L'Eclettico



La recensione mancata



Tutti abbiamo una regola (e qualcuno ce l’ha sbagliata)

L'ECLETTICO - web "aperiodico"

LA RECENSIONE MANCATA

Tutti abbiamo una regola (e qualcuno ce l’ha sbagliata)


Se ciò di cui abbiamo scritto in “Diffusore di comunicati stampa o narratore dal vero?” (Leggi di più >>>) può denotare un’organizzazione non ottimale, ma comunque in buona fede, di alcuni uffici stampa, altri sembrano invece fare di tutto per mettere difficoltà ai giornalisti… quasi diano loro fastidio. O sembra disdegnino che si scriva delle manifestazioni che promuovono.
Ci eravamo ripromessi prima o poi di affrontare anche questo tema, ed il momento è finalmente arrivato, grazie a quanto ci scrive una lettrice.

Mi piacciono le recensioni d’arte dell’Eclettico. Il modo in cui le mostre vi sono “raccontate” mi fa venire voglia di andare a visitare quelle che non ho ancora visto e di tornare in quelle dove sono già stata, cosa che ho scoperto mi accomuna ad altri lettori (Il libro degli ospiti - Leggi di più >>>).
Poiché negli ultimi anni in genere non ne leggo sulle mostre curate da 24 Ore Cultura o Arthemisia Group mi domando: perché?
Erica Galloni, Seregno (MB) insegnante di lettere

PS A suo tempo non ho letto nulla sulla mostra “Da Raffaello a Schiele” di Palazzo Reale, me ne sono dispiaciuta perché ero interessata a leggerla.

Ringraziando la prof. Galloni per l’apprezzamento, cominciamo col risponderle subito che, purtroppo, l’Eclettico non ha potuto recensire la mostra segnalata.
Siamo spiacenti per questa carenza, tanto più perché in passato, per un articolo sulla Sala del Grechetto alla Biblioteca Sormani, ne avevamo conosciuto il curatore, il prof. Zuffi: persona davvero stimabile e molto competente, come sa chi, seppure non specialista della materia, segue almeno un poco le iniziative d’arte milanesi. Per questo motivo riteniamo che qualsiasi cosa egli proponga meriti attenzione.
Perché dunque non dedicare una recensione anche a questa sua importante mostra? È presto detto.
Per le sue caratteristiche - gratuità per i lettori e tassativo rifiuto della pubblicità (Far progredire l'Umanità o fare soldi? - Leggi di più >>>) - L’Eclettico, almeno finché i suoi lettori non riterranno giusto sostenerlo volontariamente, non fornisce di che vivere a chi ne popola le pagine elettroniche che, pertanto, deve necessariamente trovare altrove il proprio sostentamento. E l’altrove è fuori Milano. Ciò comporta che alla visita delle mostre i redattori de L’Eclettico in linea di massima non possano che dedicare i fine settimana.

Purtroppo alcuni uffici stampa, quali ad esempio ARTHEMISIA GROUP e 24 ORE CULTURA nello specifico della mostra citata (e di altre degli ultimi anni a Palazzo Reale o al MUDEC: Gauguin, Miro, Alphonse Mucha, Simbolisti, Escher, Kandinsky…), hanno la regola di non concedere accrediti stampa nei fine settimana e nei giorni festivi.
Alla richiesta di una deroga non è stata data risposta. A successiva richiesta di accredito in giorno feriale la risposta l’abbiamo ottenuta, ma con l’avviso che gli accrediti stampa non vengono rilasciati nell’ultimo mese di mostra, e che il termine era ormai scaduto.
Da esperienze precedenti con questi stessi uffici stampa, ricordavamo che il limite era l’ultima settimana ed in base a questo ci eravamo regolati, non avendo notato nessuna indicazione in tal senso sul sito della mostra (magari ci era sfuggita, chissà!).
Ad ulteriori richieste per altre manifestazioni, accuratamente inviate con adeguato preavviso e nei giorni consentiti, l’ulteriore risposta “brutale anche nella grafica” è stata:

Deve essere la Redazione a fare la richiesta per il giornalista.

ARTHEMISIA GROUP

Ed alla replica che La Redazione è “chi scrive” non c’è stato alcun seguito.

Provando a fare due conti, a chi organizza una mostra conviene lasciare ingresso libero alla stampa (NB la tessera dell’ordine costa 100 €/anno) mettendo anche in conto che possa essere vista da alcuni che non ne scriveranno (ma magari ne parleranno ad altri paganti), o pagare il personale di un ufficio stampa destinando parte del tempo lavorativo degli operatori a gestire richieste e rilascio di accrediti?
Nel corso della corrispondenza ci è stato inoltre ricordato che c’è uno sconto per la stampa. Cosa di cui naturalmente siamo già a conoscenza, ma anche L’Eclettico si è dato delle regole... per cui non ci avvaliamo di questa agevolazione per le iniziative sulle quali contiamo di scrivere… e viceversa.

