L'Eclettico



La semplificazione che condiziona



L'ECLETTICO - web "aperiodico"

SEMPLIFICAZIONE CHE CONDIZIONA

La biglietteria internet di Trenitalia

 
Internet semplifica la vita di chi viaggia in treno o è uno strumento per condizionarla? Nel caso della biglietteria ferroviaria online non si fatica a trovare qualche elemento che conduca a propendere per la seconda ipotesi.
Innanzitutto la constatazione che tutta l’organizzazione di Trenitalia sembra ostacolare modalità alternative di acquisto del biglietto (si leggano: L’estinzione delle biglietterie di stazione, Tre indizi fanno una prova, Biglietto chilometrico e chilometri segreti) per indurre i suoi clienti a farlo servendosi del proprio sito internet.
Non si vogliono certo disconoscere le potenzialità ed i vantaggi che il web consente, tuttavia questa dovrebbe essere un’opzione in più, non un obbligo. A maggior ragione quando il servizio non è così “ottimale” come sembrerebbe lecito attendersi.
Una semplice, rapida occhiata alla home page del sito di Trenitalia è sufficiente a rendere del tutto evidente la precisa strategia commerciale di promuovere “Le Frecce” a discapito di tutto il resto. Basta guardare i colori della sezione per la ricerca e l’acquisto dei biglietti: rosso e primo piano per “Le Frecce” ed un dimesso rettangolino grigio, ovviamente non invitante, per “Tutti i treni”.
Una volta entrati nella maschera di ricerca del treno le soluzioni proposte prevedono l’interscambio con i Freccia Rossa anche quando esistono altre combinazioni economicamente più vantaggiose e non sempre troppo penalizzanti come durata del viaggio.
La prova effettuata sul percorso Fano – Milano, ad esempio, propone l’interscambio Regionale Veloce – Freccia Rossa a Bologna mentre non segnala, non solo la possibilità di combinazione di Regionali (Veloci o “semplici”) con cambio a Piacenza, ma neppure le opzioni di Freccia Bianca e Intercity da Pesaro senza ulteriori cambi e con offerte che rendono il viaggio meno costoso rispetto all’acquisto del biglietto ordinario sui treni di categoria inferiore.
Perché oltre al sistema automatico in cui si inseriscono le stazioni di partenza ed arrivo, non vengono messi a disposizione in maniera facilemente leggibile anche i tabulati degli orari dei treni di una data linea con l’indicazione di tutte le fermate in modo che chi lo desideri possa costruirsi da solo la propria combinazione di viaggio? Magari traendo vantaggio dal tempo di attesa per un interscambio con una visita ad una delle città attraversate.
Non si obietti che questa richiesta non è realizzabile.
Quel che davvero interessa promuovere lo si promuove benissimo: dalle offerte di richiamo (perché soggette a limitazioni che si scoprono successivamente…) delle “Frecce” (dai 9€ per la Bologna-Firenze ai 29€ per la Milano-Roma – dato 6 settembre 2013) al merchandising che tra le “offerte e servizi” propone un “essenziale” “Freccia Rossa e il calcio!”.
Chi voglia studiarsi una soluzione di viaggio personalizzata deve, invece, trascorrere almeno un’ora sul sito di Trenitalia a fare ricerche che sarebbero immediate avendo a disposizione un semplice orario ferroviario. Chi scrive, infatti, l’ha acquistato (è venduto da Trenitalia a 5€), ma è logico che nell’era di internet non vi possa essere consultato gratuitamente?
Si vuole o non si vuole incentivare davvero il trasporto ferroviario facilitando al massimo gli utenti?
Forse, a conferma della nostra tesi iniziale, semplicemente non è questo che si vuole. Si “cullano” le linee redditizie di punta e il resto lo si “sopporta”.
Forse, allora, è proprio per questo che il biglietto regionale comprato su internet vale solo per le 4 ore successive alla partenza del treno scelto (acquistato in biglietteria vale 2 mesi).
Forse è proprio per questo che sul sito di Trenitalia è “Impossibile la vendita di soluzioni con tratte urbane” ed è “Impossibile la vendita di biglietti regionali in data antecedente i 7 giorni che precedono la data di partenza”.
Dunque a chi non è un viaggiatore abituale e non ha dimestichezza con ferrovie, orari ed interscambi non resta che sottoporsi ad un salasso di circa il 10% di uno stipendio medio per una tratta di media percorrenza (qualche centinaio di km) oppure passare ore su internet a monitorare il sito delle ferrovie alla ricerca di offerte vantaggiose (con un supplemento ulteriore di tempo per chi voglia avventurarsi nei contorti commi del regolamento delle “carte-fedeltà” che assegnano punti e sconti come per le scatolette di tonno del supermercato).
Ma se nella ricerca al computer si perde più tempo di quanto se ne risparmia viaggiando in alta velocità dov’è la convenienza di questa scelta?
Anche programmare per tempo il viaggio non è sempre agevole, né garanzia di sicuro risparmio.
Il 14 agosto una ricerca per Fano-Milano a partire dalle 15 del 25 ottobre dava già esaurite tutte le offerte supereconomy.
E nemmeno è facile cercare di “bruciare” i tempi: ad oggi, dopo diverse sessioni di tentativi, chi scrive non ha ancora compreso con quanti giorni di anticipo si rendono disponibili all’acquisto i biglietti online. Sia il 29 agosto, sia il 6 settembre si potevano comprare online i biglietti soltanto fino al 14 dicembre, dal 15 dicembre p.v. in poi l’esito della ricerca era “soluzione non trovata”!
In conclusione, considerato tutto quanto fin qui descritto, è così sbagliata l’impressione che a dirigere Trenitalia sia un Robin Hood al contrario?
Un manager al quale non interessa far viaggiare di più (e meglio) in treno la maggioranza degli italiani e che, invece, fa di tutto per favorire (a spese di tutti) i privilegiati che non si devono fermare a pensare prima di aprire il portafoglio.
 
Giovanni Guzzi, settembre 2013
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APPENDICE

Se i treni arrivano in ritardo, L'Eclettico è arrivato con 4 anni di anticipo come dimostra la multa milionaria comminata a Trenitalia dall'Antitrust di cui riferisce Avvenire il 4 agosto 2017.
 
 
Con la multa, l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCOM) ha inoltre obbligato Trenitalia a pubblicare sul proprio sito internet la certificazione della "truffa" che riportiamo sotto.
Ma chi la legge?