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Ingegneri di Metropolitana Milanese, studiate Leonardo!



In mostra all'Ambrosiana gli "studi sull'acqua" del Codice Atlantico

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INGEGNERI DI METROPOLITANA MILANESE, STUDIATE LEONARDO!

In mostra all'Ambrosiana gli "studi sull'acqua" del Codice Atlantico

 
Da metà dicembre 2014 è aperta presso la Biblioteca Ambrosiana la XXII mostra dei fogli originali del “Codice Atlantico” di Leonardo da Vinci.
Nel corso dell'inaugurazione, il 16 dicembre, Rita Capurro, curatrice della mostra, ha presentato il tema: “Leonardo: studi sull’acqua”... assai appropriato, nell’attuale congiuntura della città!
Non sono bastati gli allagamenti del 15 novembre scorso, estesi dal quartiere di Niguarda fino alla stazione MM – FS Garibaldi, quando le acque di superficie del Seveso hanno incontrato, proprio nella stazione MM Garibaldi, le acque sotterranee venute a giorno per il concomitante innalzamento naturale della falda.
Dopo soltanto un mese, il 17 dicembre, proprio all’indomani della presentazione della mostra, la linea Gialla (MM3) della Metropolitana è stata chiusa ai treni, dall’inizio del servizio fino alle 13.30, per allagamenti fra le fermate Crocetta e Stazione Centrale.
La causa è stata un guasto alle pompe per l’evacuazione delle acque di falda che s’infiltrano nelle gallerie.
La linea Gialla della Metropolitana, con parecchie stazioni e gallerie al di sotto della superficie freatica fin dall’inizio, è stata realizzata per poter affrontare le spinte idrostatiche e le infiltrazioni d’acqua nelle condizioni originarie.
Temo però che, come già per la linea Verde (MM2), pur meno profonda rispetto alla Gialla, ci si sia dimenticati che la falda freatica non è in condizioni statiche, ma in innalzamento da una ventina d’anni.
Per la MM2, più vecchia della MM3, l’acqua di falda ha trovato parecchie stazioni e tunnel privi di impermeabilizzazione adeguata, costringendo fin da subito a interventi di protezione difficili e non risolutivi, e al pompaggio di imponenti quantità d’acqua per contrastarne la risalita.
Per la Gialla l’impermeabilizzazione e, forse, anche la struttura hanno dovuto sostenere nel tempo un continuo, e probabilmente non previsto, aumento di pressione e spinta idrostatica.
Si parla di linee “vecchie”. Più verosimilmente non si tratta tanto di vecchiezza (4 decenni per la linea 2, poco più di due per la linea 3), quanto di inadeguatezza costruttiva.
Per quantificare le forze in gioco, un innalzamento (come avvenuto nell’ultimo decennio) da 5 a 10 metri del livello di falda, sopra strutture già sommerse (alcune stazioni o sezioni di tunnel della Gialla), comporta il raddoppio della pressione idrostatica che vi si esercita: da 500 a 1000 grammi per centimetro quadrato (g/cmq) - tradotta in peso, la pressione di 1000 g/cmq corrisponde al carico di un quintale su una superficie quadrata di 10 cm di lato -, ed un incremento di gran lunga maggiore del flusso d’acqua da eventuali fessure nelle pareti di contenimento.
Ovviamente, dato un aumento esponenziale dell’efflusso, un blocco di funzionamento delle pompe determina oggi un immediato allagamento dei sotterranei, mentre negli anni passati doveva essere assai più agevole tenere sotto controllo eventuali sgocciolamenti, anche se diffusi.
Su questi argomenti Leonardo ha qualcosa da insegnare ancora oggi, e cade a proposito il tema scelto per la mostra di alcuni dei suoi disegni, in corso presso l’Ambrosiana.
Infatti proprio la pressione dell’acqua è illustrata dagli schizzi e annotazioni del foglio 882v inserito nell’esposizione (vedi in basso).
Il Principio di Pascal, e le leggi di idrostatica che ne sono derivate, sono conosciuti da più di tre secoli, ma già prima del 1500 Leonardo dimostra di averle intuite e messe in pratica.
Non avrebbero fatto cosa inutile i tecnici della Metropolitana Milanese, se ne avessero preso visione per tempo, tanto più che questi studi di Leonardo, ora esposti, sono conservati da secoli presso l’Ambrosiana.
Tuttavia, trattandosi di schizzi, sbiaditi dai secoli e dalle vicissitudini, e con la consueta scrittura leonardesca da destra a sinistra, sarebbe consigliabile che un esperto, eventualmente la stessa curatrice attuale, ne ridisegnasse qualcuno, ingrandito e con note chiaramente leggibili, in modo da mettere ogni visitatore in grado di apprezzarne agevolmente il contenuto.
Una ulteriore lode merita comunque la dottoressa Capurro, oltre che per la scelta del tema e delle tavole, anche per l’evidenza prestata ad alcune osservazioni di Leonardo, di indubbia attualità.
Riporto qui l’invito dello stesso Leonardo alle pubbliche autorità dell’epoca, affinché “si faccia alle città riparo contro l’impeto dei fiumi” (e delle acque sotterranee, diremmo noi).
Più avanti alcuni disegni, riportanti con la maestria dell’artista scenari apocalittici di cieli tempestosi, sono accompagnati dalla considerazione che, quand’anche la potenza della natura può essere talvolta imbrigliata dall’uomo, vi sono casi estremi per cui “al suo furore non vale alcun riparo umano, e se vale è solo momentaneo.
Quante figuracce in meno se per EXPO, anziché rincorrere i Bronzi di Riace, si fosse fatto maggiore affidamento al genio di Leonardo, che a Milano ha vissuto e lavorato, e che qui ha lasciato, nei nostri Navigli, opere idrauliche ancora insuperate per semplicità ed efficienza.
 
Umberto Guzzi, geologo, gennaio 2015
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Dal Catalogo della mostra: Foglio 882v
13. Vasi comunicanti e pressione dell’acqua in recipienti diversi (SB)
 
Il foglio è interamente dedicato agli esperimenti sulla fuoriuscita di acqua sotto pressione da taniche in tubi di fogge differenti. Piccoli disegni schematici ma efficaci, corredati da annotazioni didascaliche, collocati ordinatamente su tre file orizzontali, mostrano le varie ipotesi utili per un confronto significativo.

Le osservazioni riguardano esperimenti sul peso dell’acqua e sulla pressione esercitata sul contenitore. Leonardo osserva che la tendenza dell’acqua è di cadere perpendicolarmente rispetto al recipiente che la contiene e, pertanto, se il recipiente è forato sul fondo, l’acqua defluirà più liberamente ma se non può scorrere dal fondo, tenderà tuttavia a fuoriuscire da altre aperture con maggiore o minore forza secondo la sua altezza rispetto al contenitore. I disegni mostrano differenti tubi in uscita da un recipiente e le didascalie indicano la bontà del loro funzionamento.