La pubblicità è l'anima... della ferrovia
L'ECLETTICO - web "aperiodico"
LA PUBBLICITÀ È L'ANIMA... DELLA FERROVIA
Immaginiamo di arrivare in autobus dal lato est, appena scesi notiamo che nel parcheggio delle auto in genere c’è disponibilità di posti, forse perché è a pagamento.
In compenso è vuoto quello per le biciclette. Per forza, è distante dall’ingresso ed alcuni archetti divelti dimostrano che non è il posto più sicuro in cui lasciare la propria due ruote. A questo scopo sono, invece, apprezzati e molto utilizzati per incatenarvi i telai gli archetti perimetrali del parcheggio.
Ma addentriamoci in stazione… subito si ha il dubbio di essere invece in un’esposizione di televisori. Infatti quel che è immediatamente visibile sono gli schermi, grandi e ben visibili ad altezza d’uomo, che rilanciano messaggi pubblicitari a ciclo continuo.
Accanto ad essi i tabelloni elettronici di arrivi e partenze, collocati in alto e con i loro piccoli caratteri, non sono certo d’aiuto a chi deve cercarvi velocemente il binario verso il quale correre per prendere in tempo la coincidenza.
Bisognerebbe poi convalidare il biglietto… ma, appena discesi i gradini che conducono al sottopasso per i binari, entrambe le due obliteratrici a guardia dell’imbocco del tunnel lampeggiano irridenti “fuori servizio”, “fuori servizio”, “fuori servizio”…
Disservizio che si ripete per diversi giorni consecutivi finché qualcuno non le ripara, ma solo per poco, perché in breve tornano alla loro condizione di inutilizzabilità.
Non va meglio a chi decide di salire al binario e magari, pur sempre vigilando eventuali cambi di binario, vorrebbe leggersi un libro o un giornale in santa pace ed, invece, anche ad ogni pilastro delle banchine trova affissi gli onnipresenti schermi pubblicitari… il cui martellare ossessivo di una serie di spot ripetitivi di pochi secondi, oltre ad essere fastidiosamente snervante, viene qualche dubbio che sia ad un volume rispettoso dei limiti di legge.
Per far ritorno in superficie al capo opposto del sottopassaggio occorre superare l’ingorgo di una scala insufficientemente larga per permettere il passaggio agevole di flussi di persone che tutte, poi, devono passare per la strettoia accanto all’edicola lungo il breve corridoio che conduce all’atrio della stazione.
Anche in questo passaggio verso l'uscita altri viaggiatori sono fermi in piedi a naso in su a guardare lo schermo degli arrivi e partenze.
Da considerare, inoltre, il fatto che il sottopasso non è usato soltanto da chi deve prendere il treno ma anche da chi va e viene da e per l’autostazione dei bus da cui siamo partiti nella descrizione di questo itinerario.
Poco oltre c’è la biglietteria di cui si è già detto (si può giusto aggiungere che, in un’occasione, alla richiesta di chiarimento per un biglietto siamo stati rimandati… all’edicolante!).
Sul tragitto verso l’uscita un altro cubo pubblicitario di oltre 1 metro di lato ingombra il passaggio.
I responsabili per la sicurezza non hanno nulla da dire?
Comunque, finalmente, siamo fuori!
Giovanni Guzzi, settembre 2013
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