importanza strategica, con “particolare attenzione” per il prolungamento di una metrotramvia di Padova (dal capolinea attuale fino allo stadio cittadino).
Anche in questo caso i portavoce dei Comitati pro-tram non possono fare a meno di osservare che l’attuale (al momento in cui è stato scritto questo articolo NdRMinistro allo Sviluppo Economico, Flavio Zanonato, è stato sindaco di Padova fino al momento della nomina nell’esecutivo e, da notizie di stampa, risulta avesse allora promesso ai suoi concittadini di realizzare il prolungamento della tramvia.
È da notare che mentre per la Milano-Limbiate esiste un progetto definitivo, primo classificato fra altri progetti similari esaminati da una apposita commissione ministeriale, e dotato di uno stanziamento di 60 milioni di Euro, per la tramvia di Padova si è fermi ad un progetto di massima.
I Comitati, deplorando il fatto che in Parlamento i rappresentanti di maggioranza espressi dal territorio non siano stati vigili e non si siano avveduti dello scippo subito, invitano chiunque sia in grado di farlo ad interessare i deputati locali affinché provvedano a correggere gli articoli citati prima del voto a Montecitorio; infatti la legge, per diventare operativa, dovrà superare anche il voto della Camera dei Deputati.
Se questa occasione viene perduta, è chiaro a tutti che le due storiche tramvie gemelle del Nord Milano, di cui è indubbia l’urgenza in un’area densamente urbanizzata che interessa le Province di Milano e Monza Brianza includendo Milano ed altri 10 comuni per un totale di 250.000 abitanti, saranno definitivamente relegate nel mondo dei sogni, almeno per le attuali generazioni adulte.
La loro eventuale sostituzione con un trasporto su autobus porterebbe al raddoppio dei tempi di percorrenza inducendo un incremento del già caotico e congestionato traffico automobilistico ed accrescendo il già critico inquinamento atmosferico del Nord Milano.
Problemi che, al contrario, la loro realizzazione potrebbe alleggerire in termini significativi.
 
Giovanni Guzzi, dicembre 2013
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