È il caso infatti di ricordare che L’Eclettico non vuole offrire ai lettori recensioni o presentazioni effimere, che cessano di essere interessanti una volta conclusa la mostra alla quale sono legati, ma lavori che possano essere letti con interesse da chiunque indipendentemente dal luogo geografico in cui si trova e dal tempo in cui lo fa.
Ed è evidente che a questi risultati non si arriva col semplice “copia-incolla” dai comunicati stampa, ma occorrono ore di visita, magari anche più di una visita, e giorni di lavoro e studio: tempo e risorse di cui nessuno dispone in abbondanza.

È seccante, ed anche un po’ imbarazzante, essere trattati da “pezzenti” ed essere costretti a pubblicare questa rimostranza, che ci può far apparire come accattoni-mendicanti per pochi euro. Però, per i motivi già sopra accennati, lo facciamo lo stesso.
E facendo, già che ci siamo, un altro paio di conti: se al tempo di visita e scrittura aggiungiamo quello di viaggio per recarsi presso le mostre e rientrare in redazione, costo di benzina, mezzi pubblici o… usura di copertoni e freni per la bici (e per tutta la bici quando te la rubano: La mia bici, papa Ratzinger e... Gino Bartali - Leggi di più >>>)… tutto questo per un Ufficio stampa non vale i pochi euro di un biglietto omaggio?
Anche ipotizzando che ci si limiti a dare la notizia dell’appuntamento, magari anche con collegamento diretto al sito della manifestazione (che evidentemente si traduce in pubblicità a costo zero), a questo punto chi è davvero “taccagno”?

Con le premesse appena richiamate, se dunque ai severissimi uffici stampa di cui abbiamo parlato (che avranno certamente le loro buone ragioni per le proprie scelte) non interessa agevolare il lavoro de L’Eclettico, e visto che con tanta cultura da seguire a Milano non è facile arrivare tempestivamente su tutto, da parte nostra scegliamo di dedicare il nostro tempo a chi dimostra interesse per la nostra modesta ma non trascurabile iniziativa. Un po’ di amor proprio non guasta!
Sebbene L’Eclettico non abbia (soltanto per il momento, naturalmente!) il prestigio dei propri modelli di riferimento che lasciamo indovinare ai lettori, ha però comunque una sua dignità ed i riscontri che riceviamo dimostrano che in poco tempo - e nonostante tutti i suoi limiti - sta anche acquistando autorevolezza per i suoi contenuti.
Per di più, sebbene non siamo esperti d’arte ma semplici appassionati che divulgano al pubblico dei “nostri pari” quanto a nostra volta apprendiamo, le recensioni d’arte ospitate sulle pagine elettroniche de L’Eclettico stanno cominciando ad ottenere positivi consensi anche da parte di qualificati storici dell’arte di una certa importanza e collezionisti di fama internazionale: che ci hanno confessato di stampare le nostre recensioni e di conservarle in libreria accanto ai cataloghi delle relative mostre o, addirittura, di utilizzarle per prepararsi a convegni!

Naturalmente questi riconoscimenti sono per noi motivo di grande soddisfazione, comprovando il nostro contributo alla crescita della cultura (nel senso più ampio del termine) in Italia. E chi ha una visione lungimirante di essa ben comprende quanto non mancherà di concretizzarsi anche in visitatori consapevoli, ben diversi da chi si accalca davanti ai capolavori dell’arte come se fosse fra le vetrine dei centri commerciali.

A questo punto, però, il sospetto è che sia proprio questo ciò che davvero si desidera. Non interessa una riflessione meditata su un’iniziativa ma se ne vuole solo un acritico rilancio.
Cosa che abbiamo verificato alla Scala anni fa per il Pink Floyd Ballet. Inesperti del genere, e curiosi di imparare dalla collega in palco accanto a noi, le abbiamo chiesto dove avremmo potuto leggere, all’indomani, la sua recensione. La risposta è stata “Ah ma io ho dato solo la notizia”.
A successive nostre richieste di accredito alla Scala (non certo per la “Prima”) nessuno ha mai più risposto… forse la nostra recensione non è piaciuta (Vizi e virtù del Pink Floyd ballet - Leggi di più >>>).
Ancora più di recente abbiamo trovato segnalati, nella rassegna stampa della Pinacoteca di Brera, trafiletti risibili usciti sulla Stampa gratuita (la Free press per gli anglofoni-anglofili nostrani) che dopo 2 secondi si dimenticano e spariscono. Viceversa sono stati ignorati, seppure segnalati, approfondimenti che restano nel tempo e che abbiamo verificato i lettori continuano ad apprezzare (come già sopra si è segnalato).

In relazione a tutto ciò, la riflessione conclusiva che ci viene di fare, è che, forse, chi ha più bisogno di crescere culturalmente sono proprio alcuni di coloro che nell’ambito culturale lavorano: perché (inspiegabilmente) sottovalutano i destinatari della propria attività abbassando il livello qualitativo delle proposte.

Giovanni Guzzi, aprile 2018
© Riproduzione riservata