L'Eclettico



3 indizi fanno una prova



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BIGLIETTO VELOCE

Tre indizi fanno una prova

 
Agosto 2009, sono con la mia famiglia ad Arona (NO) quando un improvviso guasto all’auto ci costringe a tornare a Milano in treno. È tardo pomeriggio e la biglietteria è chiusa. Il biglietto deve essere acquistato dalle emettitrici automatiche. Il primo treno utile è un regionale ma la “macchinetta” non permette di fare questo tipo di biglietto e ci obbliga a comprare quello, più costoso, per categoria di treno più veloce.
Pensiamo che il controllore potrà formalizzare che viaggiamo effettivamente su un treno locale, così potremo indirizzare un reclamo alle Ferrovie dello Stato ed ottenere il rimborso di quanto indebitamente pagato. Il viaggio dura un’ora ma attendiamo invano che il controllore passi. All’arrivo lo troviamo sulla motrice (dove forse stava più comodo invece che percorrere il treno facendo il suo lavoro) ma ci nega in malo modo quanto richiesto.
Una spiacevole vicenda alla quale, pur consapevoli di venir meno al dovere civico di protestare sempre per le disfunzioni dei servizi pubblici, non diamo tuttavia seguito: la perdita economica è modesta ed attivarsi nei confronti delle Ferrovie ci costerebbe troppo tempo. Egoisticamente pensiamo che di norma acquistiamo i biglietti direttamente in stazione o nelle agenzie viaggi abilitate al servizio di biglietteria ferroviaria.
Nel frattempo però questi servizi progressivamente decadono (leggi La biglietteria in stazione? Un optional) ed il Biglietto Veloce delle emettitrici Self Service è proposto da Trenitalia come un’alternativa all’operatore di sportello non più solo nelle piccole stazioni ma anche in quelle più importanti.
Così scopro che quanto descritto in apertura, a suo tempo considerato un occasionale malfunzionamento, è invece un problema sistematico, col quale Trenitalia di fatto “arrotonda” le proprie entrate approfittando dei viaggiatori in stato di necessità.
Infatti, mentre il sito di Trenitalia dichiara che con le biglietterie self service si possono acquistare biglietti per tutte le categorie di treni e tutte le destinazioni, al viaggiatore inesperto esse propongono sempre la soluzione più costosa.
Un esempio? Stazione di Bologna, ore 19.40 di domenica 28 luglio 2013, faccio una prova dell’acquisto di Biglietto Veloce per la domenica successiva: partenza da Bologna attorno alle 18 e destinazione Fano sulla riviera adriatica. La prima proposta che mi viene offerta è il Freccia Rossa in partenza da Bologna alle 18.58 in combinazione con un Regionale Veloce col quale arriverò a Fano alle 20.36: 110’ di viaggio al costo di 68,60 €! Col Regionale Veloce in partenza da Bologna alle 18.35 (23’ prima del Freccia Rossa), lo stesso treno sul quale sarei comunque dovuto salire dopo il cambio dal Freccia Rossa a Rimini, il viaggio sarebbe durato 120’ (soltanto 10’ in più) al prezzo di 11,70€!
Analoga ricerca fatta in Stazione Centrale a Milano per il viaggio Milano-Fano propone solo combinazioni con inizio viaggio in Alta Velocità e successivo inevitabile cambio su Regionale Veloce per arrivare a destinazione.
Perché non viene indicata anche la possibilità di partire con Regionale Veloce? In questo modo, senza dover diventare matti ad inseguire offerte su internet è possibile viaggiare da Milano a Fano su treni regionali in 5 ore e 20’ (salvo contrattempi) spendendo poco più di 26 € (estate 2013) e decidendo giorno ed ora di partenza senza alcun vincolo di prenotazione… ma questo Trenitalia non lo dice.
Quelli proposti sono soltanto esempi di ricerche occasionali, il cui esito è però emblematico: 3 indizi fanno una prova!
 
Giovanni Guzzi, agosto 2013
© Riproduzione riservata
 

APPENDICE

Se i treni arrivano in ritardo, L'Eclettico è arrivato con 4 anni di anticipo come dimostra la multa milionaria comminata a Trenitalia dall'Antitrust di cui riferisce Avvenire il 4 agosto 2017.
 
Con la multa, l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCOM) ha inoltre obbligato Trenitalia a pubblicare sul proprio sito internet la certificazione della "truffa" che riportiamo sotto.
Ma chi la legge?