L'Eclettico



Quando ad essere stroncato è il recensore



L'ECLETTICO - web "aperiodico"

IL CONTRAPPASSO DEL CRITICO MUSICALE

Andò per "stroncare"... e fu stroncato!

 
Anche al recensore può accadere di subire la sorte che, talvolta (e mai con piacere), è costretto a riservare all'oggetto del suo lavoro.
Può infatti succedere che, dopo aver dedicato del buon tempo ad ascoltarne più volte la musica, leggere le note di accompagnamento con le quali il CD gli era stato consegnato e scriverne col dovuto, onesto, rispetto col quale ogni autore merita di essere preso in considerazione quando propone la sua arte al giudizio del pubblico... se chi ha commissionato questo giudizio non lo ritiene lusinghiero a sufficienza, la recensione inviata in redazione rischia di essere rifiutata (ed "ovviamente" non pagata!).
Capita, sono gli inconvenienti del mestiere.
Visto che la spiacevole vicenda è capitata anche a me, che non mi piace buttare il mio tempo e che ho la possibilità di pubblicare per mio conto quanto ho scritto... lo faccio qui di seguito!
 
Accompagnato dal giudizio lusinghiero di un noto esponente del panorama musicale italiano ci è stato proposto per una recensione il brano Mater Purissima di cui Angelo Gaccione ha scritto il testo ed ideato la musica.
Prima di accingerci ad esaudire la richiesta è bene ricordare che la musica è, fra le arti, quella che più si presta ad interpretazioni e valutazioni anche molto differenti a seconda della cultura, della sensibilità e del momento personale che sta vivendo la persona che ascolta un determinato brano musicale.
Tutto ciò premesso, e consapevoli di esporci alle smentite dei posteri (e magari del mercato!) non riscontriamo nella composizione un particolare pregio artistico. Il testo volutamente recupera lo stile arcaico delle litanie mariane e, passando dal latino alla lingua italiana, diventa un’invocazione di perdono per le cattiverie ed il dolore provocato e subito dagli uomini.
La musica, armonicamente molto semplice, consiste in un tema affidato ad un duo vocale al quale, di strofa in strofa, si aggiungono cori e strumenti che accrescono progressivamente il senso di enfasi, a nostro avviso eccessiva, suscitato nell’ascoltatore.
Se dunque, sotto il profilo strettamente musicale non siamo di fronte ad un capolavoro, grande rispetto merita comunque il percorso personale che ha portato l’autore a questa composizione: il desiderio di farne un dono alla memoria dei propri genitori, dando forma e veste professionale ai propri sentimenti verso di loro.
 
Giovanni Guzzi, novembre 2010
© Riproduzione riservata