L'Eclettico



I fiori non tradiscono mai, i musei qualche volta...



Orticola e il misterioso Principe di Venosa

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ORTICOLA E IL MISTERIOSO PRINCIPE DI VENOSA

 

I fiori non tradiscono mai, i musei qualche volta...

 
In una bellissima giornata primaverile milanese non si può mancare di accostare alle splendide fioriture portate in città dalla XX edizione della mostra botanica Orticola, le fioriture musicali a loro volta sbocciate in più iniziative in successione.
A ridosso dei trionfi vegetali che hanno riempito di colori i Giardini Pubblici Montanelli era infatti in programma, fra i colori dei dipinti della Galleria di Arte Moderna di via Palestro, la proiezione del film “O dolorosa gioia” dedicato alla musica senza tempo di Carlo Gesualdo.
Peccato che, sul posto, dell’iniziativa non vi fosse traccia: risultando spostata al Museo del Novecento.
Fra il disappunto dei presenti non ciclo-muniti e costretti a rapidi calcoli mentali su tempi di spostamento e distanze (meglio a piedi o in Metropolitana?) per arrivare alla nuova destinazione entro l’orario d’inizio, ci precipitiamo all’Arengario.
Ma anche qui dei cromatismi del Principe di Venosa non c’è traccia: il personale non ne sa nulla e, dopo paziente attesa, si scopre una “torbida” vicenda di permessi non ottenuti, incomprensioni su disponibilità di sale e date, comunicazioni fasulle dei servizi di comunicazione di EXPO degna dei tormentati trascorsi del nobile musicista.
Ai musicofili presenti, beneducati ma che cominciano a spazientirsi (più d'uno è arrivato apposta da fuori Milano), viene proposto di ripiegare su una dotta conferenza dedicata alla biografia del farmacista ritratto da Pellizza da Volpedo al centro del suo dipinto più noto…
Qualcuno accetta, altri preferiscono sostare in piazza San Babila, dove l’intensa chitarra elettrica di un artista di strada ci porta nella commovente “Europa” di Carlos Santana…
Perché la giornata non è ancora conclusa e non tutta la musica che pregustavamo è sfumata nel nulla di spostamenti a tradimento da un museo all’altro.
Oggi in Milano almeno su un museo si può fare affidamento: è il Bagatti Valsecchi, casa museo dove siamo ormai “di casa” e dove ci aspetta il concerto di un giovane quartetto di clarinetti.
 
Giovanni Guzzi, maggio 2015
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