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I tigli del Santuario di Caravaggio



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POVERI TIGLI

Lettera aperta al Rettore
del Santuario di Caravaggio

 
È bene che le persone con responsabilità, in ambito sia civile, sia ecclesiale, sappiano accogliere osservazioni critiche e suggerimenti.
La segnalazione più sotto pubblicata ad oggi non ha ottenuto risposta, neppure a seguito di un sollecito.
Il Responsabile dei Beni Artistici e Culturali della Diocesi di Cremona, successivamente interpellato, ha risposto gentilmente, ma non è riuscito ad ottenere che il Rettore mi rispondesse, eventualmente adducendo valide motivazioni.
Forse si potrà ottenere qualcosa rendendo pubblica questa corrispondenza attraverso L'Eclettico?
 
Umberto Guzzi, agosto 2013

 

Gentile Signor Rettore del Santuario di Caravaggio,

alcune settimane fa, in visita al Santuario, sono rimasto rattristato per il deplorevole stato delle alberature negli spazi circostanti il Santuario entro il perimetro della cancellata.
Solo una parte dei tigli (quelli prospicienti il viale che conduce al centro città) erano stati risparmiati. Tutti gli altri risultavano oggetto di una recente operazione di capitozzatura.
Accanto al danno estetico (le alberature costituiscono un elemento decorativo importante nel complesso architettonico del Santuario), mi permetto di segnalarle che la capitozzatura (così come una potatura non richiesta da esigenze particolari, qui assolutamente inesistenti) rappresenta un danno irreversibile per la vitalità di un albero, e lo rende fragile e pericoloso perché lo predispone a marcescenza del legno ed a stroncature facili ed improvvise.
È vero che, esaminando gli alberi risparmiati, anche questi mostrano segni evidenti di compromissione per capitozzature effettuate negli anni passati. Tuttavia nell’ultima occasione il diametro delle sezioni dei rami troncati è ancora superiore rispetto a quello delle precedenti.
Non sono specialista di gestione di alberature, ma conosco alcuni esperti di arboricoltura e da questi ho appreso nozioni basilari e facilmente dimostrabili. Viene da pensare che gli operatori che hanno effettuato il lavoro siano totalmente ignari di cosa sia un albero, oppure che abbiano accettato o proposto di compromettere la salute delle alberature per potersi assicurare costosi interventi sistematici ormai necessari per i prossimi anni.
Mi spiace che il Santuario dia alle migliaia di fedeli che vi giungono testimonianza di incuria del Creato proprio quando gli stessi pontefici, ormai da decenni, insistono sul necessario impegno dei cristiani per la salvaguardia del Creato stesso, addirittura come strumento per la pace fra gli uomini (vedasi i messaggi di Benedetto XVI per la giornata della pace del 1° gennaio 2010 e di Giovanni Paolo II per la medesima ricorrenza nel 1990).
La ringrazio per l’attenzione, e confido che lei, intendendo la tristezza e lo scoramento che m’ha spinto a scriverle, possa accogliere questo mio messaggio ed interpellare persone competenti per la gestione futura del patrimonio del Santuario.
Umberto Guzzi, 28 giugno 2013
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