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Expo: "Vie d'acqua" allo Spritz... Beton



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MILANO: SPRITZ (BETON)
& NAVIGLIO GRANDE!

La triste sorte delle antiche "Vie d'acqua" in vista di EXPO

 
Tra balzi e singhiozzi Milano s’avvicina al fatidico giorno inaugurante l’Expo. Il tema principe è «Nutrire il Pianeta, Energia per la vita» (ma non è la Madre Terra che nutre noi e non viceversa?) a cui c’è chi desidera accodare il mai desueto Leonardo da Vinci, sempre pronto a dare lustro ai più disparati eventi con la sua fluttuante barba.
Forse si parlerà anche dei Navigli, meta di stranieri ed italiani a cui verrà il vezzo di visitare la metropoli per coglierne scorci e curiosità.
E il punto è proprio questo, ovvero è il tema di questo scritto che ne richiama uno precedente, di qualche tempo fa: il restyling (rinnova-mento o migliora-faccia) della principale via d’acqua di Milano.
L’«arma vincente» dei lavori di manutenzione del Naviglio Grande, compreso tra la vecchia alzaia e via Lodovico il Moro è lo spritz beton (calcestruzzo e silicato spruzzati).
Finalmente un po’ di grigio!
Dalle immagini che unisco si potrà apprezzare in anteprima il capolavoro conservativo operato alle sponde di tale Naviglio.
Qualcheduno, intanto che scattavo foto, mi ha sciolto l’arcano di tale impegno: l’alzaia sta cedendo. Ma questo, ahimé, già lo si sa da almeno trent’anni.
L’odierno riempire le fughe tra ciottolo e mattone e smaltare a cemento per poi coprire uniformemente con lo spritz beton servirebbe a rendere impermeabili le sponde stesse, ma non dalle infiltrazioni dell’acqua che il canale accoglie.
Pare che successivamente si praticheranno delle belle iniezioni di resine o chissà cos’altro per compattare il tutto: strada e sponde.
Così facendo il liquido consolidante non sbrodolerà nel canale; inoltre sponda nonché strada saranno cristallizzate e resi inamovibili, quindi (almeno sulla carta) non più cedevoli.
Mi si conceda un calzante esempio: se una statua di pregevol marmo presenta solfatazioni et fessurazioni, date dal tempo e dalle intemperie, la si stucchi esternamente all’abbisogna, la si rivesta di spritz beton e internamente la si siringhi con le resine: mai più rischierà d’andare in pezzi.
E così facendo la si conserverà.
Ad ogni buon conto, vera o falsa che sia l’informazione sul consolidamento, rimane il fatto che il lavoro non rende merito alla vetustà del canale, ovvero a questo eccezionale monumento dell’arte idraulica antica, che taluni vogliono sia stato tra i primi del suo genere in Europa.
Non desidero qui ricordare le dissertazioni sulle sei categorie dell’architettura, bene espresse da Marco Vitruvio Pollione nell’opera De Architectura, né biasimare l’assenza totale nell’intervento alle sponde del Naviglio di una di queste: il decoro: «Decoro è invece il bell’apparire di un’opera priva di difetti, le cui parti rispondono a un calcolo preciso» (Vitruvio, De Architectura, I, II).
Desidero invece aggiornare, nel mio modesto piccolo, le parti in cui, sempre Vitruvio, suddivide l’Architettura. Oltre ai vecchi ed oramai desueti canoni (costruzione, gnomonica e meccanica) proporrei: cementificazione, aridità e insipienza.
 
Gianluca Padovan, luglio 2014
© Riproduzione riservata
Pubblicato su Napoli Underground
 

Sponda ripristinata tempo fa

Cedimento

Tratto di sponda rabberciato

Tratto di sponda fortunatamente rimesso a nuovo

Lavoro encomiabile, in ottemperanza ai canoni vitruviani

Complimenti

Cosa c'è di più bello?

Ma questo è il migliore

Non ho più parole



Naviglio Grande di Milano: manutenzione a regola d'arte?