L'Eclettico



Pubblica ammenda



L'ECLETTICO - web "aperiodico"

PUBBLICA AMMENDA

 
In questa "orribilia" ho una parte di rilievo anch’io in prima persona e perciò, doverosamente, comincio con l’esporre al pubblico ludibrio me stesso!
Mi è capitato più d’una volta, durante le più varie conversazioni, di citare un passaggio del racconto “Il non plus ultra dei safari” contenuto nella raccolta “Il salto”, di Nadine Gordimer, scrittrice sudafricana Premio Nobel per la Letteratura nel 1991.
L’avevo ascoltato in lingua originale, integralmente letto dalla viva voce dell’autrice in occasione della presentazione di una ristampa dell’opera a Milano nell’ambito della manifestazione “Libri a Palazzo Clerici”.
Un’esperienza che mi aveva molto colpito: nonostante io non abbia mai studiato l’inglese ero riuscito a ben comprendere il contenuto del racconto ed il suo significato al punto da riferirlo in continuazione, come ho dichiarato in apertura.
Diversi anni dopo mi è capitato di dover dedicare un articolo a Nadine Gordimer ed, ovviamente, non ho mancato di fare riferimento all’avvenimento citato riportando a memoria il passo che più mi era rimasto impresso.
Ricordavo che vi si narrava di una madre mozambicana in fuga dalla guerra e posta nella straziante necessità di dover scegliere quale dei tre figli salvare portandolo con sé, nell’impossibilità di sostenerli tutti con le sue braccia ormai indebolite, e ben consapevole che i due lasciati sarebbero stati ben presto preda delle minacce dell’ambiente selvaggio in cui si trovavano e che mettono angoscia anche soltanto a pensarle.
Come sempre più spesso accade nel mondo odierno del giornalismo, l’urgenza di consegnare l’articolo in redazione non mi ha dato il tempo di fare verifiche. Le ho fatte, per interesse e curiosità personali, a pubblicazione avvenuta. Scoprendo che il senso del racconto l’avevo effettivamente inteso bene, inclusi molti dettagli della vicenda e che, dunque, la memoria non mi aveva ingannato.
A tradirmi, invece, era stata l’imperfetta padronanza della lingua straniera. In effetti di una madre si parlava, che però era morta prima dell’inizio dei fatti raccontati, ed anche i tre ragazzi c’erano davvero, ma chi cercava di condurli in salvo era la loro nonna, e ad essere lasciato indietro era stato il vecchio nonno!
Come ben si vede non è che la situazione descritta risulti meno tragica resta però la lezione: leggere oltre che fare bene alla salute evita di fare brutte figure.
Giusto per consolarmi, e siccome "mal comune mezzo gaudio", posso dire che, quanto a gaffes relative a questo brano della Gordimer ed alla sua visita milanese, sono in buona compagnia di almeno due colleghi.
Uno, anch’egli presente a Palazzo Clerici, ha riferito che il brano letto era un passaggio di “Luglio”, un romanzo più conosciuto rispetto alla raccolta “Il salto” ma nel quale ben difficilmente i lettori potrebbero ritrovare l’episodio citato.
Una seconda, nel recensire il volume (stavolta quello giusto) presa dall’entusiasmo si è lasciata scappare dalla penna come ragione della fuga un’improbabile guerra fra Mozambico e Angola, che uno sguardo ad una carta geografica della regione permette facilmente di capire quanto sia anche fisicamente improponibile!
 
Giovanni Guzzi, febbraio 2013
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